Crediti NASA/Spitzer Space Telescope.
Un ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, California, ha accuratamente determinato la massa di un vicino asteroide di parecchi milioni di chilometri di distanza dalla Terra. L’equivalente celeste dell’ “indovina il tuo peso” (o meglio la tua massa) è stato raggiunto da Steve Chesley del Near-Earth Object Program Office del JPL utilizzando i dati dal Goldstone Solar System Radar nel deserto californiano, dallo Spitzer Space Telescope, telescopio in orbita, e dall’Arecibo Observatory a Puerto Rico sponsorizzato dalla NASA.
Chesley ha presentato le sue ricerche il 19 maggio scorso presso il meeting Asteroids, Comets and Meteors 2012 tenutosi a Niigata, Giappone.
Secondo Chesley, per definire la massa di un asteroide, è necessario prima di tutto capire la sua orbita e tutto ciò che può influenzarla, compresi i vicini corpi celesti e qualsiasi forza che dia una propulsione, per quanto piccola, all’oggetto stesso.
Con l’utilizzo di osservazioni estremamente precise raccolte dall’astronomo Michael Nolan dell’Arecibo Obsevatory nel settembre 2011, le osservazioni radio di Arecibo e di Goldstone compiute tra il 1999 e il 2005, e gli effetti gravitazionali del Sole, della Luna, dei pianeti e degli asteroidi, Chesley è stato in grado di calcolare di quanto l’oggetto roccioso è stato deviato dall’orbita prevista. Chesley ha trovato che la deviazione dal modello matematico è di circa 160 chilometri negli ultimi 12 anni. L’unica spiegazione logica per questo cambiamento orbitale è che l’asteroide stesso ha generato una forza propulsiva piccolissima conosciuta tra gli addetti ai lavori come Yarkovsky effect, effetto Yarkovsky.
L’effetto Yarkovsky è stato chiamato così in ricordo dell’ingegnere russo del XIX secolo che per primo propose l’idea che un piccolo oggetto roccioso può venir influenzato, su lunghi periodi di tempo, dalla leggera spinta creata quando assorbe la luce solare e la riemette sottoforma calore. L’effetto è difficile da misurare perchè è estremamente piccolo.
“Al suo culmine, quando l’asteroide è più vicino al Sole, la forza Yarkovsky su 1999 RQ36 è solo di un grammo e mezzo circa, pari a quella di tre acini d’uva” ha affermato Chesley. “Quando si parla di una forza di tre acini d’uva che spingono qualcosa come una massa di milioni di tonnellate, ci vuole un sacco di misurazioni ad alta precisione per un lungo periodo di tempo per osservare eventuali cambiamenti orbitali. Fortunatamente l’Osservatorio di Arecibo ha fornito una dozzina di anni di osservazioni radar e siamo riusciti ad osserli”.
Il pezzo finale del puzzle è stato fornito da Josh Emery dell’University of Tennessee, Knoxville, che ha utilizzato lo Sptzer Space Telescope nel 2007 per studiare le caratteristiche termiche della roccia spaziale. Le misurazioni di Emery delle emissioni infrarosse di 1999 RQ36 hanno permesso a Chesley di ricavare la temperatura dell’oggetto. Da lì è stato possibile determinare il grado in cui l’asteroide è stato coperto da una sorta di coperta isolante di materiale fine, che è un fattore chiave importante per l’effetto Yarkovsky.
Note le dimensioni dell’orbita dell’asteroide, e conosciute le proprietà termiche e la forza propulsiva (l’effetto Yarkovsky), Chesley è stato in grado di eseguire un calcolo fondamentale per ricavare la densità apparente dell’oggetto.
“1999 RQ36 ha un peso di circa 60 milioni di tonnellate ma un diametro di circa mezzo chilometro soltanto” ha affermato il ricercatore. “Questo significa che ha circa la stessa densità dell’acqua, quindi è più che probabile che sia un miscuglio molto poroso di roccia e polvere”.
L’asteroide 1999 RQ36 è di particolare interesse per la NASA dato che è il target della missione OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security, Regolith Explorer). Programmata per essere lanciata nel 2016, OSIRIS-REx si poserà su 1999 RQ36, raccogliendo i campioni di roccia e portandoli successivamente a Terra.
La NASA rileva, traccia e caratterizza gli asteroidi e le comete che passano relativamente vicini alla Terra utilizzando sia telescopi terrestri che quelli spaziali. Il Programma Near-Earth Object Observations, comunemente chiamato Spaceguard, scopre questi oggetti, ne viene a caratterizzare un sottoinsieme di essi e stabilisce le loro orbite per determinare se qualcuno possa essere un potenziale pericolo per il nostro pianeta. Il JPL gestisce il Near-Earth Object Program Office per il Science Mission Directorate della NASA a Washington.
Ulteriori informazioni sugli asteroidi e sui Near-Earth Objects è disponibile su: http://www.jpl.nasa.gov/asteroidwatch.
Fonte Spitzer Space Telescope: NASA Scientist Figures Way to Weigh Space Rock – http://www.spitzer.caltech.edu/news/1424-feature12-04-NASA-Scientist-Figures-Way-to-Weigh-Space-Rock
Sabrina