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Conosci te stesso... in una "semplice sensazione"...

Da Genna78

Conosci te stesso... in una "semplice sensazione"...


Sai quale è il processo psicologico più importante
per la tua crescita personale? "Conoscere te stesso"!
Lo so non sono il primo a sostenerlo ma sembra
che più progrediamo con le ricerche psicologiche
e più apprezziamo l'importanza di conoscere se
stessi. Nella 65° puntata del podcast di psinel
recuperiamo un tema tanto caro a questo blog
con alcuni semplici esercizi...
Sei riuscito ad ascoltarlo? un bel delirio, però
contiene alcune piccole "perle" che se messe in
pratica possono davvero migliorarci. La prima
e più importante è come al solito la pratica della
meditazione. Si lo so che ti ho rotto le scatole
con "sta roba orientale", ma sei qui per avere
informazioni per vivere meglio e sviluppare
la tua "psicologia", giusto? allora medita ;-)
"Conosci te stesso" per alcuni studiosi moderni
si tratta di una frase che serviva per facilitare il
compito divinatorio dell'Oracolo di Delfi. In
altre parole, prima di entrare e chiedere allo
oracolo qualcosa, cerca di sapere bene prima
che cosa chiedergli. Questa versione dei fatti
è molto meno romantica e profonda dell'idea
che abbiamo intercettato da Socrate in poi...
...nonostante si tratti di uno dei consigli più
importanti ed utili, il "conosci te stesso" è
talmente "banale che ci scappa di mano" o
meglio dall'attenzione. Infatti essere se stessi
è un processo di addestramento che non ha
mai fine, perché via via che cresciamo
diventiamo sempre più "noi stessi".
Attenzione! Per alcune persone questo vuol
dire che "se nasci in un modo sei costretto a
morire in quel modo". Un'idea eugenetica che
non mi piace affatto, come se tutto il nostro
destino fosse pre-determinato dalla biologia
del nostro corpo. Noi siamo esseri in divenire
pensare di poter prevedere come diventeremo
è un po' come cercare di indovinare quanto
crescerà un albero.
Ti è mai capitato di piantare un germoglio che
credevi fosse ormai morto? E ti è mai capitato
di vederlo rinascere quando è messo in quelle
condizioni particolari che glielo permettono?
Anni fa mi fu regalata una piantina, la tenevo
male e stava appassendo, poi un giorno un mio
amico l'ha vista e mi ha proposto di "salvarla"...
...così l'ha presa è l'ha portata nel suo giardino.
Dopo qualche settimana vado a trovarlo e vedo
una pianta completamente diversa. Il fusto era
diventato più grande e resistente, i germogli si
erano aperti e lasciavano intravedere la bellezza
della vita in crescita. Uno spettacolo che non
avrei mai potuto prevedere osservando la
piantina quando se ne stava sul mio terrazzo.
Allo stesso modo se vedo un ragazzo che ha
molte difficoltà con la matematica posso si
ipotizzare che forse non sceglierà di fare il
liceo scientifico, ma nulla mi dice che non
sceglierà ingegneria nel futuro. (Per chi non lo
sapesse ingegneria è zeppa di matematica)
perché nel tempo potrebbe scoprire di avere
una passione proprio per la matematica.
Crescendo le persone scoprono i talenti più
vari, attitudini che possono sorprendere chi
pensava di essere "fatto in un modo". Così il
nostro processo di auto-conoscenza non ha
mai fine, perché si tratta di un qualcosa in
continuo divenire.
"Quindi Genna, se siamo in divenire forse
non esiste una nostra vera personalità fissa!"
Si se "personalità" intendiamo ciò che tu pensi
di essere. Cioè ciò che tu ti racconti ogni giorno
su te stesso, attraverso quegli stessi meccanismi
che ti permettono di leggere questo testo e di
prevedere la realtà. Questo meccanismo che da
anni ho battezzato "GPS", è quella parte di noi
che costruisce "mappe per muoversi agilmente
nel territorio"...
...questa parte ci mostra solo un pezzetto di "chi
siamo", quel pezzetto che ci serve per muoverci
agilmente nelle diverse situazioni. Quindi se
inizi a chiederti "ma io chi sono" la prima
risposta arriverà da questa parte di te. Che non
ha una risposta univoca, visto che si comporta
in modo plastico in base alle situazioni...
...se ad esempio in quella certa situazione ti sei
comportato in modo "egoista", quando ti fermi
a pensare "chi sei" e magari ti viene in mente
quella situazione, cosa risponderai? Esatto,
che sei egoista! Ma quel comportamento non
descrive chi sei, ma solo come hai agito in
una situazione specifica, possono esserci
10000 motivi per cui "hai agito in quel
modo".
Quindi, quando ci poniamo la fatidica domanda
di "chi siamo", andiamo a pescare da quella che
viene chiamata "memoria biografica", l'insieme
di tutti i ricordi che hai di te stesso in diverse
situazioni. Il punto qui è che in ogni diversa
situazione potresti esserti comportato anche
in modi diametralmente opposti, per cui è
difficile "trarne chi sei davvero".
Sia la mutevolezza dei nostri comportamenti
e sia la ambiguità della realtà contribuiscono
a farci trovare un "centro" nella parte errata,
quella appunto della tua "storia personale".
Certo, anche quella contribuisce a dirti chi
sei... anche quella parte sviluppa una sua
coscienza, ma la parte più intima di te sa
chi sei veramente.
Però essendo in divenire diventa difficile fare
una fotografia a questa parte. Così in oriente
ed oggi anche in occidente, si pensa che siamo
ciò che sentiamo di essere nel presente. Sei il
tuo corpo, quello che senti di te stesso al di la
del pensiero. E' un concetto difficile da
spiegare e più facile da praticare...
...se infatti ti siedi a guardarti dentro per un
po' di tempo, emerge questa parte di te, questo
"sentire primordiale" di chi sei veramente. O
meglio, della "sensazione di esserci", senza
avere identificazioni con storie del passato
o con programmazioni future. E credo che
la metafora della "consapevolezza a 15 anni"
calzi a pennello.
Come fa il GPS a farci credere di essere la
nostra personalità?
Lo fa attraverso la costruzione di abitudini
cioè di automatismi. Creando risposte auto-
matiche a tutti i livelli: cognitivo (il modo di
pensare), emotivo (il modo di sentire) e
comportamentale (il modo di agire). Questo
complesso intreccio nasconde quella nostra
parte intima con cui siamo sempre
connessi.
Quel famoso "centro" che puoi sviluppare con
l'addestramento dell'attenzione che da secoli
viene definito "meditazione"... e che qualche
puntata fa abbiamo anche definito "testimone".
Non potendo dare una "etichetta mentale" a
questo stato possiamo solo osservarlo e
prenderne coscienza...
...ma allora "chi sono"? Sei la semplice e
sublime sensazione di esserci... fermati un
istante e sentiti...senti di essere qui e ora!
Ok, mi sa che per oggi ho confabulato fin troppo
se l'argomento ti ha affascinato metti un bel
mi piace!
A presto
Genna


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