“Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di ‘mostrare’ nulla, se non la loro intelligenza.” Rita Levi Montalcini
In Italia si è cominciato a commemorare questa giornata solamente dal 2005 ma quanto conta in fondo una giornata rispetto a ciò che accade quotidianamente?
Sarebbe bello poter dire che il sacrificio di tante donne abbia cambiato la situazione nel corso degli anni e certamente il loro impegno è stato significativo e di esempio per tanti, ma purtroppo sono ancora troppi gli atti di violenza nei confronti delle donne e il 25 novembre diventa solamente un giorno come un altro per ricordare questi assassinii.
Catania. «Se mi dice no l’ammazzo». Queste le parole pronunciate dal ventisettenne Gora Mbengue durante l’interrogatorio per aver ammazzato a coltellate la fidanzata trentenne Veronica Valenti che ha avuto come colpa quella di non voler proseguire la relazione con l’ormai ex-fidanzato.
Iran: La ventiseienne Reyhaneh Jabbari ha pagato i suoi debiti con la legge dopo aver trascorso sette anni in carcere. La giovane aveva infatti ucciso Morteza Sarbandi, ex membro dell’intelligence iraniana, che aveva tentato di stuprarla. Il presidente iraniano Hassan Rouhani si è mostrato, indirettamente, indignato nei confronti di coloro che si ergono a giudici improvvisati. Ma la vita di Reyhaneh non è stata ugualmente risparmiata e lo stesso vale per quelle donne che sono state sfregiate nello stesso Paese con degli acidi in strada, da dei fantomatici motociclisti.
Ci sono donne, come la nota Lucia Annibali, deturpata con dell’acido da alcuni albanesi ex detenuti per conto dell’ex fidanzato, che non si arrendono e riprendono la loro vita mostrandosi come vittime della violenza contro le donne, altre che non hanno la possibilità di farlo perché la loro vita è ormai stata cancellata, altre perché non ne hanno più la forza.
Ma perché essere donne deve significare, troppo spesso, trascorrere un’esistenza di paura, a guardarsi le spalle da uomini malintenzionati, e non poter passeggiare tranquillamente per strada come chiunque? Un uomo non ha problemi di questo tipo, può camminare in strada vestito in qualsiasi modo, può fare pubblicamente ciò che desidera senza dove pensare che qualcuno lo sta pedinando o che qualcuno gli fischi dietro o che potrebbe essere violentato da un malintenzionato.
Oggi, 25 novembre, è un giorno come un altro per ricordare cosa le donne devono subire, loro malgrado, quotidianamente, per ricordare la stupidità di quegli uomini che non hanno rispetto di chi sta loro accanto o semplicemente di chi con loro condivide questo mondo.
Ma soprattutto è una giornata per ricordare che non è necessario un giorno in particolare per rispettare la dignità della donna. I femminicidi in Italia e nel mondo sono un qualcosa di reale, non si tratta di esagerazioni dei media né trovate pubblicitarie.
La donna è un essere umano che merita di poter fare ciò che fanno gli uomini, senza discriminazioni, senza restrizioni. No alla violenza, No agli uomini che vogliono decidere per noi donne, che intendono giudicarci con leggi fasulle, No a tutti coloro che definiscono le donne sesso debole perché deboli sono quegli uomini che non riescono a sopportare di rimanere senza una Donna e che per risolvere il problema preferiscono prima tormentarle e poi ucciderle.
Written and photo by Rebecca Mais