2046

Creato il 10 maggio 2014 da Jeanjacques

Che io sia un tipo che predilige certi tipi di film credo sia anche abbastanza ovvio. Basta guardarmi in faccia per capire cosa mi piace e cosa no, e anzi, molto superficialmente, dico che in certi casi anche il modo di presentarsi di una persona dà, in minima parte, la possibilità di capire dove possono andare i suoi gusti. Quindi se mi capita di incrociare per strada un tamarro napoletano [razzismo *mode on*] saprò che potrebbe piacergli un Fast and furios qualsiasi [razzismo *mode off*], mentre s emi vedo il classico studente di filosofia con mini-rastino, occhialoni spessi e camicia a quadri, vai con una bel Lars Von Trier - o uno a caso di Piccola peste, perché non lo vogliono ammettere ma l'età mentale della stragrande maggioranza di loro è ferma a quel livello. Ma come ho detto, i gusti altrui si possono intuire solo in minima parte, perché l'apparenza può essere un segnale di come può essere una persona - o uno studente di filosofia. Chi potrebbe dire che a me, uno che va in giro con le magliette da metallaro e ama i fumetti dei supereroi, piacciono le storie d'amore? A incrociarmi potreste dire che Se mi lasci ti cancello è uno dei miei film preferiti? E l'avreste detto che quando ero un metallaro incallito mi piacevano i film di Kubrick e i libri di Kafka? Infatti molti si stupiscono nell'apprendere la mia venerazione quasi maniacale per questo film, che anche se non è fra i miei dieci preferiti, credo che un'undicesima postazione non gliela levi nessuno.

Il signor Chow è un giornalista e scrittore che, dopo un viaggio a Singapore,  nel 1966 fa ritorno a Hong Kong, mentre la città è sull'orlo della guerra civile. Lì vuole cercare Su Li-zhen, un antico amore, e trova alloggio in un alberghetto, dimorando nella stanza 2046. Proprio il numero di quella stanza gli da l'ispirazione per il suo prossimo romanzo, che parla di un ragazzo che cerca di raggiungere l'anno 2046, periodo in cui sarà possibile ritrovare i ricordi perduti.

Che Wong Kar-wai debba aver avuto qualcosa che non va con un amore passato lo si poteva già intuire nel bellissimo In the mood for love, atipica pellicola che raccontava un'atipica storia d'amore. Qui si cerca di fare lo stesso, ribaltando però la situazione. Viene raccontata una storia d'amore abbastanza normale, ma si abbandona la precedente linearità a favore di una visione più manierista e concettuale. Ed è questo che stranisce fin dai primi minuti, questo sue essere perennemente in bilico in una dimensione di mezzo non ben definita, una favola realistica che però gioca sulla ribaltamento concettuale del presente. Da una parte vediamo mr Chow, affascinante dandy d'oriente, e dall'altra i suoi ricordi, i ricordi legati ai suoi amori ed a quella donna che oramai è irraggiungibile. E poi c'è il mondo del 2046, il romanzo che sta scrivendo, e che qui ha un'importante funzione. Abbiamo la possibilità di vedere come il lavoro di un artista abbia molti spunti da quella che è la sua vita privata, cosa che quindi rende ancora più convincente quello che ho detto all'inizio di questo paragrafo. Wong Kar-wai ha decisamente sofferto molto per amore, in passato, ed usa il suo dolore per costruire un film bellissimo che, seppur in certi  momenti sembra non condurre da nessuna parte, alla fine diventa un ritratto lento e straziante, ma pure gioioso, di quello che è l'amore. A tal proposito mi vengono alla memoria le parole con cui si concludeva il fumetto francese Il blu è un colore caldo [quello da cui hanno tratto La vita di Adele] di Julie Maroh: "l'amore non è eterno, ma ci rende eterni", la stessa cosa che ho potuto riscontrare vedendo questo film. Qui vediamo che nulla è eterno. Cambiano i luoghi di residenza, cambiano le persone con cui si passano le serate, cambia anche la maturità così come cambiano i governi e le situazioni politiche. Le uniche cose che restano sono i sentimenti ed i ricordi che si hanno di essi, perché come ogni cosa sono andati perduti. Ma non p questo il male, forse la vera perdita non sta nella sua effettività, ma nel non apprendere nulla da essa. Chow ha sofferto per amore, ma grazie a quel dolore ha guadagnato molto altro. Ora è più maturo, è un uomo che ha vissuto ed ha scoperto cosa vuol dire amare, e soprattutto, grazie al dolore di quell'amore ha in mano il materiale che gli serve per scrivere il nuovo libro. Perché forse la Maroh aveva ragione, l'amore rende eterni, perché chi non prova nulla, chi non ha emozioni (nella vita in generale, ma anche leggendo un libro o vedendo un film) forse è morto prima del tempo - ironia della sorte, questo discorso mi ricorda una strofa di Jovanotti. Kar-wai ci accompagna in questo labirinto di rimuginamenti col suo solito stile delicato, come già detto sospeso in una dimensione non ben definita, così come non ben definiti sono i ricordi. Tutto p contornato da una fotografia bellissima che aumenta questo senso di melanconico straniamento, mentre la telecamera si sofferma sui dettagli. E' un film che parla d'amore e, in minima parte, anche dell'erotismo a esso collegato, senza però essere volgare o semplicemente sensazionalistico, anche se in madrepatria hanno tagliato certe scene, accorciando la sua durata di cento secondi. Bravissimi anche gli interpreti, a cominciare dall'attore feticcio del regista Tony Leung, ottimo caratterista che stranamente non ha ancora avuto l'exploit americano come molti suoi colleghi, insieme a due superbellezze come la mia futura ex-moglie Gong Li (seriamente, una bellissima faccia orientale sul fisico di Monica Bellucci, ed è pure brava a recitare!) e la giovane superstar Zhang Ziyi. E viene un po' da invidiarlo questo mr Chow, perché se dopo una storia d'amore appassionante ha modo di rifarsi con un'altra bellezza, da essere disperato ha ben poco...

Scherzi a parte, un film magnifico e di rara potenza, pur sussurrando quasi tutto quello che ha da dire. Ed è qui la forza del cinema e della narrazione in generale, ovvero quello di dare energia anche al cadere di una foglia.Voto: 

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