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24) Racconto: Nut

Da Angivisal84

Nut di Antonio Silvani Creatura: Faraone24) Racconto: Nut
«Papà, ma è Thot!»Il pelouche è un simpatico babbuino con una una tavoletta, sostenuta da una cinghia a tracolla, contenente due pani di inchiostro, una penna di canna ed un vasetto. Ad una zampa è fissato un foglio di papiro arrotolato. Pur in chiave moderna rappresenta il dio egizio Thot, il dio della scrittura, della parola e del pensiero,. Stella dà un bacio sulla guancia di suo padre ed abbraccia il grosso babbuino:«Ma papà, Thot ha ancora un pacchettino che gli pende dal collo!»Stella lo scarta, apre il cofanetto bleu recante il nome di Bergontini, orafo della città e vede, attaccata ad una catena girocollo, una medaglia rettangolare d'oro, con impressi, su di una faccia, dei geroglifici e sull'altra la frase pantografata: “Alla mia Nut, per i suoi 18 anni, Papà”. In basso a destra il marchio dell'oreficeria Bergontini.Stella estasiata, balbetta con le lacrime agli occhi:«Papà, è il cartiglio di Meremptah... mettimelo al collo, ... sarà il mio portafortuna per sempre!»Paolo Martini bacia la figlia e le fissa al collo la catena, sussurrandole:«Tesoro, i diciotto anni vengono una sola volta nella vita!»Paolo Martini, 51 anni, titolare di Egittologia nella locale università, sposato con Cristina Andrani, docente di Fisica e padre di tre figli che adora, Paolo strevede però per Stella, l'ultimogenita, forse perchè la ragazza è identica a lui come carattere e come amore per l'antico Egitto. Fin da bambina si divertiva a ricopiare i geroglifici, fin da bambina preferiva alle solite fiabe, le leggende e la mitologia egizie. Dall'adolescenza aveva preso l'abitudine di seguire il padre in molte spedizioni in Egitto.Si chiama Stella, ma tutti la chiamano Nut. Questo soprannome le fu dato da Hosny Al-Haddad, un collega egiziano di suo padre, che, vedendola da bambina, disse:E' stupenda ed ha un nome divino... è l'incarnazione di Nut!”.Nut era la dea del cielo e da quel momento Stella divenne Nut.Ora, a 18 anni, è uno splendore: fisico da modella, viso dolcissimo, incorniciato da un caschetto di capelli corti e nerissimi, sorriso disarmante. Tranne i soliti filarini senza storia, ignora che cosa siano gli innamoramenti adolescenziali, ma, a dire la verità, di un uomo si è invaghita, ma è una cotta impossibile in quanto la persona interessata è vissuta quasi duemila anni prima.Stella è attratta da Meremptah, uno dei figli di Ramses II, che gli successe come faraone in età avanzata ed il suo regno durò una decina d'anni. Di lui si sa ben poco, a parte il suo cartiglio ed un ritratto a lui attribuito: un bel ragazzo, simpatico e coraggioso. Nut aveva avuto modo di vedere la sua mummia: pur essendo già molto avanti con l'età si notava chiaramente che era stato un bell'uomo.Stella passa in famiglia il giorno del suo compleanno e la sera va a letto presto, spegne la luce e vede un giovane carrista dell'esercito di Ramses II che le sorride...... Contemporaneamente, circa duemila anni prima, il principe Meremptah, impegnato quella notte in un'esercitazione nel deserto, può ammirare il viso sorridente di una bellissima brunetta... e se ne innamora a prima vista... Stella per molte settimane non vede più il suo giovane egizio, prima l'esame di maturità, poi il viaggio premio in Egitto ed infine l'iscrizione all'università!Una notte di quell'autunno un forte temporale causa un lungo black out, Stella è già a letto e, dopo tanto tempo, pensa a Meremptah...... poi chiude gli occhi e lui compare, questa volta nel palazzo reale, che osserva dalla terrazza un furioso temporale...I due si guardarono in silenzio, lui è sbalordito, non ha mai visto una donna in pigiama, un pigiamino rosa con orsetti azzurri, mentre Stella non si meraviglia nel vederlo col solo cingilombi, come sui papiri e sui dipinti murali.Lui sta per parlare quando entrambi sono riportati alla realtà del qui ed ora da un'assordante tuonata.La sera dopo accade lo stesso fenomeno, I due si ritrovano vicini, lei sempre nel suo lettino, lui questa volta nel deserto, sotto la sua tenda.Finalmente Meremptah si rivolge a lei, ovviamente in antico egizio, e lei gli risponde in italiano, ma si capiscono perfettamente:«Ma chi sei?»