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18 miliardi di risparmio grazie alle liberalizzazioni

Creato il 20 gennaio 2012 da Mutuonews
Risparmio liberalizzazioni

Si risparmierà anche con la liberalizzazione delle farmacie

Da un’intervista fatta a Franco Stefanoni, giornalista e autore de “I veri intoccabili” (Chiarelettere), sono emerse varie contraddizioni riguardanti pro e contro della manovra del governo Monti inerente la liberalizzazione. Con tale politica economica la crescita del PIL potrebbe raggiungere picchi pari a 1,5 % e portare risparmi dell’ordine di centinaia di euro nelle tasche di ciascun italiano. Ma tali liberalizzazioni sono veramente essenziali in tutti i settori lavorativi?

Stando alle parole dell’intervistato, le liberalizzazioni più importanti sono quelle riguardanti taxi e farmacie, sebbene il governo abbia dovuto ritrarre le proprie disposizioni inerenti i farmaci “di classe C“. A proposito di questi ultimi si è espresso in merito il presidente di Federfarma della provincia di Verona, affermando che questa categoria di farmaci non può assolutamente rientrare tra i “farmaci liberalizzati”, in quanto sono comprese delle sostanze tossiche, quali benzodiazepine ed ormoni, per i quali è impensabile la vendita senza prescrizione medica.

Secondo Stefanoni però un risparmio nettamente superiore si potrebbe avere dalla “deregulation” delle tariffe energetiche o dei trasporti, cresciute in questi anni molto più del tasso di inflazione.

Per quanto riguarda i carburanti, lo stesso Stefanoni fa notare che bisogna tener presente che la colpa della crescita dei prezzi è da ricercare anche nella crescita delle accise voluta dallo stesso Monti. Le società petrolifere hanno fatto investimenti che rischiano, con la liberalizzazione, di non recuperare più.

Ma qual è il rischio principale cui il consumatore deve stare attento con questa ondata di liberalizzazioni? La risposta sembra essere la qualità. “In tutti i mercati quando c’è una generale “deregulation” la qualità può andarci di mezzo. Ma proprio in questo caso l’esistenza di enti quali sono gli ordini che tutelano la qualità, può avere un senso. La questione è: sempre e davvero questa qualità è osservata, vigilata e ben gestita? I punti critici di una riforma sulle professioni e sugli ordini dovrebbe guardare anche a questo.”

Intanto, senza troppi giri di parole, i politici fanno sapere che, nonostante l’aria burrascosa e l’ondata di proteste, «Le liberalizzazioni si faranno, lo pretende l’Europa».

 


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