"2001 Odissea nello Spazio": un evidente manifesto d' intenti

Creato il 15 marzo 2013 da Bruno


Consiglio di leggere il seguente post tenendo contestualmente presente quanto già esposto qui ( confrontare, please ! ): se là abbiamo infatti la descrizione del "motore" più prosaicamente meccanico utilizzato dal sistema massonico-borghese, qui ne analizziamo l' aspetto metafisico, l' idea concettuale di base che lo muove, insomma il "perchè" del sistema stesso.
Ossia il sostanziale assunto unificante dell' epoca in corso, assunto che anche attraverso questo film ( che possiamo leggere come vera e propria dichiarazione d' intenti ) viene comunicato dalla "mente architettonica" all' intellighentia del sistema, alla classe intellettuale e colta, agli stessi attuatori ai quali viene presentato il "canovaccio" che dovranno applicare. Non solo, ma abbiamo qui la perfetta trasposizione iconica e immaginifica delle successive "fasi", là descritte, a muovere il nostro ciclo storico.
( Anche se andarsi a rivedere il film oggi comporta un bello sforzo, per la particolare lentezza delle scene a cui non siamo più abituati, ecco una pagina dove trovare vari link di streaming o visionarlo direttamente:
http://www.cineblog01.org/2001-odissea-nello-spazio-1968/ )


PREMESSA:  come sempre, non basta un solo indicatore a poter trarre un' ipotesi valida ed applicabile. Ma quanto andremo a scoprire analizzando il film in chiave metastorica sono le medesime congetture e significati già trovati nella "viaggio della locomotiva" del filmato di Vasco, e in altri film di Kubrick, in particolare "Shining" ed "Eyes Wide Shut", dei quali intendo fare prossimamente un' analisi parallela anche alla luce dei più recenti accadimenti attuali.  
PERIODO STORICO: Il film è del1968: non solo ci troviamo dunque in piena fase "espansiva e ottimistica" del ciclo storico, quella più foriera di nuovo pensiero culturale, filosofoco ed ideologico, ma il film richiama volutamente l' epopea lunare ( da alcuni anni era partito l' ambizioso Progetto Apollo ), anzi sembra esserne una sorta di commissionata esaltazione in vista del prossimo sbarco lunare.
Esaltazione affidata a quello stesso regista che verrà poi chiamato a realizzare gli "scatti fotografici eseguiti in studio" riproducenti alcuni momenti salienti dell' allunaggio dell' Apollo 11 ( vero o presunto -quindi puro rituale- che sia poco importa, come considero alla fine del post: il progetto Apollo è simbolicamente nient' altro che il corrispettivo dell' edificazione di una cattedrale gotica, è simbolicamente la stessa "tensione alle stelle" sempre reiterata ed espressa ancora da Dante come escatologia finale della "Commedia": ossia l' esaltazione dell' intelligenza, ragione, calcolo e "forma" tesi al superamento dei limiti strutturali insiti nello "stato di natura", concetto peraltro ripreso nell' "incipit" stesso del film ).
Senso "di prossimo superamento di un limite" esteso ( attraverso il film, l' epopea lunare e la concomitanza della diffusione del nuovo medium dell' epoca, la tv ), all' umanità intera: in un certo senso quindi il film va inteso anche come precisa indicazione circa un progressivo disvelamento massonico di sè all' umanità, così come secoli prima il pensiero illuminista aveva fatto tramite la Stampa, e prima ancora quello Rinascimentale attraverso le Arti Figurative, e prima ancora quello Umanista attraverso il nuovo idioma volgare, l' "italiano" di cui Dante si servì per scrivere la sua Divina Commedia ...
