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18) Racconto: Il primo cavaliere

Da Angivisal84
Il primo cavaliere di Esther CalderoniCreatura: Grifone18) Racconto: Il primo cavaliere
Un’antica leggenda parla del primo incontro tra Morgan, un umano e Phyron, un Grifone. Da quell’incontro è nata un’alleanza che ha cambiato le sorti della guerra tra il regno di Hespèria e il regno di Kezia.Questo è quanto è accaduto quel giorno.
Stavo esplorando la foresta di Syltan, quando sento dei rumori strani e vado a controllare. Le scorribande dei Predoni di Kezia si sono spinte ai margini della capitale. Se uno squadrone fosse riuscito a creare una sede nella foresta, ci sarebbero stati seri problemi per tutto il Regno.Lascio il cavallo dopo pochi metri. Gli alberi sono fitti e il sottobosco è impenetrabile. Anche muoversi a piedi risulta presto un’impresa ardua.Nella foresta, la penombra regna sovrana. Ogni suono è amplificato, come se il mondo intero stesse col fiato sospeso, aspettando il susseguirsi degli eventi.Sfodero la spada. Vedo delle forme davanti a me, ma non riesco a distinguere bene di cosa si tratti. Avanzo lentamente, cercando di non fare rumore.Al centro di una piccola radura vedo due Grifoni a terra. Uno è immobile, riverso su un lato con la testa insanguinata e un’ala spezzata. L’altro respira a fatica.Un grido mi fa fermare. Il Grifone ferito ha sentito la mia presenza e mi sta fissando con occhi minacciosi.Rinfodero la spada e sollevo le mani.Non voglio farti del male...” faccio un passo in avanti “Se posso, vorrei aiutarti...”Il Grifone continua a gridare, anche se dal becco i versi sono sempre più deboli. Abbassa la testa piumata e prova ad alzarsi. Le zampe di leone non riescono a sostenere il suo peso. Crolla a terra.Mi avvicino di un altro passo, sempre con le mani sollevate. Non ho mai visto un Grifone da vicino ed sono molto incuriosito. So che le possenti ali di aquila permettono acrobazie degne di un uccello, ma la forza del corpo di leone consente loro di avere una grazia che esula quella di qualsiasi altra creatura.Il Grifone respira a fatica ed io lo raggiungo. Poggio la mano sulle piume della testa e il Grifone grida, cercando di beccarmi la mano. Non mi ritraggo e gli carezzo le piume.Il suo fianco è squarciato ed il sangue esce copioso dalla ferita. Un’ala è disarticolata, e la testa è graffiata.Voglio aiutarti... voglio curarti...” dico a voce bassa. Carezzo la testa del Grifone cercando di capire come agire. Sento che sta per morire e sento con tutto me stesso che devo aiutarlo.Il Grifone fa un flebile grido, chiudendo gli occhi.NO!!! NO!!! Resisti! Voglio curarti!!”Non puoi...” dice il Grifone con un sussurro “Sei solo un umano...”NO!!!” urlo, inutilmente...
Grifone... Grifone... riesci a capirmi?”Apre a fatica gli occhi. Mi guarda, scuote la testa e cerca di rimettersi a dormire.Grifone, dovresti mangiare... cosa posso procurarti? Ti ho portato una bacinella con dell’acqua, ma...”Non ho fame...”Devi mangiare! Cosa mangi?”Carne... carne fresca...” dice con gli occhi chiusi. La voce è stanca, e infastidita dalla mia presenza.Va bene, allora vado a caccia. Ho curato le tue ferite... cerca di stare fermo...”L’altro? Come sta l’altro Grifone?”È morto. Quando vi ho trovato era già morto”Cosa ne hai fatto?” mi chiede aprendo gli occhi rapaci e guardandomi con attenzione.L’ho seppellito. Non conosco le vostre tradizioni ma, ho voluto restituire il corpo alla terra. Ho segnato la sua tomba, nel caso avessi tradizioni diverse, ma non volevo che gli animali potessero mangiarlo, o che il corpo si decomponesse...”Annuisce e poggia di nuovo la testa al suolo.Vado a caccia ma non mi allontano molto. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami e tornerò subito. Il fuoco dovrebbe tenerti al caldo...”Perché mi aiuti?”Poi ne parliamo...”
