una calda sera d'estate del 1679 a Danzica.
Il sessantottenne astronomo Johannes Hevelius è inquieto, sente che qualcosa sta per capitare, a lui e alla sua giovane moglie Catherina Elisabetha Koopman, appena trentaduenne.
Fa preparare una carrozza e si sposta nella residenza estiva, subito fuori dalle mura della città.
La carrozza fa appena in tempo a ritornare a casa e i cavalli a essere rimessi nelle stalle, che un incendio, probabilmente partito da una candela, divampa inarrestabile, divorando il complesso edificio.
Si tratta in realtà di tre case addossate l'una all'altra, dal numero 33 al 35, di cui Hevelius ha unito i tetti per costruire il proprio osservatorio astronomico, uno dei migliori e più attrezzati d'Europa: lo Stellaeburgum, il borgo delle stelle.
I tre edifici si erano uniti molti anni prima, quando Hevelius aveva sposato la sua vicina di casa, Katharine Rebeschke, di due anni più giovane di lui. Poi, mentre lui aveva avviato i suoi studi della volta celeste sul tetto, lei aveva gestito il birrificio di famiglia nei piani sottostanti.
È in questo osservatorio che Hevelius, che pure preferisce l'osservazione a occhio nudo, ha costruito il suo telescopio kepleriano senza tubo da 150 piedi (46 metri), il più potente dell'epoca.
Ed è sempre lì, sul tetto, che la piccola Elisabetha ha messo piede per la prima volta quando è ancora una bambina, subito rapita dalle meraviglie che quell'uomo, paziente e così sicuro si sé, le ha mostrato.
«Quando avrai l'età giusta - le promette l'astronomo - ti mostrerò tutte le meraviglie del cielo.»
Lei lo prende in parola.
Nel 1662, pochi mesi dopo che è mancata la signora Hevelius, Elisabetha gli si presenta: ha ormai 15 anni, è grande e pronta a riscuotere la promessa. Hevelius ha 51 anni, quando la giovane e devota Elisabetha diventa la sua seconda moglie.
Il matrimonio gli dà nuove energie. Ha già scoperto due comete, nel 1652 e l'anno prima, nel 1661; ne scoprirà ancora due, nel 1672 e nel 1677. Insieme continuano l'opera che sta impegnando Hevelius, un catalogo delle stelle visibili e della loro posizione; quando sarà pubblicato, il Prodromus astronomiae descriverà ben 1.564 stelle.
L'aiuto di Elisabetha non è da poco: sa calcolare, maneggiare la complessa strumentazione sul tetto; conosce il latino, anche meglio del marito, e lo aiuta a mantenere i contatti con gli altri astronomi europei (Hevelius è entrato a far parte della Royal Society of London nel 1664).
Torniamo ai nostri tre edifici che bruciano. Le fiamme, inarrestabili, divorano rapidamente il tetto e gli strumenti preziosissimi dei coniugi Hevelius.
È il 16 settembre del 1679. Hevelius ha ormai 68 anni e non si riavrà mai da questa sventura. Elisabetha l'aiuta a cominciare la ricostruzione degli strumenti, ma lo Stellaeburgum non tornerà più quello di prima.
Nel 1687 Hevelius se ne va a 76 anni. Elisabetha completa il Prodromus astronomiae e lo pubblica nel 1690. Sopravviverà tre anni ancora: nel 1693, a soli 46 anni, ritorna al fianco del suo Hevelius, sepolta nella stessa tomba.
Buon venerdì.
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