( ... serve altro a dimostrare come media, arti, linguaggio non verbale e massoneria siano sempre stati strettamente interconnessi, e di come nuove tecnologie e inizio dei cicli storici vadano di pari passo con la "spinta evolutiva", il moto rettilineo impresso alla Storia contestualmente al suo ripetersi ciclico ? )
Kubrick quindi megafono, come già detto, di una precisa volontà, di un preciso pensiero da estendere all' intellighenzia attuatrice; Kubrick che da questo momento in poi diviene preciso "istruttore", attraverso i suoi prossimi film, della parte sociale più illuminata ed in grado di recepirne sia il messaggio, ( ossia sia il "manifesto d' intenti", il canovaccio generico ), che il "LA", ossia il preciso momento attuativo delle sue singole fasi, comunicato attraverso la filmografia successiva.
STRUTTURA DEL FILM:  il film si divide in 4 parti:
1) INTRODUZIONE:  premessa di carattere epico, storico e ideologico, è quella che dà l' intero senso di lettura vuoi dell' intero film, vuoi della funzione più genuina e primaria, del vero e positivo assunto base del pensiero filosofico-massonico: l' "intelligenza" che libera l' uomo da uno stato di "necessità e dipendenza" primordiale, per condurlo a quello finale di "padronanza e guida" di sè e del mondo.
Assunto che verrà ripreso, in modo egualmente storico-riassuntivo ma stavolta rivolto al futuro anzichè al passato, nel finale del film. ( Il senso di continuità, di sospensione atemporale è stilisticamente espresso nel film proprio tramite la lentezza delle scene, e la mancanza di una vera "trama narrativa" che non sia quella dettata dal monolite stesso ).
Questo il senso dell' intera "Odissea", generata e guidata nelle sue varie tappe storiche dalla medesima "volontà del monolite".
( E questo il senso di quella "tensione stellare" espressa ancora da Dante nell' ultimo endecasillabo della "commedia", questo il senso della/e stella/e che compare in ogni bandiera e/o logo che voglia esplicitamente dichiarare la sua natura massonica; questo il senso della continua allusione, nella filmografia kubrickiana, al simbolo della stella; questa l' escatologia e palingenesi finale dell' intero "viaggio" "odissea", "commedia", in vario modo descritto da vari intermediari e diversi linguaggi: letterario, iconico-figurativo, musicale, filmico, mediatico in genere ).
La "stella aurea" non solo richiama infatti in ogni suo segmento quel "principio divino", quella regola di Fibonacci attraverso cui si organizza l' intero creato fisico e metafisico; ma riassume la tensione ideale alla "forma-trascendenza", alla perfezione, all' infinito, all' utopia. Non solo "testa e calcolo" dunque, ma anche "cuore e spirito", che finiscono per essere la stessa cosa ( e lo vediamo in modo chiarissimo appunto in ogni costruzione architettonica, e in particolar modo nella musica, che è al tempo stesso sia "materia fisica" ( l' onda sonora ) che "forma architettonica" ( la sua organizzazione in composizione secondo la regola aurea ) che "anima" ( l' emozione che smuove l' ascolto ): nella musica abbiamo la più perfetta ed accessibile dimostrazione di come tale regola ( Fibonacci ) intrinseca all' organizzazione della materia sovrintenda anche l' organizzazione stessa dello spirito, della mente e dell' anima ( Cfr questo post e correlati ).
 
Ancora, riassume iconicamente l' idea che l' infinitamente piccolo e l' infinitamente grande coincidono, e che uno contiene l' altro. chiusa la parentesi stellare ( e pentagonale: vedete come all' interno si generi un pentagono equilatero, forma architettonica non a caso assunta da tante "cittadelle", o fortificazioni, o comunque "cuore" di un sistema dichiaratamente massonico ? )  
2) SULLA LUNA:  Questa parte del film coincide con la trasposizione iconica della fase "buona, produttiva e sintonica" del ciclo storico: uno scenario sociale in cui l' umanità ha già "conquistato la luna", descritto con i costumi, acconciature, arredamenti tipici degli anni '60. E' "il presente" del nostro inizio di ciclo, dove tutto è armonico, misurato e sotto controllo. L' "armonia" è espressa anche dal sottofondo musicale, e dalle scene spaziali in cui tutto si muove a ritmo dei valzer di Strauss ( storicamente richiamanti quell' analogo periodo storico di euforica e promettente rinascita noto come la "Belle Epoque" ).
