Buone vacanze Trilogia con muro, borsa e bambino
spettacolo che La Contrada presenterà, al suo debutto nazionale, per la rassegna Open Door Teatri a Teatro, promossa dalla Provincia di Trieste.
Avere a che fare con un bambino è o dovrebbe essere per un adulto un’esperienza assolutamente
unica. Che sia nostro figlio, un nipote, uno scolaro, uno sconosciuto che intercettiamo in una
frazione della nostra vita, un bambino è sempre la cartina al tornasole della nostra capacità di
amare, ovvero della struttura affettiva raggiunta da un adulto.
Oggi la società degli adulti non pone i bambini al suo centro, non ce la fa per un milione di motivi
che sfuggono probabilmente alla responsabilità del singolo; si permette invece che li ponga il “mercato”, che inevitabilmente ai bambini di una società opulenta pensa fin troppo. È infatti con la delega al prodotto acquistabile, con il ricorso diffusissimo agli animatori di feste di compleanno, con l’esposizione alla “pedagogia” televisiva, con l’iscrizione talvolta ossessiva a corsi di ogni tipo che l’adulto surroga la propria mancanza di tempo e soprattutto di fantasia. Il contributo di creatività rivolta ai bambini proviene perciò da entità troppo spesso esterne alla loro sfera affettiva
quotidiana.
Buone vacanze non tenta di dare soluzioni preconfezionate: affidandosi allo straordinario potere
del teatro cerca solo di offrire agli adulti un momento prezioso di sosta, libero e denso di emozioni, che favorisca il riaffiorare di sensazioni lontane e il recupero di istinti creativi, di conoscenze e abilità sopite da poter condividere con i bambini della loro vita. Per costruire un mondo sentimentalmente meno analfabeta di quello attuale.
Ho chiesto a Carlo Tolazzi di pensare a tre storie
che avessero per protagonista un bambino. Poi,
volevo che in ciascuna delle tre storie comparissero
una borsa, che serve a contenere, a portare, a
nascondere… beh, si vedrà! E un muro, che può
certo avere l’utilità di separare un di qua da un di
là, ma intanto è perfetto per farci anche un sacco
di altre cose.
(Maurizio Zacchigna)