Ho atteso che l’ultimo raggio di sole del vecchio anno si tingesse di rosso e scomparisse inghiottito dalla sera.
Allora ho acceso il fuoco e ho aspettato che la fiamma diventasse gialla e rossa come certi tramonti nelle sere d’autunno.
Le parole erano già pronte: scarabocchi neri, sul bianco della carta. Non sembravano acuminate e laceranti come quando si formavavano nella mente e solo il cuore poteva leggerle.
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Le ho bruciate, una per una. Ho visto il fuoco colorare di nero i fogli, ricamare oscuri segni alchemici prima di accartocciare la carta e trasformarla in cenere e lieve fumo grigio. Molecole.
Al mattino ho subito guardato quel che era rimasto, cenere, e intanto, sottile e fastidioso, il mito dell’ Araba Fenice mi pizzicava il cervello. Ho guardato fuori e l’inquietante sensazione si è dileguata, cancellata dal magnifico spettacolo del sole apparso sul tetto della casa difronte.Un augurio, mi piace pensare sia così e quindi:
BUON 2014 !
a tutti quelli che passeranno di qui e a quelli che di qui, non passeranno mai.