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183. dio è morto, marx è morto, ed io non mi sento molto bene

Creato il 19 dicembre 2015 da Mavi
Eccomi qua, dopo una breve pausa sono tornata. Non è che in questo periodo non avessi avuto niente da raccontare, anzi, di idee e di elucubrazioni di vario genere avrei potuto scrivere ogni giorno, ma non mi piaceva il modo. Sarebbe stato più che mai il mio mondo, quello che avrei scritto sarebbe stato sì dettato dal mio filosofico approccio alla vita, talvolta triste, talvolta ironico, ma sarebbe anche stato troppo imbarazzante. Mi spiego. Raccontare storie verosimili, commentare eventi noti e meno, è la mia passione, ma il modo in cui l’avrei fatto sarebbe stato fortemente influenzato dal mio attuale stato di donna amareggiata e disillusa. La vita mi ha sottoposta a dure prove nel corso degli ultimi anni, soprattutto in questo disastroso 2015, ma sono fermamente convinta che dai disastri nasca il meglio. È sempre preferibile disfare tutto e poi ricostruire piuttosto che provare ad aggiustare.Per questo, ai miei lettori affezionati, che negli ultimi mesi hanno colto la mia tristezza ed il mio disincanto, voglio mostrare il mio lato migliore, la mia fiducia nelle mie forze e nel futuro, voglio continuare a raccontare ed a svelare tutti i pensieri e le emozioni che ci accomunano, perché il mondo di Mavi è tutto: è voglia di amare ed essere amati, è rabbia per i soprusi e le ingiustizie sociali, è passione per l’arte in ogni sua forma, è amicizia, è caos, è famiglia.Il titolo del post è un chiaro richiamo celebrativo all’autore, il grandissimo Woody Allen, che lo scorso primo dicembre ha compiuto 80 anni. Quest’omino geniale, per cui nutro grandissima ammirazione, tra i più noti ebrei d’America, il più europeo degli autori d’oltreoceano, ironico, astuto, introspettivo, sadico e meravigliosamente stupefacente. È anche su di lui che avrei voluto scrivere un post gli scorsi giorni, ma poi sarei caduta nella trappola del mio stato d’animo e avrei speso molte più parole sull’aspetto umano di questo misero uomo. E non che non fosse giusto, magari avrebbe fatto sorridere anche lui, ma di Woody andava celebrato per le sue doti artistiche, per il modo in cui ha saputo farci ridere e sorridere, ironizzando sulle disavventure della vita, sui disagi personali e sulle debolezze di noi miseri abitanti di questa terra.Avrei voluto anche scrivere dell’avvicendamento di Mario Calabresi alla direzione de la Repubblica, e del contestuale abbandono di Adriano Sofri, ma anche in questo caso mi sarei soffermata quasi esclusivamente sull’aspetto emotivo della vicenda. Io non lo so cosa sia giusto o sbagliato, ma so di certo che non riuscirei mai a perdonare un uomo che considero responsabile della morte di mio padre, direttamente o indirettamente. Toccatemi genitori o figli, divento una leonessa, chi mi conosce lo sa.E adesso tocca a me, adesso Mavi deve cacciare gli artigli per difendere se stessa, per prendersi cura di sé. Il grande Pino che ci ha lasciato all’inizio di questo tormentato anno, cantava: Sient nun fa accussì, nun dà retta a nisciun, fatt ‘e fatt tuoje, ma si a suffrì caccia a currea …
Buon Natale e felice 2016 a tutti voi, amici e nemici del blog, siate sereni, generosi ed altruisti, ma arrabbiatevi ed abbiate il coraggio di incazzarvi se non vi rispettano! 

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