Insomma è la "faccia buona" del ciclo bifronte, è il periodo ottimistico in cui ci si lancia in nuove congetture e progetti, in cui si teorizza e congettura l' ulteriore passo verso Giove.
3) VERSO GIOVE:  Già dalla prima scena di questa nuova fase del film si intuisce un' atmosfera inquietante, ancora apparentemente ordinata e sotto controllo, ma che lascia intendere e presagire un "qualcosa nell' aria" di impalpabile ma "distonico", appunto, quale andrà sempre più a figurarsi nel proseguimento. Il sistema sta cambiando faccia, il Giano bifronte sta già girando, e l' annunciazione di una futura fase distopica è già tutta nell' aria e nel sottofondo musicale che ora diventa inquietante, quando non del tutto assente. La rassicurante, festosa armonia dei valzer di Strauss si è persa, per lasciar posto alle dissonanti composizioni di Ligeti; è la fase corrispondente all' introduzione sistemica di quel "virus" che porterà al collasso dello stesso.
Si è ora completamente persa la tranquillità, armonia e familiarità delle scene precedenti, per una "finta tranquillità" meccanica, dove un calcolatore si è anteposto alla guida umana. E se "in apparenza" le due entità ( umana e calcolo ) interagiscono ancora in armonia -perfetta allusione del millantato rapporto tra economia e finanza-, in realtà il calcolatore ha ricevuto l' ordine segreto e contradditorio di condurre a termine la sua "mission" anche a costo di sacrificare l' equipaggio. Ordine che, pur suscitando in Hal 9000 un conflitto morale che il calcolatore stesso cerca di confidare all' astronauta Bowman, genera già, per il suo carattere di necessità distopica, quel senso di "falso" che si percepisce in ogni scena del film: false le patetiche riproduzioni "in vitro" di autentici modelli precedenti di vita cui Bowman si aggrappa ( la passeggiata, il prendere il sole, il colloquio senza comunicazione con gli affetti familiari ); falsa l' inutile partita a scacchi che gioca contro un calcolatore che non potrà che risultare vincente, tristemente emblematica la "non vita", sospesa in uno stato di ibernazione, del resto dell' equipaggio.
Le cose degenerano rapidamente da un "qualcosa di presagito nell' aria" verso il dramma effettivo e conclamato: Hal 9000 comincia ad introdurre scientemente "millantati malfunzionamenti" nel sistema, con lo scopo di destabilizzarlo e sostituirsi in toto alla guida umana: spinge dapprima ad uscire fuori dall' astronave il secondo pilota, al solo scopo di ucciderlo; in seguito, approfittando dell' assenza di Bowman ( a sua volta uscito per riprendere il corpo ormai privo di vita e fluttuante del compagno ), stacca le funzioni vitali degli astronauti tenuti in ibernazione; cercherà quindi di impedire il rientro dello stesso Bowman, che solo grazie ad una buona dose di iniziativa e coraggio riesce a rientrare a bordo dell' astronave.
Qui giunto, si mette senza ulteriore esitazione a disinstallare il software e la memoria di Hal, escludendolo del tutto dalla guida: da notare come a questo punto Kubrick introduca quella particolarità della "filastrocca" recitata in fase terminale dall' "attuatore" che sa di non poter più razionalmente mentire oltre, nel suo patetico tentativo di procrastinare il momento della fine ( confrontare con le attuali giaculatorie economiche circa "spread, debito, mantenere gli impegni", ecc. ). E' la sintesi della fase che stiamo attualmente vivendo.
4 ) FINE DEL CICLO E RINASCITA:  dal fatidico momento in cui Bowman disinserisce il calcolatore, inizia per lui la vera "trasformazione": l' astronave acquista un' accelerazione incredibile che genera la visione di nuovi mondi, di una visione diversa e nuovamente inversa delle cose ( l' occhio in primo piano reso con i colori in negativo ), la prospettiva psichedelica di una possibile differente realtà: il Giano Bifronte sta nuovamente ruotando.
