La possibilità che in qualche luogo dell’universo esistano esseri simili a noi non può, ovviamente, essere negata, ma si tratta di qualcosa di estremamente improbabile, poiché presupporrebbe, oltre all’esistenza di un luogo con caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche simili a quelle del nostro pianeta, il verificarsi e concatenarsi di una quantità di fenomeni difficilmente replicabili.
Non possiamo escludere nemmeno la possibilità che, in contesti affatto differenti dal nostro, possano essersi sviluppate forme di vita e di intelligenza… inimmaginabili.
Sia nell’uno che nell’altro caso, però, a causa delle distanze siderali o della “diversità” di quegli ipotetici esseri è altrettanto improbabile la possibilità di un contatto spazio-temporale.
In ogni caso la nostra “solitudine ” non mi scandalizza e non mi spaventa. I problemi, se mai, potrebbero sorgere nel caso in cui si verificasse una delle due possibilità.
Insomma è possibile ma non possiamo dimostrarlo e quindi è un non problema… neanche sul piano della Fede.
Non parliamo nemmeno di coloro che riferiscono di incontri ravvicinati senza poter produrre neanche uno straccio di prova… è come parlare degli asini che volano. Tutti gli ufologi che ho conosciuto erano persone che, eufemisticamente, potremmo definire “bizzarre”, a cominciare da Eufemio del Buono il quale, in compenso, era proprietario del più bel caffè panoramico di Roma e al quale devo bellissime “visioni” notturne di natura molto terrestre.
Federico Bernardini
Illustrazione tratta da Google immagini