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176. in che stato siamo!

Creato il 30 settembre 2015 da Mavi
Al lavoroRingrazio Dio per avermi dato la forzaA volte mi chiedo se vale la pena lottare per amore, poi mi ricordo di te e sono pronto per la guerraOccupatoPeace & loveSorridi alla vitaSii gentile ed abbi coraggioDisponibileSto pescandoE’ solo quando avrai smesso di rincorrere le cose sbagliate, che darai una possibilità a quelle giuste di raggiungertiE’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio‘cause two can keep a secret if one of them is deadDegli abbracci mi piace il modo in cui ti parlano, quel “resta qui” detto forte, ma senza voceSono sempre i sogni a dare forma al mondoHey there! I am using WhatsAppMio Dio perdona loro che non sanno quello che fannoAlla fine un cazzo di abbraccio vale più di una scopataLa vera forza non si misura da quelli che hai sconfitto, ma da quelli che hai protettoSta scrivendo …Non piangere di notte per il sole, altrimenti le lacrime ti impediscono di vedere le stelleAmor vincit omniaLa curva più bella di una donna è il suo sorrisoSono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare‘O munn è comm t’o faje ‘ncap
Sono alcuni tra gli stati di WhatsApp che leggo dal mio smartphone, gioia e dolore dei nostri giorni.
Aldilà dei  pragmatici, che sono almeno la metà del popolo di cybermessaggiatori, che non inseriscono alcuno stato o, al massimo, usano uno di quelli previsti dall’applicazione; ciascuno di noi ha tra i contatti dei sognatori, che mettono sempre un cuore o la parola amore, sperando che tutti capiscano la loro indole romantica; i religiosi, che nominano Dio, come a chiedergli aiuto anche sul cellulare; i cinefili e i musicofili, che inseriscono frasi di film o di canzoni legate al ricordo di persone o momenti; gli animatori, che incitano al sorriso, all’allegria, che inseriscono simboli che rappresentano fiori e soli; i saggi, che scrivono frasi da uomini e donne vissuti, come se fossero ormai dei disillusi, ma il più delle volte non hanno più di 14 anni; gli ironici, quasi sempre autori delle frasi che scrivono, spesso senza senso, sono i più originali; i subliminali, che riportano messaggi mirati a qualcuno che non leggerà mai il loro stato, alla fine, però, trovano sempre qualcun altro che si emozionerà credendo di essere il/la reale destinatario/a, perché, si sa, ‘o munn è comm t’o faje ‘ncap!

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