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27/08/2014 - Orti urbani, un vero boom: triplicati in due anni

Creato il 27 agosto 2014 da Orizzontenergia

Secondo gli ultimi dati diffusi da Coldiretti, soltanto nei capoluoghi, quelli censiti dalle indagini dell’Istat, siamo passati da 1,1 milioni a 3,3 milioni di metri quadrati dedicati agli spazi verdi condivisi.

di Antonio Galdo

ORTI URBANI – Ricordo lo scetticismo, se non la totale indifferenza, che accompagnò la nascita del fenomeno degli orti urbani. “Piccoli omaggi ai cittadini che non serviranno a nulla e resteranno sempre un fenomeno marginale” si diceva. E adesso, con gli ultimi dati pubblicati dalla Coldiretti, si scopre la potenzapotenza
Grandezza data dal rapporto tra il lavoro (sviluppato o assorbito) e il tempo impiegato a compierlo. Indica la rapidità con cui una forza compie lavoro. Nel Sistema Internazionale si misura in watt (W).
degli orti in città, su spazi di proprietà comunale, che in due anni si sono triplicati. Tanto che soltanto nei capoluoghi, quelli censiti dalle indagini dell’Istat, siamo passati da 1,1 milioni di metri quadrati a 3,3 milioni di metri quadrati di spazi verdi, per seminare frutta e ortaggi, assegnati in comodato a gruppi di cittadini.

Ma, numeri a parte, dove sta la forza rivoluzionaria di un semplice atto amministrativo che, quando c’è la volontà politica, non richiede particolari procedure?

Innanzitutto l’orto urbano è un vero e proprio strumento di politica urbanistica. Semplice, chiaro, efficace. Affidando ai cittadini uno spazio verde, per coltivare l’orto o fare piccoli campi di coltivazioni dove portare a spasso i bambini, è come se un’amministrazione comunale dicesse: qui non si costruisce. Né un centro commerciale, né uffici, né residenze private. Dunque, una scelta urbanistica, che vincola un suolo altrimenti destinato a cadere, prima o poi, nelle grinfie della speculazione edilizia.

VITA PUBBLICA – Secondo elemento di novità e di cambiamento: la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Si scrivono fiumi d’inchiostro sulla distanza tra il popolo e i ceti dirigenti politici e sul fatto che la partecipazione alla vita pubblica è sempre più bassa. Bene, l’orto urbano è uno strumento per rilanciarla. [...]

Infine, è innegabile che l’orto urbano, esploso in queste dimensioni, sia anche una risposta alla Grande Crisi, uno spazio attraverso il quale si cercano nuove strade per iniziative economiche e commerciali. Per non crollare sotto i colpi della recessione. Nelle città del Nord ormai l’81 per cento dei capoluoghi di provincia ha messo a disposizione dei cittadini orti urbani (in testa, tra le città, ci sono Torino, Bologna e Parma), mentre purtroppo nel Mezzogiorno il fenomeno riguarda soltanto i centri di Napoli, Andria, Barletta, Palermo e Nuoro. Troppo poco. L’Italia non può essere divisa in due anche per gli orti urbani.


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