I conflitti globali sono alimentati sempre più dalle mire su petroliopetrolio
Combustibile di colore da bruno chiaro a nero, costituito essenzialmente da una miscela di idrocarburi. Si è formato per azioni chimiche, fisiche e microbiologiche da resti di microorganismi (alghe, plancton, batteri) che vivevano in ambiente marino addirittura prima della comparsa dei dinosauri sulla terra. I principali composti costituenti del petrolio appartengono alle classi delle paraffine, dei nafteni e degli aromatici, che sono composti organici formati da carbonio e idrogeno e le cui molecole sono disposte secondo legami di varia natura. e gas naturalegas naturale
Idrocarburo che ha un'origine simile al petrolio, che si forma a partire dalla decomposizione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno (O2) di microorganismi, attraverso processi biologici avvenuti nel corso delle ere geologiche. La composizione del gas naturale varia notevolmente a seconda del sito di formazione, ma in genere presenta un'alta percentuale di metano (dal 70 al 95 %), anidride carbonica (CO2CO2
Gas inodore, incolore e non infiammabile, la cui molecola è formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È uno dei gas più abbondanti nell'atmosfera, fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali (fotosintesi e respirazione).
), azoto (N2) e idrogeno solforato (H2S). e sul denaro che queste risorse muovono. E su questo è impeccabile l’analisi di Michael T. Klare, docente di studi sulla sicurezza internazionale al Hampshire College di Amherst, in Massachusetts. Ha appena pubblicato il suo ultimo libro, "The Race for What's Left: The Global Scramble for the World's Last Resources".
Iraq, Siria, Nigeria, Sud Sudan, Ucraina, Mar della Cina a oriente e meridione: dovunque si guardi, il mondo è infiammato da nuovi conflitti o guerre che si intensificano. A prima vista appaiono eventi indipendenti l’uno dall’altro, fondati su circostanze specifiche. Ma guardando meglio si comprende come abbiano in comune caratteristiche fondamentali. E’ questa la presa di posizione di Michael T. Klare.
«Certo, in ciascuno di questi conflitti emergono antagonismi atavici fra tribù, sette e popolazioni vicine. In Iraq e Siria ci sono attriti profondi tra sciiti, sunniti, curdi, turkmeni e altri ancora; in Nigeria tra musulmani e cristiani e gruppi tribali; in Sud Sudan tra Dinka e Nuer; in Ucraina tra ucraini lealisti e allineati filorussi; nel Mar della Cina a oriente e a sud tra cinesi, giapponesi, vietnamiti, filippini e altri ancora. Sarebbe facile attribuire tutto ad attriti e odi di lunga data, come suggerito da molti analisti; ma questi conflitti in realtà sono alimentati da impulsi ben più attuali e moderni, cioè la volontà di controllare i giacimenti di petrolio e gas naturale. Non cadiamo nell’errore: le guerre del ventunesimo secolo sono le guerre per l’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J). Nessuno dovrebbe sorprendersi a fronte del ruolo che l’energia gioca in queste guerre. Dopo tutto il petrolio e il gas naturale sono la fonte maggiore di introiti per governi e grandi società quando ne controllano produzione e distribuzionedistribuzione
Attività di trasporto (di elettricità o di gas) agli utilizzatori finali attraverso le reti di distribuzione.. E i governi di Iraq, Siria, Nigeria, Sud Sudan e Russia ottengono enormi profitti dalla vendita del petrolio, mentre le grandi aziende dell’energia (molte di proprietà degli Stati) esercitano un potere immenso nelle nazioni coinvolte. Chiunque possa controllare questi Stati, e le aree al loro interno dove si estraggono petrolio e gas naturale, controlla anche la collocazione e l’allocazione di risorse cruciali. La battaglia per le risorse energeticherisorse energetiche
Stima dei volumi totali di fonti energetiche, sia scoperte che non ancora scoperte. Tale quantità comprende anche le riserve. «è stata un fattore importante in molti recenti guerre, come la guerra Iran-Iraq tra il 1980 e 1988, la guerra del Golfo nel 1990 e la guerra civile sudanese tra il 1983 e il 2005. Magari, a prima vista, nei conflitti più recenti questo aspetto può apparire meno evidente, ma è sempre per quello. Le divisioni etniche e religiose possono fornire il carburante politico e ideologico, ma è la caccia al profitto che tiene viva la battaglia. In un mondo ancora fondato sui carburanticarburanti
Sostanze solide, liquide o gassose, di origine naturale o derivanti da processi industriali, contenenti carbonio e idrogeno, che, se bruciate, sviluppano calore in base al loro "contenuto energetico" (potere calorifico). fossili, controllare petrolio e gas è una fattore essenziale dei poteri nazionali».
«Il petrolio fa muovere automobili e aerei – ha detto Robert Ebel del Center for Strategic and International Studies – alimenta il potere militare e la politica internazionale. E’ determinante per il nostro benessere, così come determina la ricchezza di chi possiede questa risorsa e la debolezza di chi non la possiede». Forse un giorno lo sviluppo delle energie rinnovabilienergie rinnovabili
Una risorsa è detta rinnovabile se, una volta utilizzata, è in grado di rigenerarsi attraverso un processo naturale in tempistiche paragonabili con le tempistiche di utilizzo da parte dell'uomo. Sono considerate quindi risorse rinnovabili:
- il sole
- il vento
- l'acqua
- la geotermia
- le biomasse potrà cambiare tutto ciò, ma oggi se vedete una guerra scoppiare, guardate subito alle fonti energetiche.
Fonte: Il Cambiamento