L’Assemblea Regionale è composta da 50 membri, di cui 40 eletti con criterio proporzionale sulla base di liste circoscrizionali provinciali, con sistema maggioritario sulla base dei voti conseguiti dalle coalizioni collegate ai candidati presidenti e un seggio riservato al presidente eletto. Il 23 novembre ogni elettore riceverà un’unica scheda, su cui potrà esprimere il voto per il candidato presidente e quello per una lista. Si possono dare fino a due preferenze. Nel caso si scelga di esprimerne due è necessario indicare sia un uomo che una donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. Gli aventi diritto al voto sono 3.465.707, di cui quasi un milione e 800 mila donne. Comunque vada, il voto regionale cambierà il volto della nostra Regione dopo la lunga presidenza Errani.
Il leghista Alan Fabbri propone un taglio da 50 a 40 del numero dei consiglieri calcolando un risparmio di 7 milioni di euro l’anno, per 5 anni. “Siamo l’unica alternativa alla sinistra – dice – l’unica speranza di cambiamento per una regione incrostata dal monocolore rosso”. E al primo posto del programma pone i diritti degli emiliano-romagnoli, quelli terremotati in particolare, cui i vari governi nazionali “non hanno finora concesso un solo euro di sgravi fiscali”. L’alleanza con Forza Italia fa di Fabbri il primo concorrente del pd Stefano Bonaccini, che ha scelto per sé la linea Renzi e che nel programma ha messo al primo punto il lavoro. Parola ripetuta per tre volte, che egli intende sostenere con incentivi alle imprese, specie quelle che puntano in particolare sui giovani. E per questo punta sui 2,5 miliardi di fondi strutturali dell’Ue, sull’innovazione e lo sviluppo della ricerca. Intende giocare sul brand “Emilia Romagna” fatto di prodotti e cibi di qualità, sviluppo sostenibile ed equità sociale su cui puntare per “attrarre investimenti, talenti, capitali e persone”.
La guida alle Elezioni Regionali 2014