Al giro di boa della stagione 1998/99 il Milan di Zaccheroni, squadra sulla carta non esattamente stellare, cerca di restare in scia delle prime in classifica. È l’anno del centenario e alla fine i rossoneri questo scudetto lo vinceranno, al termine di un’incredibile rimonta ai danni della Lazio. Nell’economia di una stagione fin lì altalenante, una partita rappresentato un vero spartiacque, un’iniezione di fiducia che si rivelerà determinante.
Al Dall’Ara di Bologna va in scena la prima di ritorno. Sebastiano Rossi nell’occasione sconta il primo dei cinque turni di squalifica assegnatigli perché nella giornata precedente, in Milan-Perugia, il portiere, dopo aver subito un gol su rigore da Nakata, ha colpito violentemente Bucchi che recuperava il pallone dalla porta. Nella stagione successiva il Milan sarebbe corso ai “ripari” ingaggiando Lehmann[1], ma in questa partita di Bologna deve affidarsi a un giovane Christian Abbiati, alla prima da titolare. Il portiere non inizia nel migliore nei modi, facendosi sorprendere da una punizione di Signori potente ma non irresistibile. Al quarto d’ora, quindi, la squadra di Mazzone è già avanti, ma dopo sei minuti l’incertezza dell’estremo difensore rossonero viene pareggiata da quella del suo collega Antonioli, che sul mancino di Guly forse vede in ritardo il pallone e si lascia trafiggere. A un minuto dal termine del primo tempo Signori riporta avanti i suoi con uno splendido sinistro al volo, stavolta imparabile. La ripresa si apre col fortunoso pareggio del Milan: su una punizione deviata di testa dalla difesa bolognese il pallone si impenna, Morfeo tenta anch’egli un sinistro al volo dal coefficiente di difficoltà altissimo e trova una deviazione di Magoni che beffa inevitabilmente Antonioli. Questo episodio dà morale ai rossoneri che premono, rischiano, si scoprono e vengono salvati all’80′ da una prodezza di Abbiati che in tuffo respinge l’angolatissimo colpo di testa di Andersson. Ancora 2-2.
All’85′ Ambrosini viene rilevato dal difensore Bruno N’Gotty: sembra un cambio trapattoniano per portare a casa questo punticino. Nessuno si aspetta che il suo ingresso possa cambiare le sorti del match e del campionato del Milan ma, invece, gli dei del calcio hanno riservato un momento di gloria anche per questo oggetto misterioso del mercato rossonero. Minuto 93, punizione da circa 25 metri, N’Gotty si fa toccare la palla e scaglia un violento destro rasoterra che si insacca a fil di palo: la panchina esulta sguaiatamente, intuendo che questo gol rappresenterà ben più di un giorno di gloria per l’autore dell’incredibile 3-2.Ma la storia è crudele e soprattutto ingrata e di N’Gotty ci ricordiamo più che altro l’autogol che proprio in questa stagione -il 14 marzo 1999- siglerà nel derby contro l’Inter, invece che questo tassello fondamentale per il sedicesimo scudetto rossonero.[2]
roberto
———————————————————————————————————————-
[1] Proprio nella sessione di mercato invernale della stagione 1998/99 il Milan ingaggiò Dida, ma lo girò subito in prestito al Lugano e da lì tornò in Brasile nel Corinthians, prima di diventare dal 2002 il portiere titolare dei rossoneri.
[2] Ricordiamo che N’Gotty è stato anche il match winner per il Paris Saint Germain nella finale di Coppa delle Coppe contro il Rapid Vienna nel 1995.