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28 ottobre 1922 – 90 anni dopo

Creato il 28 ottobre 2012 da Marvigar4

Popolo d'Italia del 28 ottobre 1922

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ancora oggi ci chiediamo se con un altro monarca l’Italia avrebbe potuto evitare il disastro di quel 28 ottobre 1922, che portò il nostro paese a vivere 23 anni di puro delirio, di abbattimento dei diritti civili, di organizzazione del cancro del corporativismo, il lascito fascista che ancora oggi impesta le vicende politiche sia a livello locale che nazionale. Da quel giorno infausto potemmo dire addio anche ai sogni di una nazione laica, di uno Stato unito pur nella differenza regionale e nel rispetto della diversità culturale. Era già un’Italia dedita alla corruttela, agli scandali, ai bilanci truccati quella del 1922, piagata da una crisi economica dovuta alle spese e alle devastazioni della Prima Guerra Mondiale, un’Italia che assisteva imbelle alle manifestazioni di questo avventuriero di nome Benito Mussolini, socialista rinnegato, confusionario seguace di anarchismo e pessimo lettore di Stirner e Nietzsche. All’epoca un simile dilettante seppe mettere in scacco un paese guidato da un Re minuscolo, pavido, incapace di firmare il decreto sullo stato d’assedio e quindi complice di questa manovra formata dalla peggiore feccia mai raccattata per le strade italiane. Un legittimo Presidente del Consiglio, Luigi Facta, fu costretto alle dimissioni, al suo posto fu chiamato in un balletto inverecondo Antonio Salandra per tastare la disponibilità di Mussolini e dei suoi scherani. Due giorni dopo l’incarico di formare il nuovo esecutivo fu affidato al maestrino di Predappio e l’Italia sprofondò nell’ignominia diventando addirittura un pessimo esempio per altre nazioni (vedasi il 1933 tedesco e l’ascesa di Hitler)… Quel 28 ottobre 1922 non va dimenticato, occorre studiarlo, analizzarlo e capire quanto è stato una regola, seppur camuffata o mutata, nel corso della nostra storia. Novant’anni sono passati, ma le ferite non sono ancora rimarginate, troppe le eredità che quel periodo macabro inaugurato dalla Marcia su Roma ci restano… Ringrazio mio padre per avermi fatto leggere quando ero un ragazzo Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu, ringrazio la mia famiglia per l’educazione antifascista e libertaria che mi ha donato, ringrazio tutti coloro che non hanno mai smesso di insistere perché non accada più o non influenzi più ciò che novant’anni fa ha screditato la nostra terra italiana.

© Marco Vignolo Gargini

http://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_su_Roma

http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1922&month=10&day=28



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