21 ricette pratiche di morte violenta – Vercors recensione di Iannozzi Giuseppe aka King Lear – edizioni Portaparole

Creato il 13 gennaio 2012 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

di Iannozzi Giuseppe aka King Lear

Jean Marcel Adolphe Bruller, meglio conosciuto al grande pubblico il suo pseudonimo, Vercors, che l'ha reso famoso, torna il libreria, dopo anni di assenza, con 21 ricette pratiche di morte violenta. Vercors, con Il silenzio del mare (1942), ha incontrato un forte riscontro sia a livello critico sia di pubblico. Dopo Le silence de la mer, nel 1943 Vercors diede alle stampe La Marche à l'étoile; fecero seguito un romanzo breve incentrato sulla IIa Guerra Mondiale e nel 1952 Les Animaux dénaturés. Le armi della notte, romanzo breve incentrato sulla IIa Guerra Mondiale, è stato tradotto in Italia dalla grande penna di Natalia Ginzburg. Nel 1973, Mondadori pubblica La zattera della Medusa, mentre nel 1995 esce Le parole per i tipi Il melangolo, a cura di Frediano Sessi, prefazione di Rita Barisse-Vercors.

Si pensa, erroneamente, che il suicidio sia un atto vile, un atto contro Dio. Hermann Hesse già al suo tempo disse a chiare lettere che colui che sceglie la via del suicidio non è un vile, bensì uno con un gran fegato perché ci vuole un gran coraggio a levarsi da questa vita terrena per andare incontro alla incertezza più assoluta. Nel periodo della maturità, sempre Hesse, in una lettera del 1950, scrisse: "Il richiamo della morte è anche un richiamo d'amore. La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell'amore e della trasformazione".
Ma perché un individuo dovrebbe decidere di darsi la morte?
I motivi che possono condurre a una decisione sì estrema sono molteplici, ma il più diffuso è quello d'una delusione amorosa. Vercors scrisse le sue 21 ricette di morte violenta nell'età della giovinezza, in seguito a una delusione d'amore. Alcune delle sue ricette le mostrò alla donna amata, che non lo prese troppo sul serio, rimanendo però affascinata dall'idea che si potessero scrivere delle ricette pratiche su un argomento tanto delicato.
"Negli anni venti Bruller studiava ancora da ingegnere... Incontra una signorina che gli concede amicizia, ma null'altro. Un giorno, per avvertirla del rischio che comporta la sua crudeltà, disegna sogno gli occhi di lei un uomo che si fa saltare le cervella. Lei non si lascia intenerire e risponde col disegno di un uomo che si asfissia, cadendo in picchiata su una stufa a carbone. [...] Bruller prende la cosa sul serio, raccoglie documenti, unisce alle quattro modalità di suicidio iniziali altre diciassette varianti, le arricchisce di testi e prefazione, rilega l'insieme con un nastro e lo offre alla sua ispiratrice con il proposito, forse, di intenerirla. L'opera non intenerisce la ragazza ma ne suscita il più vivo plauso. Lei la mostra ai suoi amici che ne esigono la pubblicazione." (da Avvertenza al lettore, l'Editore Tchou, Parigi, 1977). Il libro venne pubblicato per la prima volta nel 1926 a spese dell'autore.
21 ricette pratiche di morte violenta di Vercors torna in libreria dopo un lungo periodo di ingiustificata assenza: l'editore Portaparole porta al moderno lettore il primo lavoro giovanile dell'autore in una preziosa veste grafica, con i disegni originali dell'autore. Cura e traduzione sono di Flavia Conti. Il testo presentato al pubblico italiano è quello riveduto e corretto dall'autore, Jean Bruller alias Vercors, in occasione della prima ripubblicazione nel 1977.
La prima edizione del 1926 di questo album umoristico trovò il sostegno dei librai parigini Champion e Martin, e dobbiamo a loro se questo piccolo capolavoro è riuscito a giungere sino a noi sano e intatto. Nonostante Yvonne Paraf (la ragazza di cui s'era invaghito Jean Bruller) non abbia considerato l'amore del giovane Jean, ha saputo però apprezzare la sua opera, come si è già detto. Flavia Conti, traduttrice e curatrice della presente edizione per i tipi Portaparole, spiega in una nota scritta di suo pugno: "...tradurre il primo album umoristico di Jean Bruller vuol dire, da un lato, riconoscere l'attualità della sua raffinata ironia che risulta essere ancor oggi pungente - e, dunque, godibile - senza, dall'altro, rinunciare a un'utile messa in prospettiva storico-filologica: a questo mira lo snello apparato critico formato, insieme alla presente nota, dalla postfazione e dal dizionario dei nomi. [...] Una peculiarità stilistica fondamentale di questo testo, in relazione alla quale il traduttore è in condizione di poter esercitare una certa libertà di scrittura, è rappresentata dai giochi di parola basati sul doppio senso, che rivestono, in questa, come in altre opere umoristiche, un'importanza non trascurabile e sono spesso all'origine di casi di intraducibilità".

Il lavoro di Vercors, oggi come oggi, investe una attualità più che mai viva e che è all'ordine del giorno: se non ci ammazzerà per fame il governo di Mario Monti, forse anche a noi un giorno ci toccherà di subire la ventunesima ricetta di Vercors: Suicidio per eccesso di longevità. Se invece ci dirà male, alla maniera di François Villon, diremo che "il peso del culo lo sa il collo".

21 ricette pratiche di morte violenta - Vercors - Note: con disegni originali dell'Autore - Portaparole - collana: i venticinque - cura e traduzione: Flavia Conti - ISBN 978-88-89421-90-1 - prezzo: € 18,50

Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe, detto Beppe Iannozzi o anche King Lear. Chi è Giuseppe Iannozzi? Un giornalista, uno scrittore e un critico letterario Ma nessuno sconto a nessuno: la critica ha bisogno di severità e non di mafiosa elasticità.

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