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“21”: matematica e delirio a Las Vegas

Creato il 22 maggio 2012 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

“21”: matematica e delirio a Las Vegas

21 vittorie, grande baldoria! Questa la frase che continuamente rimbomba nella testa di Ben Campbell (Jim Sturgess), protagonista di 21 di Robert Luketic, buon film da salotto e “da tavolo verde”.

Ispirato ad una storia vera, racconta del giovane e sbarbatello Ben, brillante studente del MIT che per pagarsi gli alti costi degli studi decide d’entrare in una gang di cervelloni applicati e votati al Blackjack. Un John Nash in potenza prestato ai tavoli da gioco, che impara “l’arte del conteggio” delle carte non tramite una guida ai casino sul web, ma alla cattedra/corte del professor Micky Rosa (Kevin Spacey). Si ritroverà così in un manipolo di “eletti” che, a Las Vegas, porterà a termine un colpo grosso a suon di sinapsi e calcoli matematici…

Parentesi d’azzardo per Robert Luketic, in genere dedito a commedie al femminile (La rivincita delle bionde, Quel mostro di suocera, La dura verità), 21 è un buon filmettino il cui unico scopo è regalare allo spettatore un piacevole e puro intrattenimento, incasellando anche un efficace colpo di scena che salva la pellicola dal mare magnum dell’oblio. Riesce nell’intento anche grazie ad una regia in pieno stile Las Vegas, con pennellate da videoclip, mirabolante, vibrante, movimentata, vorticosa, come se la mdp fosse attaccata a roulette in moto perpetuo. Diciamo anche che i richiami a quel cult di Ocean’s Eleven di Soderbergh sono palesi, ma non c’è nessuna esplicita (e suicida!) pretesa d’imitazione. La trilogia su Daniel Ocean è inarrivabile e Luketic non ci prova neppure a toccare la Luna.

In merito agli attori, Jim Sturgess se la cava davvero bene nei panni di un enfant prodige dei casinò che non si limita a giocare con le slot, per di più non rimanendo schiacciato dalla grande prova di un Kevin Spacey magnetico, crudele, vero boss la cui forza on screen è inalterata dai tempi de I soliti sospetti (1995). Si fa apprezzare anche un imbolsito Laurence Fishburne, pur non possedendo il carisma del Terry Benedict forgiato da Andy Garcia.



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