Torno all’accampamento con un cervo in spalla. Non so come lo preferisce il Grifone e l’ho portato intero, senza sventrarlo.Faccio cadere a terra la sua preda e controllo le sue ferite. Per fortuna ho delle conoscenze magiche che mi hanno permesso di curarlo, altrimenti sarebbe morto. Non sono riuscito a sistemargli le ali, non avendo le adeguate conoscenze.Il Grifone apre gli occhi e mi guarda.Solleva la testa e prova ad alzarsi in piedi.Fermati! Ti ho curato le ferite ma... erano veramente gravi. Non sforzarti... rimani sdraiato...”Annuisce.Cosa mi hai fatto?”Ho usato la magia per curare la ferita al fianco. Ho chiuso la ferita, ma il mio potere magico non è molto grande. Non sono riuscito a guarirti completamente...” faccio un sorriso “Io mi chiamo Morgan, tu come ti chiami?”Phyron...”Come conosci la lingua degli umani?”Poggia la testa al suolo e chiude gli occhi. Gli poggio la mano sul collo ma rimane fermo. Faccio un sospiro.Phyron, come posso contattare qualcuno della tua specie? Hai bisogno di cure che non sono in grado di darti...”Non serve...”Perché?”Non risponde.
Passa la notte e la mattina umida fa prevedere la pioggia. Provo a costruire un riparo, ma riesco solo a realizzare una sorta di tettoia di fronde, che limita la pioggia, senza eliminarla. Copro Phyron come meglio riesce e continuo a cercare delle fronde per migliorare il riparo.Il falò è ancora vivo e fornisce calore, ma il legno secco è quasi finito, almeno nelle vicinanze.Devo trovare una soluzione entro breve tempo per poter curare il Grifone al meglio.
Torno all’accampamento con delle piccole prede. La tempesta ha svuotato di vita la foresta e sono riuscito a catturare solo un paio di conigli. Vedo la coperta che avevo messo su Phyron a terra, e provvedo a coprirlo di nuovo.Hai provato ad alzarti?”Non possiamo rimanere qui... lo sappiamo entrambi” mi dice con tono di rimprovero “Hai una fonte di magia con te? Qualcosa che possa caricarmi?”Prendo un amuleto da dentro la bisaccia. È un tesoro che ho trovato in una caverna del Nord ed avevo intenzione di portare al re, come pegno di lealtà.Phyron guarda l’amuleto e sente che trasuda magia. Annuisce piano.Mettimelo al collo... sono abbastanza in forze per usare la magia... almeno spero...”Cosa vuoi fare?”Phyron non risponde.Eseguo quanto mi ha chiesto e faccio qualche passo indietro.Phyron cerca di alzarsi in piedi e, con molta fatica, ci riesce. Solleva la testa verso il cielo ed inizia un canto armonioso, sublime. Il suo corpo si ricopre di luce bianca ch sparisce in qualche secondo. Al posto del Grifone adesso c’è un uomo, nudo, che si accascia a terra.Corro dalla persona comparsa al posto del Grifone: è molto magro, con una brutta ferita al fianco.Lo prendo in braccio e lo adagio nel mio giaciglio.L’uomo apre gli occhi stanchi e fa un sorriso.Ho forma umana? Ci sono riuscito?”Sì... ma...”Ora possiamo andare via da questa foresta... possiamo trovare riparo...” dice chiudendo gli occhi.Viene scosso da un colpo di tosse e le labbra gli si colorano di sangue. Apre a fatica gli occhi “Sono sfinito...”Phyron ma... ma cosa...”Fammi riposare qualche minuto, poi provo ad alzarmi...” dice chiudendo gli occhi e crollando subito in un sonno profondo.
Riorganizzo il campo. È più semplice costruire un riparo per due uomini, piuttosto che per un grande Grifone. La tettoia è più piccola e posso usare la tenda.Phyron rimane svenuto per tutto il giorno.
