Magazine Talenti
Il primo freddo che si sentiva fino a qualche settimana fa, paragonabile a un abbraccio da cui non volevo sottrarmi, è già diventato una morsa paralizzante. Una sorta di campana di vetro sotto cui mi sento soffocare.
Non è la prima copertina leggera che mettevo ai primi segnali di raffreddamento estremità, ma una sorta di corazza che mi avvolge come un’armatura, mi fa rigirare nel letto come una cotoletta impannata e mi rende già insofferente.
Queste pioggerelline leggere ma insistenti, poi, quando la domenica e le allegre sagre di paese sono ancora lontane, rendono così deprimenti e grigi questi pomeriggi infrasettimanali un po’ così. Spogli di foglie verdi, ma non ancora scheletricamente indolenti.
Nemmeno un ultimo raggio di sole a fare un po’ di luce; devo per forza accenderne una artificiale, di quelle che rendono l’umore ancora più funereo, lugubre. Nonostante sia bianca, non trasmette nulla se non l’impellenza di un cambio d’orario che anticiperà di un’ora questo giornaliero supplizio.
Scosto un poco la tenda, e osservo in lontananza una nivea nebbiolina. Rende le mie colline così lontane e decisamente deprimenti. Ovunque mi giri, non riesco a trovare nemmeno una macchia, anche lontana, invisibile, di colore. Nessun cappottino rosso a girare per strada, nessun ombrello giallo limone far capolino da dietro una curva. Tutto deve essere così schematicamente nero: come quei noiosissimi dictat che vogliono i colori allegri solo d’estate. Come se il pegno da pagare per sopportare tutto questo grigiore non sia già abbastanza alto.
In questi momenti non trovo nulla di bello nell’autunno, non trovo la poesia nelle foglie per terra, calpestate da scarpe ancora troppo leggere, non le vedo di un rosso vivo e caldo come un bacio tra due amanti, ma di acquerello sbiadito; non vedo ancora nessun baracchino per strada di qualche ometto che vende le caldarroste, non sento ancora il richiamo di una delle tante sagre che circondano l’Oltrepò nei fine settimana autunnali.
Ma ci vuole anche questo per assaporare meglio tutto quello che di buono verrà.O forse, come tutte le cose brutte, è solo questione di abitudine.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il cestino dei prodotti terminati di Dicembre e Gennaio in coll. con la dolce...
Ciao ragazze!!!Finalmente riesco a scrivere il post sui terminati del mese di Dicembre e di Gennaio... Son stata davvero davvero molto soddisfatta di quello... Leggere il seguito
Da Fiorellina84
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
Shopping Siciliano e da rientro ^_^
Buon pomeriggio!!! Sono tornata a casina!!! Come state? Io bene dai, ora, son in fase di rientro e ho un sacco (come al solito) di cose da fare, in più, la mia... Leggere il seguito
Da Fiorellina84
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
Dimmi come fai la spesa e ti dirò chi sei!
Andiamo a “fare la spesa”?. Quante volte nel corso di una vita pronunciamo queste tre semplicissime parole, che stanno ad indicare un’azione volta all’acquisto... Leggere il seguito
Da Gattolona1964
DIARIO PERSONALE, PER LEI, RACCONTI, TALENTI -
Ma che fatica fare spinning
È una faticaccia andare in palestra.Arrivi in spogliatoio che ti devi cambiare e inizia la lotta per trovare un posto dove appoggiare la borsa, fare a gara con... Leggere il seguito
Da Micamichela
DIARIO PERSONALE, RACCONTI, TALENTI -
Verona-Bogotà: unmilioneduecentomilalire
Decisi di partire all’improvviso. Mi licenziai dal mio primo lavoro da segretaria part-time consapevole che a 21 anni appena fatti, era troppo presto per... Leggere il seguito
Da Lara Ruzza
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
Del tempo che scorre nella clessidra… facciamoci un castello!
Anche una cozza ogni tanto si concede un po’ di vita mondana e ammetto che a volte ne sento proprio la necessità. Sono un paio di giorni che qui il clima... Leggere il seguito
Da Cozzanews
TALENTI