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Creato il 29 aprile 2015 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad
La promozione della lettura è un flop dietro l'altro: idee vecchie e strategie sbagliate. Una soluzione? Capovolgere il vecchio punto di vista (fallito).

"Come dischi incantati, i letterati televisivi hanno ripetuto che è bello leggere, importante leggere, sano leggere - e così anche l'altra sera su Raitre. Con scenografie più che prevedibili: le scrivanie, le librerie, gli scaffali, le scartoffie. Basta!
Fare trasmissioni per promuovere la lettura non ha senso, sarebbe come promuovere il tennis parlando per ore del tennis senza mai mostrare una racchetta, o il tango senza che si stacchi dalla chiacchiera una sola nota, un solo passo di danza.
Non ho ricette, ovviamente, ma ho quasi la certezza che, andando avanti su questa strada, riusciremo a scoraggiare anche quelli che leggono". Così oggi Paolo Di Paolo, su FQ, scrive a proposito della promozione dei libri e della lettura in tv.

Ha ragione. Tutto vero, ma una ricetta ci sarebbe: capovolgere le leve della promozione.
Chi la promozione la fa sul serio, giocandosi un capitale (non gli impiegati della tv), sa che il grande pubblico si interessa ad un oggetto, e poi lo compra, se gli mostri a lungo quello che può farci, se gli mostri che è uno strumento utile e versatile. Lo compra non per quello che fa l'oggetto in sé, ma per quello che può farci lui, l'acquirente.
Proprio la tv è il mezzo di massa migliore per coinvolgere nuovo pubblico, con un po' di glamour, di provocazione, di agonismo o di antagonismo (Masterchef insegna, o no?).
Per passare dagli appassionati al grande pubblico la comunicazione in tv dovrebbe passare dallo strumento, all'uso dello strumento. Dall'oggetto, all'uso dell'oggetto. E' molto più faticoso, ma è così che funzionano le vere campagne di advertising.
Così è stato per i computer (da pochi smanettoni a mezzo mondo) e così può essere per promuovere i libri e per la lettura in genere: valore d'uso e glamour.
Invece? Invece questa idea non scatta nello zoccolo duro di lettori e dei loro editori. Per loro, il valore implicito della lettura è così scontato che non ne parlano mai. Ancora oggi, in molti ambienti, anche giovanili, la lettura è considerata un hobby come un altro, non uno strumento per superare i limiti delle esperienze personali, cioè, in definitiva, uno strumento per vivere meglio.
A cura di Lorenzo Ricci e staff FirstMaster Magazine
Fonti: Paolo Di Paolo (FQ) e Claudio Torrella (FirstMaster) in chat.


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