In ufficio hanno messo tre bandierine sul tavolo…argentina, italiana e tedesca…per dei clienti che arrivano dicono, roba grossa pare e mi ricordano tanto i macchinoni neri con le bandiere ai lati nei film americani, quelle per senatori e presidenti e uomini di stato raccattati all’uscita di jet privati con macchina che si ferma a due metri dalla scaletta e tizi in nero con gli occhiali che aprono portiere e stanno fermi immobili con pettorali larghi quanto parafanghi di camion…certo, non fosse che l’ufficio è come al solito immerso nel caos più totale, un mix tra reparto amministrativo, magazzino materiali pesanti e pazzia del Faraone che a dirla tutta..è più energico ed euforico che mai, dice da giorni di aver trovato la sua strada ovvero stare al telefono o in viaggio perennemente parlando in lingue che forse nemmeno conosce e vendere vendere vendere, tirar su i livelli d’oro del tesoro che pare gli stia riuscendo pure troppo bene ed è per questo che si gasa tanto…tutto a nostro vantaggio e non tanto per i dollari a fine mese quanto perché se sta facendo guerra all’estero non sta da noi e quindi meno caos e cicloni nelle nostre zone…forse forse significa che potremo lavorare in pace nel Sottomarino senza che si inizino e si abbandonino 26.349 progetti al giorno senza alcuna logica, senso, programmazione, voglia.
Rito delle 11:00, pisello in mano, prima cabina-cesso dello spogliatoio, pisciata liberatoria…”Pssssssssss”…e polverina bianca per lavarsi le mani, unavoltaemezza di aria calda per asciugarsele, bottone premuto con un colpo di Kung-Fu dato con il gomito, come se puntassi a staccare il collo ad un malvivente con grossi guai a China Town…l’orario preciso preciso come quel nuovo orologio atomico che sbaglia di un secondo ogni 5 miliardi di anni, letto su Google news…chissà a che serve visto che la terra sarà bella che fritta e dubito che ci sarà qualcuno che dirà “Toh…è indietro di un secondo” e via a girare la manovella dietro o a fare doppio click nell’angolo in basso a destra dello schermo per spostarlo avanti anche se, mi dico, come fai a sapere che è in ritardo di un secondo a meno di non avere un altro orologio che sbaglia di un secondo ogni 10 miliardi di anni su cui basarsi…sempre che servino degli orologi visto che i fisici dicono che il tempo rallenta e accelera e ha forme diverse e magari pure due tette e somiglia a Megan Fox senza una gamba…come facciamo a sapere che in realtà non siamo già in ritardo di 4 minuti e 10 secondi…insomma da dove si parte a contare il tempo sempre che poi non ci sia qualche cazzo di divinità di sopra che si fa grosse risate visto che il tempo mica esiste e non ce ne siamo accorti…”esiste solo il Clocox in tutte le sue 18 incarnazioni metafisiche” dice la divinità e ancora noi umani stupidi non l’abbiamo capito forse forse perché sprechiamo energia (esiste?) a costruire inutili orologi che sbagliano solo di un inesistente secondo in cinque miliardi di inesistenti anni invece di inventare una macchina di analisi del Clocox.
Ma si…chemmifrega dei secondi in più o in meno, esistenti più o meno, clocoxati più o meno…ne spreco cosi tanti quando rimango senza pensieri e sguardo fisso bava nell’angolo che non mi importa più…figurarsi cosa mi interessa di protoni-bosoni e orologi da 100 metri quadrati quando la fisioterapia è saltata e la schiena urla…e fuori nevica ma non attacca…e che anche oggi non ho voglia di fare un cazzo ma tutto sommato mi arrampico sui vetri scivolosi dell’apatia portando avanti a singhiozzo i progetti…che le parole mi sembrano tremendamente complicate come la vita e l’amore e il futuro…e scarico roba da studiare e non studio e ci ho riempito un hard disk di sta roba…e devo lavorare di più e guadagnare di più per spendere di più, comprarmi la nuova macchina fotografica, una Golf usata 120.000 km che tanto le golf fino a 500.000 ci vai nel Sahara e in camporella senza paura che non si accenda e pure uno smartphone che questo c’ha un graffio in un angolo che me ne ricordo giusto quando lo tocco per sbaglio…e un appartamento per vivere da solo poco distante dai miei in quasi condizione di povertà e regali che farò alla mia ragazza che nemmeno conosco e che non so manco come-quando-chi possa essere se mai ci sarà nel tempo-futuro-mondo…sempre che tutto ciò esista davvero e non scateni altre risate nell’inquilino divino-luminoso del piano di sopra, quello che stuzzichi con bestemmie e bastone sul soffitto quando ti sei rotto il cazzo del casino che viene giù, che pure da giovani ci lamentiamo come i vecchi quando qualcuno si diverte più di noi.
Tutta colpa del Clocox, quella forma metafisica là che non ricordo più il numero, sempre che esistano i numeri…quella che parla più o meno del fatto che le cose proseguono sempre per linea retta nonostante tu creda di andare in curva inclinato con un Hayabusa blu a 300.000 metri all’ora che fa più scena dei chilometri ma in verità, se poi tu dopo una curva ne metti un’altra al contrario con sto giochetto ci fai strade lunghe parsec in fila per tre con il resto di un paio di anni luce e pare una roba tortuosissima la vita cosi, stile passo d’alta montagna o rally di Montecarlo ma guarda un po’, a vederla dall’alto il punto A e quello B stanno sulla stessa linea ed invece in mezzo è un casino del cazzo tutto ghirigori e strapiombi e spirali e curvoni a parabola e c’è pure quel cazzo di bivio dove ti stavi per schiantare sul platano, eccoli lì…e lì anche la piazzola in cunetta dove hai tirato su quella stronza…tutto un gioco fastidioso come quando chiami un taxi all’uscita dell’Aereoporto e al Dio tassista gli dici “portami all’Hotel Cinquefiori in via Romano numero 34…sa dov’è?” e lui “si si ma sarà lunga” e ti fa fare tutto il lungo mare e il lungo lago e il lungo movida e la periferia e poi il centro e ci arrivi che sono passati 34 minuti e 18 chilometri e scendi e gli dai 200 euro che sono una follia e lui ride e sgomma rapido e ti volti un attimo ed eccoti dall’altro lato dell’aereoporto…intravedi pure l’aero-pulmann da cui sei sceso…e forse forse se scavalcavi quella rete di ferro lì buttando per prima la valigia dall’altra parte, all’albergo, ci arrivavi comodo…a piedi…in 3 minuti.
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