Autore: 1984
Titolo: George Orwell
Titolo originale: 1984 (Nineteen Eighty-Four)
Genere: Letteratura straniera
Data prima pubblicazione: 1949 (in Italia nel 1950)
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Classici Moderni
336 pagine
Prezzo copertina: 9,50 €
EAN 9788804507451
Il titolo è emblematico e futuristico, se pensate che è stato scritto nel 1948, quando Orwell si poteva considerare un pazzo veggente. Ma leggendo bene tra le righe non c’è nessuna pazzia, solo tanta lungimiranza. Data, probabilmente, da un’acuta osservazione del mondo e da una buona conoscenza del passato. Già, perché è dal passato che si traggono gli insegnamenti, e noi umani non sembra abbiamo imparato molto dagli errori di un tempo.
La trama è un po’ complessa. Nella visione di Orwell la Terra era suddivisa in tre mondi – Oceania, Eurasia, Estasia – che giocavano a fare la guerra come in un grande Risiko. In particolare in Oceania, dove sono ambientati gli avvenimenti raccontati nel romanzo, la psicopolizia controllava i comportamenti degli umani, si parlava la Neolingua ed era accettato solo il Bipensiero. Un regime totalitario governava su tutto, secondo i principi del Socing, il socialismo inglese, e il Grande Fratello controllava ogni azione. Ci avevate mai pensato? Da dove salta fuori il nome di quel famoso reality che vi accanite a guardare ogni anno? Proprio da qui. Grazie a televisori-telecamera installati in ogni luogo, comprese le case (e le camere da letto), The Big Brother spiava 24 ore su 24 i movimenti e le parole dei suoi subalterni, per evitare comportamenti devianti e mantenere l’ordine pubblico. Uno dei membri, Winston Smith, incaricato di correggere gli articoli di giornale già pubblicati per rendere le previsioni del partito sempre veritiere, decise di ribellarsi, rimanendo però vittima di quella forma di pensiero corrotta e manipolatrice che lo alienerà al regime.
La divisione della Terra secondo George Orwell
1984 è stato più volte definito il romanzo dispotico per eccellenza. Un governo autoritario vede e controlla tutto, e lo stile di Orwell ti getta a capofitto in un mondo allucinante e pauroso, tanto è reale. Seppur scritto più di cinquant’anni fa, questo libro è quanto mai attuale.
Oltre agli slogan che campeggiano sui manifesti, nelle città, (La guerra è pace, La libertà è schiavitù, L’ignoranza è forza) ci sono alcuni passi davvero esplicativi che vorrei citare, per vedere di stuzzicare un po’ la vostra curiosità verso quello che – a mio avviso – è uno dei capolavori della letteratura internazionale.
«Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere. [...] Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale propria nell’atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Sopratutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola “bipensiero” ne implicava l’utilizzazione.»