“Ad Ablondi tocca ridare l’acqua ai degenti ma dice che non è pentito della sua precedente scelta:guadagna più di 180k euro#mondoallarovescia” ha twittato Emanuele Coti Zelati, consigliere comunale di Sel a Crema.
180mila euro (lordi= per un direttore generale, Luigi Ablondi, parmense, legato discretamente al mondo di Forza Italia di Parma. Il quale non rinnega affatto la propria scelta: togliere l’acqua ai ricoverati ospedalieri. Giusto il suo avvertimento sui tagli tremendi che verranno. Ma è ora che chi governi capisca (ci vuole forza sociale e politica però per rendere comprensibili al governo le idee più semplice) che i dirigenti ben pagati, o anche strapagati, ovunque, perché non si vuole qui demonizzare un singolo quando gli esempi sono infiniti, sono insopportabili per uno Stato come quello italiano che deve tagliare una buona volta le spese.
Il buon Ablondi, direttore generale assai attivo nella sanità cremasca e del circondario, può rinunciare a una bella fetta di compenso, come tanti altri dirigenti di tanti altri settori, nessuna categoria esclusa? Oppure bisogna tagliare l’acqua e anche il pane o chi non guadagna o come dicono i politici di centrodestra “è uno sfigato”? La povera gente già l’ha fatto: c’è chi mangia di meno, o spreca di meno. Chi risparmia sugli alimentari, chi non compra un vestito da tempo.
I negozi chiudono. Si è arrivati alla crisi più feroce del secolo, dopo quella americana e poi europea del ’29, impreparati e condizionati da bugie enormi da parte dei massmedia e dell’ottimismo falso ma tenace di Berlusconi.
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