«Il mio nome è Stella, ma mi chiamano Nut, sono una ragazza di dicotto anni, che vive in altro tempo ed in un altro luogo...»... e gli racconta tutto di lei.«So che sei il principe Meremptah e sei un comandante dei carristi ...»Meremptah fissa il cartiglio, allunga la mano... e lei rabbrividisce al contatto delle sue dita:«Nut, qui sopra c'è scritto il mio nome, ma questo è un sacrilegio... solo i faraoni hanno diritto di avere questo simbolo!»«Meremptah, tra tantissimi anni tu sarai faraone, ma questo deve restare il nostro segreto», rispose Stella stringendogli il braccio, «ma ora parlami, raccontami di te...»Invece della calda voce di Meremptah le risponde lo sgradevole suono della radiosveglia... Lo rivede dopo una settimana, un sabato sera, molto pallido e con una vistosa fasciatura al braccio. Il cuore le si ferma:«Non aver paura, Nut», sorride l'egizio, «sono stato leggermente ferito, ma è stata una vittoria schiacciante, che dedico a te!».«Ti fa male?»«Mi fa solo male non poterti stringere, non poterti amare, solo Ammon sa quanto io ti desideri!»Stella, non dice nulla, si sfila la camicia da notte e si rifugia tra le sue braccia.Il giorno seguente, domenica, si alza verso mezzogiorno con una strana luce negli occhi: sa con certezza che non potrà più vivere senza Meremptah, anche se dovrà abbandonare per sempre il suo adorato papà e la famiglia.Qualche giorno dopo, una mattina come tante altre:«Ma sei ancora a letto? Tra meno di mezzora devi essere a lezione, svegliati!», così grida la sorella entrando nella stanza di Stella e, con meraviglia trova il letto ancora intatto. Accorrono mamma e papà e neppure loro sanno spiegarsi l'accaduto, né fanno caso ad un papiro arrotolato sul letto di Stella.Parenti, amici e compagni di corso, prontamente chiamati, non sanno cosa dire; nella stanza di Stella non manca nulla, tranne il grosso pelouche che simboleggia il babbuino Thot. Nonostante le capillari ricerche della polizia, della ragazza si sono perse le tracce.Dopo circa una settimana la mamma di Stella vede un foglio di papiro sotto il letto della figlia, contenente misteriosi, almeno per lei, geroglifici. Chiama il marito che, dopo aver velocemente decifrato il testo, impallidisce e si sente mancare: “Caro papà, so di darti un grandissimo dolore, ma il mio destino deve compiersi. Purtroppo non ci vedremo mai più, ma sappi che io sono accanto all'uomo che amo e che la mia vita, non so ancora se lunga o breve, sarà una vita di felicità. Dà un bacio per me alla mamma e a tutti. Papà, non ti dimenticherò mai e penserò sempre a te. Che Dio possa per sempre illuminare I tuoi passi. Addio. La tua Nut.”Il papiro risale ai tempi di Ramses II ed analisi accurate dell'inchiostro danno lo stesso risultato...Sono passati quindici anni, il Prof. Martini ha ora 66 anni e da due è Magnifico Rettore.La profonda ferita causata dalla scomparsa di Stella si è trasformata in una cicatrice, spesso ancora dolorante, ma ormai sopportabile.Quella sera Paolo torna a casa e, con sua grande meraviglia, trova sul suo pc un papiro: come quindici anni prima, impallidisce. Il papiro contiene una pianta che riconosce immediatamente come quella della tomba di Nefertari, la grande Sposa Reale di Ramses II, morta a quarantacinque anni.Ma quello che lo colpisce maggiormente è un geroglifico posto a metà del corridoio di accesso alla camera sepolcrale della regina... è un geroglifico che conosce molto bene... è il geroglifico che indica il nome della dea Nut.Il papiro continua con la frase: “Che Ammon sia sempre con te, padre giusto” ed è firmato col cartiglio del faraone Meremptah e termina, a caratteri molto più piccoli: “Non sono faraone, ma gli dei mi perdoneranno questo sacrilegio, perchè solo così tu mi puoi riconoscere.”Paolo sa che deve raggiungere questa tomba al più presto; telefona a lungo al suo vecchio amico Hosny Al-Haddad, ora Direttore del Dipartimento Egiziano delle Antichità ed organizzano una spedizione alla tomba di Nefertari, da effettuarsi entro un mese.Paolo, Hosny ed altri tre amici egittofili arrivano in un'assolata mattinata estiva nella Valle delle Regine, vicino alla città di Tebe.Senza una parola, dopo aver lasciato i fuoristrada con materiali e viveri, il gruppo, munito solo di pale, macchine fotografiche e potenti torce elettriche, si dirige alla tomba di Nefertari, e, senza neppure guardare i meravigliosi dipinti murali, raggiunge il corridoio di accesso alla camera sepolcrale.Grazie al papiro raggiungono il punto indicato ma qui il corridoio è costituito da roccia compatta sopra, sotto ed ai lati.Paolo non si scoraggia, una forza misteriosa lo spinge, sa che è lì che deve cercare e coinvolge gli altri.Tutti assieme scavano e rimuovono lo strato di terra e pietrisco che da due millenni ricopre il pavimento di roccia ed alla fine compaiono alla luce delle torce elettriche due sottilissime linee di giunzione (sembrano microcrepe della pietra), quasi invisibili, ancora sigillate dalla malta dell'epoca.Emozionatissimi recuperano uno scalpello pneumatico ed un palanchino e, dopo ore di lavoro, sollevano una pesantissima lastra: mai nessuno avrebbe trovato questa apertura se non avesse avuto le esatte coordinate.Uno sportello dorato compare ai loro occhi, lo sollevano e in quel momento capiscono quello che provò Howard Carter quando, nel lontano 1923, mise per la prima volta la testa nella tomba di Tutancamon: una camera sepolcrale ancora intatta, riccamente dipinta ed arredata, compare ai loro occhi.Il Prof. Martini scende per primo poi gli altri lo seguono, ma non fanno in tempo né a gioire né a meravigliarsi: il suo pianto dirotto li distoglie dall'ammirare la scoperta:«Che c'è, Paolo?» gli chiede premuroso l'amico Hosny.«Guarda i dipinti, Hosny, dovunque c'è il ritratto di Nut, di Stella!»E' vero, l'effige è della giovane scomparsa quindici anni prima, identica ad allora in alcuni affreschi, un po' più matura in altri: tutte le fasi della vita egizia di Nut, dalla comparsa in sogno al giovane Meremptah, all'abbandono della famiglia, al matrimonio col principe, alle scene di palazzo, alle feste, alla cacce, ai viaggi, a quando, ormai in età più matura, era in attesa di un figlio, tutte queste fasi sono fedelmente riportate sui muri della camera sepolcrale.Le scene di vita terrena si fermano a Nut incinta, poi la si vede effigiata assieme ad Anubi, il dio egizio dei morti ed infine accanto alla regina Nefertari ed a tutti gli altri dei. In religioso silenzio il gruppo, senza neppure guardare I tesori inestimabili, si avvicina al sarcofago posto al centro della stanza.Due statue d'oro a grandezza naturale di Ramses II vigilano ai lati della tomba, dietro la quale è posta una teca d'oro, anch'essa con l'effige di Nut sul massiccio sportello.Altri singhiozzi risuonano nella stanza quando viene aperta la teca: un babbuino in pelouche (manufatto del tutto sconosciuto nell'antico Egitto), con tanto di calamo e tavoletta, sorride ai presenti.Tremando i cinque si avvicinano al sarcofago, con l'aiuto del palanchino spostano la pesante pietra, e restano basiti dinnanzi alla maschera sepolcrale: sembra una fotografia tridimensionale di Stella.Questa maschera è priva di monili, solo un gioiello d'oro pende dal collo: è il cartiglio di Meremptah, che Paolo aveva regalato a sua figlia il giorno del suo diciottesimo compleanno ed è proprio il gioiello originale in quanto, sul lato opposto al cartiglio, reca la scritta pantografata (non incisa, ma pantografata): “Alla mia Nut, per i suoi 18 anni, Papà” e, subito sotto, a destra, si nota il logotipo dell'oreficeria Bergontini.

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