PER UN’AMANTE DELLE LETTERE COME ME, I NUMERI NON SONO NULLA. DI SOLITO.
Però siamo a 200.
Ho scritto qualche riga, salvato qualche doc. Mi sono detta no e mi sono detta sì. Poi alla fine ho aperto il blog. Devo dirlo: ho una pessima opinione della mia costanza.
Ho una buona perseveranza razionale, quella sorta di carro armato che non si ferma perché “non si può”, “non si deve”, “si fa così”, “devi essere coerente.”
Ma la costanza vera, buona, quella che sgorga come forma di sé, naturale predisposizione spirituale spalancata sulle cose con vigorosa fiducia… questa non è la stessa merce.
Fare le cose con l’animo in mano, usare la mente per recuperare i palpiti nei giorni di fiacca, come un alza piedi per sporgersi a guardare di sotto, insistere quando pare di non avere voce, nemmeno con se stessi: questo non me l’aspettavo. Credevo avrei chiuso di lì a poco. E invece siamo a 200 post.
Pezzi scritti dai miei figli, dai giorni, dalle cose. Da minuti grandi come palazzi e palazzi piccoli come sabbia. Sorrisi dilaganti che reggono parole come stendipanni. E momenti in cui s’inzuppa il tempo.
La magia della scrittura è che puoi riscrivere la vita: e mentre la riscrivi trovi come abitarla.
Ringrazio i miei figli, ringrazio mio marito. Ringrazio voi che mi leggete: quelli cui ho tolto due minuti ma magari ho anche lasciato qualcosa. Quelli che mi commentano e quelli che non lo fanno (anche se mi farebbe piacere). Ho conosciuto e ancora conoscerò persone meravigliose.
Rimango piccina, un blog che canticchia piano tra milioni di concerti e orchestrali anche migliori, o più noti. Mi perdo nel web come un gesto sottile tra le faccende del giorno. Ma sento tutto il calore, lo scalpitio, l’eco e il silenzio della sua piccola presenza, e il vostro ritorno. E ne sono profondamente felice.
Happy Postday, Pensieri rotondi!
Celebrando la tappa dei 200 post vi lascio un collage coi miei preferiti…