Sono seduto vicino al fuoco, preparando il pasto. La tenda si apre ed esce l’uomo. Mi sorride e gli mi si siede affianco.Quanto tempo ho dormito?” mi chiede.Un giorno intero...”Ci fissiamo.Phyron ha i capelli chiari, corti e scompigliati. Gli occhi hanno tinte dorate su fondo verde e sembrano quelli di un’aquila. Il corpo è esile, smagrito, coperto solo da un telo che ha trovato a terra nella tenda.Mi alza e prendo degli abiti puliti nella bisaccia. Phyron li guarda perplesso, poi annuisce e si veste.I vostri abiti sono comodi...”L’importante è che ti tengano caldo... Phyron, come hai fatto a trasformarti? Non sapevo che i Grifoni potessero farlo, o che sapessero parlare la mia lingua...”Voi umani non sapete niente di noi...”Questo è vero”Perché mi hai aiutato?” chiede guardandomi negli occhi.Onestamente? Non lo so nemmeno io... ti ho visto a terra, vicino ad un altro della tua specie e... ti ho voluto aiutare”Cosa vuoi da me in cambio?”Alzo lo sguardo e ci fissiamo.Non voglio niente in cambio. L’ho fatto perché... perché ne avevi bisogno... solo per questo”Phyron annuisce e si mette a guardare il fuoco.Puoi accompagnarmi al Palazzo dei Grifoni? Ora non potrei volare e non mi so orientare a terra...”Va bene, ma te la senti di affrontare un viaggio tanto lungo? Le tue ferite sono ancora aperte...”Ce la farò...”Allora partiamo appena terminato il pasto” verso la zuppa in una ciotola e gliela porgo “Hai mai mangiato la zuppa degli umani?”No, ma l’odore sembra buono...”
Leviamo il campo e ci mettiamo in marcia. Phyron è debole e lo costringo a salire sul mio cavallo. Lui guarda con sospetto la creatura che accetta di far salire un altro essere vivente sulla sua groppa, ma si rende subito conto della sua utilità.
Dopo tre giorni di viaggio, le sue condizioni sono decisamente migliorate e la sera, davanti al fuoco, prendo il coraggio di porre le domande che più mi incuriosiscono.Phyron, chi è il Grifone contro cui hai lottato?”Si chiama Nigor ed è il successore al trono. Ed un traditore...”E tu? Chi sei?”Sono suo fratello...” mi guarda negli occhi “Lui ha organizzato un attentato per uccidere nostro padre. Voleva far in modo che la colpa ricadesse su altri, magari proprio su di me... per avere il trono tutto per sé. L’ho scoperto e ci siamo scontrati. Non era mia intenzione ucciderlo, ma... o lui, o io. Per fortuna non aveva complici”Adesso cosa vuoi fare?”Devo annunciare la sua morte, e il suo tradimento...”Rimango zitto, guardando il fuoco.No... rischi che accusino te di tradimento. Non hai prove delle sue colpe e penseranno che l’hai ucciso per avere il trono”Phyron guarda anche lui il fuoco, stringendosi addosso la coperta.Cosa proporresti?”Puoi dire che siete stati attaccati, che vi siete difesi e che lui è caduto, permettendo a te di sopravvivere. Puoi farlo sembrare un eroe...”Sarebbe una menzogna”Sì, ma era tuo fratello”Quale potrebbe essere un nemico talmente forte da sconfiggere due Grifoni?”Magari... magari potrebbero essere i Draghi guidati dai guerrieri di Kezia... magari voi Grifoni vi potete schierare nella guerra...”Phyron mi guarda negli occhi.È questo che vuoi in cambio del tuo aiuto? Vuoi che ci schieriamo al vostro fianco?”La guerra fa male a tutti. Pensi che i Grifoni possano rimanere neutrali? Anche voi vivete nel regno di Hespèria...”E magari potremmo diventare le cavalcature di voi umani!” dice con tono sarcastico.Non cavalcature, ma compagni di battaglia. Le nostre due razze si sono ignorate per troppo tempo. Possiamo stipulare un patto. Voi Grifoni siete eccezionali in battaglia, e anche noi umani siamo bravi. Secondo me, se ci addestriamo insieme, possiamo diventare imbattibili!”Devo pensarci... devo parlarne con mio padre...”
Arriviamo al palazzo dei Grifoni e Phyron viene scortato dai maghi guaritori. Io vengo lasciato fuori all’ingresso. Gli umani non possono entrare nel Palazzo, è la legge.Non me ne preoccupo e pianto la tenda tra le montagne. Mi sento osservato, ma non mi interessa. Non ho intenzione di fare qualcosa di sconveniente, o tentare di entrare non invitato.
Dopo due giorni, Phyron, in forma di Grifone, mi invita personalmente ad entrare a Palazzo, per un’udienza privata con il Re.Espongo la mia idea di formare un corpo armato speciale per combattere contro il regno di Kezia, e Phyron si dice disposto ed essere il mio destriero.Il re si lascia convincere e iniziamo ad addestrarci insieme, a capire l’uno come pensa un umano e l’altro come pensa un Grifone.Iniziamo a vedere il mondo come fossimo un’unica creatura, forte, imbattibile e letale. Il primo Guerriero Grifone della storia. Il Primo Cavaliere.

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