 Il protagonista giunge ora in uno strano spazio nuovamente "umano": una strana camera in cui tutto dà un' impressione di "sospensione", di atemporalità, di coincidenza di periodi storici diversi.
Adesso non si sente più nessuna musica in sottofondo, ma solo il respiro dell' astronauta stesso: la sensazione generale è quella di uno stato di irrealtà in cui si sommano passato, presente e futuro, una a-temporalità ed a-spazialità che, assieme all' insistente respiro, la rende simile ad un nuovo utero, o a una camera d' ospedale, e richiama la solitudine che si accompagna sia alla nascita che alla morte.
All' architettura tipicamente neoclassica delle pareti della camera, allo "stile impero" di arredo e decorazioni, si mescolano elementi di stile contemporaneo ( letto, tavolo ) ed un modernissimo pavimento in vetro luminoso: ancora una volta troviamo la condensazione di varie epoche storiche.
Il protagonista stesso si vede "sdoppiato" in tale spazio, nel quale è presente il sè giovane che osserva il sè anziano, ad indicare la sostanziale coincidenza di epoche diverse. Ed ancora una volta compare il monolite, vera "volontà", vera lettura di questa contemporaneità di ere, vera chiave di volta dell' intero periodo storico da esse rappresentato, di cui lo stesso Bowman è la parte terminale.
Con la morte di Bowman fa la comparsa l' immagine di un feto, quella "nuova umanità" che, "attraverso" il monolite ( nel film il feto passa attraverso il monolite uscendo dalla camera: quindi "attraverso" da intendere anche "grazie al" ), si lascia definitivamente alle spalle tutto quel ripetitivo periodo storico ( dall' imperialismo all' attualità ), per uscire finalmente, come preconizzava Dante, "a riveder le stelle". Il feto "vola" letteralmente fuori dalla camera per trovarsi nello spazio, da cui guardare con una visione finalmente "libera", "esterna e superiore" ( ossia liberata dal precedente stato di contingenza ), il pianeta Terra.
( E ora torna nuovamente a farsi sentire anche il sottofondo musicale, e risuona PER INTERO, fino alle note trionfalistiche finali, quella composizione di Strauss "Così parlò Zaratustra" solo parzialmente accennata all' inizio dell' Odissea, ai primati che popolavano "l' alba dell' uomo", quale promessa finalmente portata a termine.
 
Kubrick insomma lascia intendere, attraverso la morte e rinascita di Bowman ( bow = arco, tensione, quindi "uomo-arco", "superamento" ), il definitivo superamento dell' artefatta "gabbia ciclica" in cui la Storia è stata costretta a ripetersi dal monolite stesso, onde poter passare dallo "stile impero" al "moderno" del pavimento di vetro; lascia intendere il crollo terminale sia dell' "impianto imperiale" di partenza che di un intero "sistema storico-ciclico", un' intera "struttura", un intero "mezzo", un' intera "astronave-utero-capezzale" resasi necessaria per affrontare e portare a termine l' Odissea.
Il "feto stellare" è simbolo di quella "umanità liberata", di quell' "uomo libero" ( la comunità massonica si definisce appunto "degli uomini liberi" ) a cui finalmente rimettere la padronanza e guida di sè.
( CONTINUA NEL PROSSIMO POST )
( PS: Come sempre nei miei riferimenti il termine "massoneria" va inteso in  senso lato e filosofico, e riferito più all' assunto originario, che non alla "pratica del potere". Pratica che, come abbiamo visto, deve necessariamente "sporcarsi le mani" mescolando "bene" e "male"; pratica che deve avvalersi sia di "attuatori malvagi" che di "attuatori buoni"; sia di periodi costruttivi che di periodi distruttivi: ossia, ancora, procedere attraverso entrambe le opposte facce del "Giano Bifronte" ).


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