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25 luglio 1943. Settant'anni di finta democrazia. Svegliamoci.

Creato il 25 luglio 2013 da Laperonza

 

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Oggi ricorre il settantesimo anniversario della caduta del fascismo in Italia. Il regime che aveva governato in Italia per vent’anni era caduto e si apriva una nuova era tra bombardamenti, nuove alleanze, tradimenti in un clima da guerra civile e di Paese occupato. Si potrebbe pensare che quel giorno nacque, con un parto travagliato, la democrazia in Italia. Oggi, a settant’anni di distanza, forse possiamo affermare che quel giorno abbiamo avuto la possibilità di far nascere la democrazia in Italia e non l’abbiamo colta.

Questo vuole essere un breve pensiero, adatto ad un blog del ventunesimo secolo che si muove sui canali veloci dell’informazione sul web, non certo un trattato di storia. Ma la mia affermazione trae spunto da una riflessione che si basa sullo stato attuale del nostro Paese, frutto e conseguenza della storia che è seguita a quel 25 aprile di settanta anni fa.

L’Italia, negli anni che sono seguiti, ha dovuto risarcire un debito di riconoscenza nei confronti degli Stati Uniti che pure, quel giorno stesso, continuava a bombardarci. Questo debito ancor oggi sembra non essere estinto. L’Italia ha visto cinquant’anni di governo di una sola parte politica, la cosiddetta moderata, che era influenzata dai grandi poteri finanziari, dalla criminalità mafiosa, da reti massoniche mondiali. In seguito è venuta l’epoca del bipolarismo in cui personaggi costruiti o autocostruiti a suon di spot televisivi hanno fatto il buono e il cattivo tempo alternandosi con governi che mai hanno realmente governato. Tutto questo ha favorito l’ascesa o la perduranza al potere di quei gruppi più o meno occulti che hanno esclusivamente seguito il proprio interesse riducendo il Paese nello stato attuale. Oggi l’Italia è priva di democrazia. È priva di una legge elettorale che garantisca rappresentatività al voto espresso, è priva del rispetto che si deve alla Carta Costituzionale, è priva di un governo eletto dai cittadini.

Chiudo la breve riflessione con una considerazione: il 25 luglio del 1943 non è certamente nata la democrazia in Italia. Ma il germe che ne è scaturito è ancora vivo. Siamo ancora in tempo, anche se in ritardo con la storia, per democratizzare questo Paese che sembra destinato ad essere sottoposto a gioghi di diversa natura. Riflettiamo e cerchiamo di svegliarci.

Luca Craia


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