Oggi è un altro di quei giorno in cui non si sa se piangere in silenzio o urlare dalla rabbia. Oggi è un’altra data da aggiungere a quelle altre tristissime dei precedenti attentati. Non parlo solo di quelli recenti a Parigi a Charlie Hebdo il 9 gennaio 2015 e ancora Parigi il 13 novembre 2015 al Bataclan ed allo stadio. O quello al museo ebraico di Bruxelles del 24 maggio 2014.
Parlo degli altri attentati, dei quali la gente non ha più memoria, come Madrid l’11 marzo 2004 o Londra il 7 luglio dell’anno seguente, nelle stazioni ferroviarie o delle metropolitane.
Oppure degli attentati che noi consideriamo con minor attenzione, in quanto compiuti in Nigeria o altri stati africani e mediorientali in quanto lontani fisicamente dalle nostre realtà: ma sempre di matrice islamica e terrorista si tratta, spesso con bambine usate come bombe umane.
La conta dei morti durante la giornata si è fatta sempre più pesante, l’ultimo dato ne enumera 34 tra l’attacco all’aeroporto e quello alla metropolitana ed oltre 200 feriti.
Noi europei questa gente l’abbiamo fatta entrare senza che possedesse i requisiti, le abbiamo dato casa, vitto, assistenza sanitaria, argent de poche (in alcuni stati anche un reddito di cittadinanza); abbiamo accettato perfino che non lavorassero, e per tutta risposta cosa abbiamo ottenuto? Disprezzo, mancanza di rispetto, arroganza.
Allora abbiamo perseverato nel dispensare loro altre concessioni: luoghi di culto, anche se le moschee si sono dimostrate posti ove fare proselitismo.
Abbiamo rinunciato a nostre tradizioni, religiose e culinarie, concesso le consulte nelle votazioni comunali affinché pure loro avessero voce e per tutta risposta, abbiamo ottenuto ancora maggiore arroganza nelle loro PRETESE.
Già, perché è nella loro natura disprezzare chi si mostra condiscendente verso di loro, scambiando per debolezza la nostra tolleranza nei loro confronti: e l’ultima dimostrazione di debolezza la darà Giovedì Santo il papa, lavando i piedi a questi clandestini musulmani.
Decenni fa Livia Turco, alle prime “invasioni” disse testualmente: aspettiamo le seconde e terze generazioni…si integreranno.
Balle: i primi immigrati, ancora poco numerosi, rispettavano le leggi per paura di essere rimandati nelle loro nazioni e che venisse tolto loro quel poco di lavoro che facevano: commercio ambulante (vu cumprà…) o quei lavori che, si diceva, gli italiani non volevano più esercitare (pulizie, magazzinaggio etc).
I loro figli hanno studiato nelle nostre scuole ed ora, istruiti e con la pancia piena, possono dedicarsi non all’integrazione, ma all’integralismo, se non alla DISintegrazione di noi europei. I terroristi che hanno compiuto attentati in Belgio erano tutti cittadini con passaporto europeo.
Ormai sono convinta che l’islamico moderato non esista: nel migliore dei casi è là che aspetta che il suo confratello con la vocazione al martirio faccia il lavoro sporco, per poi goderne i frutti. Non paghi di quanto noi italiani abbiamo sopportato fino ad oggi e che dovremo ancora sopportare, i nostri governanti, che fino ad oggi hanno pensato solo ai matrimoni gay ed alla stepchild adoption, oppure a salvare le banche, vogliono concedere la cittadinanza a chiunque nasca sul suolo italiano.
Quei prelati che parlano ancora di integrazione, come oggi fa mons. Galantino non considerano che non si può integrare chi non vuole essere integrato: non so in quale mondo vivano questi preti, non so se sanno (ma credo che lo sappiano benissimo) che gli islamici ci considerano infedeli, quindi da sterminare tutti, che hanno idee retrograde, specie nei riguardi delle donne; l’integrazione è solo una favoletta che ci hanno raccontato fino ad oggi per tenerci buoni, ma ora essere buoni significa solo essere c…retini (il termine sarebbe stato un altro…).
Ed Enrico Mentana, che mi è sempre stato cordialmente antipatico, oggi ha acquisito nuova stima presso di me, quando ha “tagliato” il video delle dichiarazioni della presidente Boldrini, dicendo che le sue parole ce le risparmiava.
Basta buonismo, basta accoglienza indiscriminata, basta criticare chi erige muri.
E quando sento un premier (purtroppo il nostro) che enuncia “Chi si illude e dice ‘chiudiamo le frontiere’ non si rende conto che i nemici sono già dentro le nostre città”, gli domando solo “ CHI LI HA FATTI ENTRARE?”.
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