Magazine Opinioni

177. dottor cerè, dottor de che?

Creato il 05 ottobre 2015 da Mavi
Su FB imperversa il dr Cerè, i suoi consigli, le sue regole per vivere bene.  Roberto Cerè si ama definire "allenatore mentale", "Se vuoi puoi" è un suo libro in cui sono riportate tutte le regole per il successo. Finalmente! Adesso sì che possiamo essere felici! Questa mattina in radio ho potuto sentire anche la voce del dr Cerè (dottore in cosa ancora non si è capito!), fantastico. Il dr Cerè, faccia da personal trainer, voce da settentrionale scattante, a me non provoca alcuna reazione positiva, anzi, mi irrita come tutte le banalità e la retorica in cui rischiamo di affogare ogni giorno. Questo mare di "parole motivanti", "concetti positivi", questi palliativi per le persone un po' scontente, che hanno bisogno di accettarsi.Questa mattina il dr Cerè, senza scuorno diremmo a Napoli, insomma, senza vergogna, declamava dieci principi per vivere bene, e, tra questi, la necessità di sorridere sempre, di mostrare sempre allegria, perché solo chi sorride sempre potrà stare bene, difatti, ha concluso, i ricchi non sono mai depressi! Tutto il peggio del dottor Cerè è racchiuso in questa affermazione! Se prima ero solo leggermente infastidita dalla sua persona e dalla sua maniera di essere sciacallo delle fragili menti umane, dopo questo intervento, ritengo sia una delle persone più squallide ed inutili che il web abbia proposto negli ultimi anni, anzi, addirittura deleterio. Ma perché dar credito a questi soggetti? Ma non era meglio il consiglio della vicina di casa? Perché questi individui si arrogano il diritto di dirci come vivere, anzi, fanno finta di voler aiutare tutti a sentirsi bene, ad essere migliori, a vincere, non è che forse lo fanno solo per far soldi? Ma che stupidaggine è mai questa? Ma quando mai i ricchi non sono mai depressi! Anzi, è risaputo che chi ha la possibilità di comprare tutto, scopre troppo presto che non può comprarsi i sentimenti e la serenità, è risaputo che tra i ricchi c'è il maggior numero di depressi! Ma dove cazzo l'hanno preso questo? Già non nutro simpatia per i vari Coelho e per tutti quelli che vogliono fare della psicologia spicciola, che vogliono insegnare l'arte dello zen con quattro frasi fatte e parole ad effetto. Tutti fornitori di "energia positiva", che bravi! Finalmente possiamo vedere al cinema un film per bambini in cui c'è un meraviglioso elogio alla tristezza, finalmente ci è "consentito" mostrarci abbattuti e non sempre carichi e contenti, finalmente si comincia a diffondere l'idea che le persone che sanno soffrire sono più sane di quelle che non sanno accettare la tristezza, che la natura non debba essere forzata. E tu, dr Cerè, che fai? In un tranquillo lunedì mattina, ti rivolgi a migliaia di persone che si stanno affannando per preparare i figli in tempo per la scuola, che combattono contro il traffico dei giorni di pioggia per raggiungere il posto di lavoro, o che magari escono per cercarlo un lavoro, che contano le monete che hanno in borsa per capire cosa devono mangiare, e dici loro che devono sorridere, che così diventeranno ricchi e quindi mai depressi. Ma da dove cavolo è uscito questo? Dall'Università di Facebook? Trovo molto più sano e produttivo parlare col salumiere, con lo spazzino, con la segretaria dello studio medico, con la schiera di dipendenti di call center, con chiunque si voglia, ma che sia magari più spontaneo. Se poi si è interessati alla filosofia, alla psicologia, magari sarebbe opportuno procurarsi dei testi pubblicati da autori competenti. Invece si dà ascolto a queste persone e si creano dei falsi miti. Forse lo facciamo perché vogliamo tutto facile, tutto a portata di mano: più comodo leggere 10 regole per vivere bene che studiare un testo di 300 pagine e farsi poi un'idea propria. Vorremmo un guadagno facile, una vita facile, senza voler accettare che tutto ha un prezzo, che sicuramente è più alto del prezzo di un libro di un motivatore. Il lavoro, amici miei, il LA VO RO, è l'unico vero prezzo che dobbiamo essere disposti a pagare! Si deve lavorare per guadagnare, i soldi facili sono sporchi e non durano mai tanto. La felicità ha un prezzo che si chiama rinuncia, sofferenza, attesa. Ma dire ad un pubblico di persone bisognose d'amore: "devi soffrire ancora", "non sei stato corretto con il tuo amico", "lavora di più", "devi aspettare", "non sei stimato perché non sei meritevole di stima", "non si può avere tutto ciò che si desidera!", non genera proseliti e guadagni quanto le "parole positive": volontà, potere, ricchezza, possesso, felicità, amore.  Tutto ha un prezzo, anche l'amore. La felicità è il premio che la vita riserva solo a chi è in grado di pagarne il prezzo e, soprattutto, di apprezzarne il VALORE; il bene, bisogna meritarselo. E allora siate tristi quando volete, siate sinceri, chiedete aiuto quando volete, vi ritroverete accanto solo le persone che davvero ci tengono a voi: i finti amici scappano, si annoiano, si prendono solo il meglio e non vogliono aiutarvi. Non vogliono sentire lamenti o sofferenze, perché qualcuno gli ha insegnato, in maniera sbagliata, il concetto di "energia negativa", credono che chi sta male possa "infettarli" e si guardano bene dal frequentarli e, soprattutto, stanno bene attenti a non mostrarsi contenti. Allontanateli questi finti amici, la vera energia negativa è la loro, è quella di chi non sa condividere la gioia, che teme di essere contagiato dal virus della tristezza, che teme di essere invidiato perché probabilmente è il primo ad invidiare. Non abbiate timore di mostrare il dolore, non c'è niente di più bello e vero di un sorriso che nasce tra le lacrime.Forse più che le regole per vivere bene, dr Cirè, bisognerebbe che tutti cominciassimo a studiare i doveri.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog