Da qualche anno a questa parte nel settore della mobilità c’è sempre più voglia di sperimentare nuove tecnologie e soluzioni che siano più efficienti e rispettose dell’ambiente, non solo per le quattro ruote o per quanto riguarda i trasporti pubblici o condivisi, ma anche per le due ruote, tanto è vero che le biciclette elettriche e quelle a pedalata assistita stanno vivendo un vero e proprio boom.
Le loro vendite si attestano infatti attorno alle 50.000 unità annue, ma forse non tutti sanno che per avere una e-bike non occorre necessariamente acquistarla ex-novo.
Con lo stesso concept è stata progettata anche Tabby, la city car elettrica low-cost che si monta in meno di un'ora. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un kit assemblabile direttamente dal cliente. La Urban Tabby fa parte del progetto OSV – Open Source Vehicle – un’iniziativa opensource appositamente pensata per la mobilità che consente di costruire con meno di 3.000€ un’auto elettrica. Ed una volta assemblate le varie componenti – telaio (circa 500€), gruppo motopropulsore (circa 1.500€) e batterie (700€ circa) – l’auto sarà pronta per circolare su strada.
Una sfida tecnologica che si prospetta però in discesa dal momento che il boom nelle vendite di smartphone e dispositivi mobili ha già aperto la strada a studi e ricerche per trovare nuove soluzioni tecnologiche capaci di aumentare l’efficienza delle batterie.
Un altro fronte che sembrava insormontabile solo qualche decennio fa, ma che ora sta per diventare realtà è quello delle auto ad idrogeno: Toyota ha infatti annunciato che lancerà sul mercato il suo primo modello ad idrogeno già nel 2015.
La casa automobilistica giapponese punterà quindi sulle celle combustibili ad idrogeno per produrre l’elettricità necessaria per alimentare il motore delle sue autovetture, con ingenti vantaggi nelle tempistiche di ricarica. Il tempo necessario per fare il pieno ad un serbatoio di idrogeno equivale infatti a quello che si impiega per fare un pieno di benzina. Come ha annunciato Toyota il lancio di questa nuova automobile sul mercato avrà luogo in California, uno dei pochi stati al mondo che ha già dato il via alla sperimentazione sulla rete di distribuzione di idrogeno.
MHyBus miscela infatti idrogeno e metano consentendo di ridurre del 15% le emissioni di CO2, grazie ad un minor contenuto di carbonio e ad una migliore combustione indotta dalla presenza dell’idrogeno. Sperimentato nel Comune di Ravenna, questo progetto pilota, cofinanziato nell’ambito del programma europeo LIFE+ ed al quale ha collaborato anche l’ENEA, ha aperto la strada all’omologazione di una nuova tipologia di veicoli per il trasporto pubblico.
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Ad attirare l’attenzione dei media, vi sono poi i vari prototipi di veicoli alimentati ad energia solare. In tal senso, tra i requisiti fondamentali di cui deve essere dotato un sistema fotovoltaico chiamato a generare l’unica fonte di energia disponibile per un veicolo, sono la grande efficienza delle celle, la leggerezza, la flessibilità, la robustezza e l’affidabilità. Non a caso, date le molteplici complessità tecnologiche, questo tipo di veicoli si limita ad oggi a concorrere in competizioni agonistiche come l’Australian Solar Challenge, ed il debutto sul mercato è ben lontano.
Più concrete sono invece le possibilità di ottenere biocombustibili per la trazione da materie prime e composti diversi da quelli che normalmente vengono impiegati per la produzione di biodiesel e bioetanolo. E’ questo il caso della svedese AB Svensk Biogas che ha ben pensato di trasformare l’alcool di contrabbando in biogas con risultati a dir poco ammirevoli: lo scorso anno infatti, con i 560 litri di alcool confiscati dalla polizia doganale svedese, sono stati alimentati ben 1.000 tra autobus e camion, ed anche un treno.Anche in Australia si stanno cercando modi alternativi per produrre biofuel che non sia in competizione con la catena alimentare. Un team di ricercatori della University of Central Queensland sta infatti studiando l’agave tequilana, vegetale normalmente impiegato per la produzione di superalcolici, per produrre etanolo. L’agave avrebbe infatti un’efficienza superiore rispetto alla canna da zucchero, materia prima dalla quale si ricava solitamente biocarburante: 16.000 litri di etanolo per ettaro contro i 10.000 della canna da zucchero, la quale richiede altresì maggiore irrigazione.
Tra le case automobilistiche che hanno deciso di puntare sui carburanti biologici spicca la Ford, che già nel 2008 ha lanciato la sua Focus in alcune versioni di motorizzazione per carburanti biologici. Ma questa è solo una di tutte le ultime novità sulla Ford Focus, che contribuiscono a renderla uno tra i più parsimoniosi ed ecologici van compatti disponibili sul mercato. Un mercato che passo dopo passo si mostra sempre più attento all’aspetto della sostenibilità.
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