Chi ha la sfortuna di doversi recare presso uno studio medico, per un controllo, il ritiro di una ricetta, di un esame, con molta probabilità si vedrà avanzare questa richiesta dall’assistente addetta all’accoglienza dei pazienti/clienti. Spesso non c’è nemmeno bisogno di chiedere, in quanto viene esposto un cartellino dove si chiede di lasciare quest’obolo alla persona incaricata di aprire/chiudere la porta (di solito oltre questa attività non viene fatto altro da parte dell’addetta alla riscossione). E’ certo una pratica diffusa ma sono certo che non costituisce la maggior parte delle realtà, me lo auguro….
Fin da bambino quando mi capitava di recarmi presso uno studio medico vedevo quel cartello ma non mi sono mai posto troppe domande, credevo fosse normale e fosse giusto, e avevo l’impressione che con quella moneta si aiutasse la persona che svolgeva un lavoro onesto e senza troppe tutele.
Oggi non la penso più così, sono uomo e ho fatto le mie esperienze, ho studiato, ho visto un po’ come gira il mondo, e oggi quella richiesta mi appare in realtà un abuso, non da parte di un povero lavoratore senza tutele che accoglie i pazienti, ma di un professionista –un medico, un professore – che è tutt’altro che bisognoso del nostro misero obolo!
Le persone si prestano è vero, ma direi subiscono in silenzio, si lasciano vessare consapevolmente, e spesso si vergognano ad opporsi per cifre così esigue, anche se ho sentito parlare di realtà dove l’obolo arriva anche a 5euro.
Tanti o pochi che siano, se rapportati alla parcella di una visita specialistica o per esami diagnostici, questo non ha nessuna rilevanza, sono d’accordo, 2euro non fanno la differenza, ma sono le vecchie 4milaLire, non ce lo scordiamo, e comunque non è la quantità ma il gesto, l’atto, il “principio” si dice solitamente, quello che colpisce.
Sgombriamo il campo da malintesi: non sto denigrando nessuno né generalizzando verso la gente del Sud (di cui faccio parte) che silentemente si sottopone a questi abusi, né voglio che queste pratiche per raggranellare “furbettescamente” soldi vengano configurate, additate quali usanze del Sud in quanto tale, perché così non è.
Gli individui sono responsabili di ciò che fanno, non c’entra la razza-la religione-la provenienza geografica o storica. Punto e a capo!
Il problema è ben poco banale attenzione, certo ramificato e variegato, che porta ad alcune riflessioni: i soldi prelevati ai clienti, anche se consenzienti, che fine fanno? Sarà vero che li intasca del tutto l’assistente dello studio medico? Se così fosse, questi oboli costituiscono il suo reale stipendio? Mah..
Domande ce ne sarebbero ancora ma non vorrei stigmatizzare l’aspetto formale, il mio ruolo di scrittore-cronista-blogger (fatemi enfatizzare tanto non costa nulla..) mi consente anche analisi-riflessioni diverse...
E’ triste che un medico chieda ai suoi pazienti/clienti di tassarsi per pagare un addetto del suo studio che sta li per decisione del medico, non di altri, e svolge un servizio ad esclusivo vantaggio del medico…
Non ho molti altri commenti da fare, questa pratica si commenta da sé, tutti però fanno buon viso a cattivo gioco, forse bisognerebbe cominciare da queste piccole cose per ricostruire quel senso, quella coscienza civica fragile e ammalata nella nostra società.
Un briciolo d’indignazione (costruttiva) in più ogni tanto non guasterebbe.
nanni
