And here it comes again, the "problem" of the name Arstcrylique. You really can't imagine how many times by day I've been asked what does it mean, why did I call my blog like that, how is it written, how to pronounce it, etc. The truth is I've a kind of cosmic void about the moment in which I've invented that weird and incomprehensible name. The only vague memory I have is that I wanted to join together the words "art" and "acrylic" to create a sort of personal neologism which could represent my own concept of fashion as an acrylic art, an art always hung between past and future. Acrylic colors are resistant, like inspirations that fashion takes from the past and from which it does never break apart. But they are also shining, always lively, luminous as the most brilliant avantgardes are. I know, I'm a bit writhed. Probably I'd better call it "fashion-something" and the problems would have been less, but surely I'd got tired of it very soon. Anyway, changing topic and making a final consideration of Milan Fashion Week I have to say I had a lot of fun, I'm very happy that I've done a good work and that I've created new interesting networks, but on the other side I also have to admit that I found Milan Fashion Week pretty boring in comparison with other ones and that I can't wait to move to Paris to attend the french one. I mean, to do a little example, today in Paris will go on runways Dévastée, Damir Doma, Dries Van Noten, Rochas, Gareth Pugh, Peachoo Krejberg. Fascinating names, very creative fashion maisons wich always have deep and interesting inspirations, never boring. In Milan fashion shows are (more or less) always made by high levels of refinement and elegance of intents, but there's not a huge level of innovation. What do you think about that?
Appena rientrata da Milano, ho trovato un piccolo pacchetto ad attendermi a casa. Circa due settimane fa avevo ordinato online una collana personalizzata placcata in argento puro che mi sono fatta fare con il nome del blog, Arstcrylique.Visto che una volta su due mi dimentico a casa i biglietti da visita e che tentare di far capire alle persone come si chiama il mio blog è arduo, ho optato per questa collana così non devo fare altro che mostrarla al posto di incespicarmi in uno spelling che nemmeno io so come fare. E qui si ripresenta la questione del nome Arstcrylique. Non potete immaginare quante persone ogni giorno mi domandino cosa significa, perché ho chiamato il mio blog così, come si scrive, come si pronuncia, ecc.La verità è che ho una specie di vuoto cosmico riguardante il momento in cui mi sono inventata questo strampalato e incomprensibile nome. L'unico vago ricordo che ho è che volevo unire le parole "art" e "acrylic" per creare una sorta di neologismo tutto mio che potesse rappresentare la mia concezione di moda come arte acrilica, ovvero di un'arte sempre appesa tra passato e futuro.I colori acrilici sono resistenti, così come lo sono le ispirazioni del passato dalle quali la moda non si separa mai, ma sono anche brillanti, sempre vivaci, pieni di luce, come le più brillanti avanguardie. Lo so, sono contorta. Avrei fatto meglio a chiamarlo "fashion-qualcosaltro" e mi sarei tolta molti problemi, ma di sicuro mi sarei stancata dopo un paio di mesi. Comunque, cambiando argomendo e tirando le somme della Settimana della Moda di Milano appena finita devo dire che mi sono divertita molto, sono contenta di essere riuscita a lavorare bene e a creare nuovi contatti interessanti, ma d'altra parte devo anche ammettere che trovo la Settimana della Moda milanese la più noiosa di tutte e che non vedo l'ora di trasferirmi a Parigi a settembre per seguire quella francese.Voglio dire, giusto per fare un esempio, oggi a Parigi sfilano Dévastée, Damir Doma, Dries Van Noten, Rochas, Gareth Pugh, Peachoo Krejberg. Nomi affascinanti, creatori sempre vivaci e con ispirazioni profonde e articolate, mai noiosi. A Milano va (quasi) sempre in scena un altissimo livello di raffinatezza formale e di eleganza d'intenti, ma di innovativo ben poco. Voi che ne pensate?