Quando sbarca sulle Ramblas, Johan Cruijff con la maglia numero 14 dell’Ajax ha già vinto sei campionati olandesi, quattro coppe nazionali, tre Coppe Campioni consecutive negli ultimi tre anni, una Coppa Intercontinentale nel 1972 e la Supercoppa Europea del 1973. Il Barcellona, invece, non vince la Liga dai tempi di Luisito Suarez e Helenio Herrera, di László Kubala, Czibor e Kocsis: tredici anni, un’eternità in cui sono arrivate solo una Coppa delle Fiere e tre Coppe di Spagna[1]. Il Real Madrid di Santiago Bernabéu, forte anche delle simpatie del caudillo Franco, ha fatto invece man bassa, anche se l’ultimo campionato, quello 1972/73, lo ha vinto l’Atlético Madrid.
Il 22 dicembre 1973 è in programma proprio la sfida tra blaugrana e colchoneros. Il Valencia è in testa, Barcellona e Atlético inseguono e, dopo un pessimo inizio, sembrano aver ritrovato la forma. Per il Barça il ritorno alla competitività è in realtà coinciso con la possibilità da parte di Rinus Michels, ormai alla terza stagione sulla panca dei catalani, di poter finalmente schierare Cruijff che lui stesso aveva lanciato ai tempi del’Ajax. Da quando Johan ha risolto i problemi legati al suo contratto milionario sono arrivate 5 vittorie e 2 pareggi. L’olandese ha segnato anche quattro gol, ma la vera prodezza se l’è riservata per il big match contro l’Atlético Madrid.
Il risultato è ancora sullo 0-0, quando Carles Rexach scende sulla destra, rientra mettendo a sedere un avversario e crossa. Cruijff arriva sul secondo palo, si lancia in volo e avvitandosi col tacco destro mette dentro beffando Miguel Reina[2]. Un gol impossibile, data l’altezza cui arriva la gamba del fuoriclasse olandese e la coordinazione che riesce a mantenere in aria. Un gol impossibile anche solo da descrivere.
La partita finisce 2-1 per il Barcellona, il giusto preludio al ritorno dello scudetto titolo in terra catalana. Un titolo nobilitato dall’incredibile 0-5 che i blaugrana rifileranno al Real Madrid il 17 febbraio 1974 al Santiago Bernabéu grazie ai gol di Asensi, Cruijff (dopo una serie di dribbling dei suoi), di nuovo Asensi, Juan Carlos e, infine, Sotil (su assist di Cruijff).
Purtroppo per il Barcellona, l’olandese non riuscirà nelle successive quattro stagioni a esprimersi agli stessi livelli e i blaugrana non riusciranno a primeggiare né in Spagna, né in Europa. Alla fine l’olandese, seguendo il richiamo del dio denaro, volerà a giocare con i Los Angeles Aztecs. Chissà, forse, se avesse giocato col 14 e non col 9 anche in Spagna le sue prodezze sarebbero durate più a lungo.
federico
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[1] L’attuale Coppa del Re. In realtà dal 1938/39 al 1976 la coppa si chiamava Copa del Generalissimo, con ovvi riferimenti
[2] Il portiere Pepe Reina è figlio di Miguel Reina, portiere dell’Atlético in quella stagione