Beach Litter: spiagge usate come discariche. La plastica invade i nostri litorali.
Cattive abitudini, depurazione insufficiente, resti di attività produttive, mozziconi di sigarette e chi più ne ha più ne metta...
E' quanto emerge dall’indagine Beach Litter realizzata e curata da Legambiente nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti - Clean up the Med 2015, che nel weekend ha visto centinaia di volontari impegnati nel ripulire le spiagge italiane.
Ad accomunare molte delle spiagge italiane e del Mediterraneo monitorate da Legambiente non è solo il sole e il bel mare, ma soprattutto i rifiuti spiaggiati che si trovano sui litorali. Rifiuti di ogni genere, di tutte le forme e dimensioni: bottiglie e contenitori di plastica, tappi, polistirolo. Secchi, stoviglie usa e getta, oggetti derivanti dal comparto della pesca, mozziconi di sigaretta e rifiuti da mancata depurazione come cotton fioc e assorbenti. Ma la "regina indiscussa" dei rifiuti spiaggiati rimane la plastica.
MONITORATE 54 SPIAGGE: TROVATI 22.114 RIFIUTI SPIAGGIATI
Monitorate 54 spiagge nel Mediterraneo, di cui 29 in Italia e 25 negli altri Paesi costieri. Nei litorali italiani i rifiuti di plastica costituiscono l’80% (contro il 65% dello scorso anno), mentre nelle altre spiagge si attestano al 52%.
L’indagine “Beach Litter” è stata eseguita dai volontari dell’associazione ambientalista da aprile a maggio 2015 su un’area di 136.330 mq, pari a quasi 20 campi da calcio, dove sono stati trovati 22.114 rifiuti spiaggiati.
In particolare sono stati trovati 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mq rispetto all’indagine dello scorso anno.
La mappa dei rifiuti spiaggiati: www.legambiente.it/beachlitter
“Un dato rilevante è quello relativo ai sacchetti di plastica, che nel nostro Paese rappresentano meno del 2% sul totale dei rifiuti trovati, mentre nelle spiagge degli altri Paesi superano il 7%. Una differenza dovuta principalmente alla messa al bando italiano dei sacchetti di plastica non compostabili, ottenuto dopo anni di battaglie della nostra associazione, che ne ha ridotto il consumo del 50% negli ultimi tre anni e che testimonia che si possono intraprendere azioni concrete ed efficaci” spiega Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente.
I DANNI PROVOCATI DAI RIFIUTI SPIAGGIATI: #schifidaspiaggia
I rifiuti spiaggiati fanno male all’ambiente e alla fauna, all’economia e al turismo. Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo.
Secondo diversi studi, nel Mediterraneo occidentale, l’ingestione di rifiuti causa la morte nel 79,6% delle tartarughe marine. Inoltre, le microplastiche ingerite dagli organismi acquatici, sono la causa principale dell’introduzione di plastiche nel biota e, quindi, del disequilibrio della catena alimentare.