Come scorgendosi nel letto
Uno che dorma o in veglia sia disteso
Le mascherate membra del suo corpo
Però vaganti dune senza peso
E di coltri volubili gonfiezze
Forma di quiete solo essendo il morto
Io che vi sento smuovervi – parole:
E anime a una riva d’Acheronte
Per misterioso transito ammucchiate
Al quale or vi rifiuta ora vi prende
Torpido Caronte la mia mente
Che la barca riempie per riempire
Senza vedere qual di voi qual altra
Sia nella giusta sorte del partire
Di là rimaste così mi tormentate di notte
Spine del mio camminare
Voi dalla vostra finale
Essenza escluse bestiole
Infanti che reclamate
Nome, udienza –
Erinni al pavido cuore
Ossia bollicine minuscole
Verso l’alto sgorgando
Una e una e poi una
Precipiti a un liscio specchio:
Un ridere, un ridere
Del falso ordine –
Sì che abbia requie il testo e in me il vecchio
Giovanni Giudici – I versi