E' a Bucarest, poi a Brisbane, poi appare a Bruxelles (gli mancano Fatima e Lourdes ma siate fiduciosi). Viene da chiedersi se non si sia clonato (come il compianto Saddam Hussein) e mandi in giro repliche di sé stesso a ripetere, all'infinito, lo stesso discorso di auto incensamento.
Cambia lo sfondo: a volte c'è il sorriso radioso della Ministra Boschi, alle volte la dentiera del Ministro Lupi (pazienza, non si può vincere sempre).
La riforma del Senato (che c'è ma non si vede), quella della Pubblica Amministrazione (concepita dall'acuta mente della ministra Madia), la riforma del Lavoro (abolito l'art. 18 dello Statuto del Lavoratori si stanno formando file di investitori stranieri alle frontiere che non vedono l'ora di confrontarsi con una Giustizia dai tempi geologici ed una Burocrazia che sembra uno slalom speciale tra paletti, date e comma bis).
Riforme su riforme, dal Titolo V della Costituzione, alle Province (anche quelle ci sono ma non si vedono più, come aerei Stealth che sfuggono ai radar).
Ma soprattutto c'è lo Sblocca Italia. Quella è l'arma letale che distruggerà ogni traccia di recessione, una sorta di chemioterapico miracoloso. E allora giù trivellazioni, discariche, concessioni edilizie, ponti, cantieri, TAV, EXPO, MOSE (quest'ultimo con targhe commemorative degli ineffabili Sindaco Orsoni e Governatore Galan).
Ma ad infastidire questa Marcia Trionfale, questa Celeste Aida da Pontassieve interviene, irrompe, deflagra, ruggisce ed infine esonda una realtà un tantino diversa.
Quella dell'Italia che frana, delle colline che si sfarinano, delle strade che si aprono in allegre voragini, delle case sommerse dal fango.
Ma non temete, amici. I caterpillar dello Sblocca Italia saranno la 'soluzione finale'. Nuove gallerie, nuove strade, nuovo cemento. qualche bel condono per rilanciare l'industria sempre fiorente del mattone, qualche centro commerciale per dare un aiutino alla malavita organizzata a riciclare un po' di danaro.
E tutto tornerà a posto. Lo dice Matteo e lo confermano un dream team di personaggi del calibro di Briatore, Marchionne e De Benedetti.
Ossia che siamo a posto. Se sopravviviamo fino a primavera andremo a votare con una bella riforma elettorale, concepita da Denis Verdini e dico Denis Verdini!.
Il tutto sotto la supervisione dell'inossidabile Presidente a vita Napolitano e del neo ministro degli Esteri Gentiloni.
Con una squadra del genere non occorre neppure partecipare. Praticamente abbiamo già vinto (noi del Patto del Nazareno, intendo!).