3° Domenica di Pasqua - Anno B

Creato il 21 aprile 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
22 aprile 2012

3a DOMENICA DI PASQUA Anno B


Antifona d'Ingresso Sal 65,1-2Acclamate al Signore da tutta la terra,
cantate un inno al suo nome,
rendetegli gloria, elevate la lode. Alleluia.


CollettaO Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa' di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore. Per il nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura At 3, 13-15. 17-19Avete ucciso l'autore della vita: ma Dio l'ha risuscitato dai morti.Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati». - Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 4
Rit. : Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera. - Rit.
Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco. - Rit.
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». - Rit.
In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. - Rit.

Seconda Lettura 1 Gv 2, 1-5Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo. Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. - Parola di Dio
Vangelo Lc 24, 35-48Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro]ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
- Parola del Signore
Intervento di don Lino di giovedì 20 aprile 2012
Accostiamoci al testo per dirci insieme cosa emerge da questa Parola e quale prospettiva ci apre. Cosa c’è in comune tra la prima lettura e il Vangelo? Alcuni spunti.
  • Nel confronto si delinea un cammino, un percorso.
Gli apostoli prima sono scappati e in un certo senso hanno tradito, poi invece tornano a proclamare che Gesù è risorto negli stessi luoghi e con la stessa gente. Questo ci dice che in tutti i casi c’è sempre un travaglio, un cammino, una fatica. La fede nel Risorto non è qualcosa di magico, per creduloni. La difficoltà a credere è preziosa, perché dice che la fede non è propaganda, ma espressione di una vita. Credere è una crescita continua. La fede ti cambia e il tuo cambiare ti apre alla fede. Nel Vangelo di domenica scorsa abbiamo potuto riflettere sulla resistenza di Tommaso. Quindi non meravigliamoci se questo succede anche per noi. Il credere non si fonda semplicemente su un fatto sentimentale, ma richiede un cambiamento di sguardo.
  • Il rapporto con il mangiare è per rispondere al bisogno biologico del nutrirsi o sta ad indicare qualcos’altro?
Emerge il peso e il valore che ha l’Eucarestia. Gesù aveva affidato all’ultima cena il valore di profezia e di segno. Gli incontri del Risorto, legati al mangiare, sono il riconoscimento della sua identità. Il mangiare è allora un messaggio, un codice decifrato. Pensiamo a Giuda che alla stessa cena se ne va, mentre gli altri restano. Il mangiare con Gesù è una chiave di interpretazione di tutta la vicenda. Gesù spezza il pane non perché ha fame, ma perché vuol dire chi è e quindi vuole rivelarsi e confermare gli apostoli sulla sua Resurrezione. Nei racconti della Resurrezione gli apostoli escono incoraggiati dal vedere e vivere il segno del pane; si accende in loro una comprensione nuova. Gesù si rivela loro per quello che effettivamente è. Viene allora naturale chiederci:
  • come sono le nostre messe?
  • come spezziamo il pane?
Mi sembra urgente ritrovare e approfondire la densità dei gesti che compiamo.
  • Nel punto finale si dice che Gesù dà la chiave di interpretazione per la profezia. In realtà è Gesù stesso la chiave per comprendere le scritture.
Ci eravamo fermati sul particolare della scrittura che considera Gesù l’ermeneuta, cioè colui che interpreta le scritture. Gesù, la sua persona, la sua vicenda sono la chiave di lettura della Bibbia. La Bibbia è filtrata da Gesù, è colta e mostrata nel suo valore da Gesù stesso.
  • La Resurrezione va tenuta legata con la morte.
La cena di Gesù non è qualcosa di normale, perché Gesù in quell’occasione prende il pane e dice: “ Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi ”, un gesto concreto e molto umano arricchito dalla prospettiva della morte per obbedienza e donazione. Non basta spezzare il pane, questo pane va arricchito dal dono di sé. Il dono del pane che è se stesso da parte di Gesù, è un segno molto ricco e profondo per noi. Spesso rischiamo di banalizzare il gesto o di scinderlo dalla vita concreta.
  • Per la riflessione, vale la pena sottolineare che un segno molto forte della verità della Resurrezione, che in questo tempo è necessario evocare, è il fatto che gli apostoli non si aspettavano la Resurrezione, era un evento fuori dalla loro cultura.
La Resurrezione è un fatto molto singolare nella storia delle religioni. Il fatto che si sciolga poi questa resistenza non è sempre ovvio. La Resurrezione resta un fatto inatteso anche adesso. La Parola ci dice che il futuro è Gesù, e questo determina la conversione. Non è qualcosa di banale, di ovvio. La fede impegna. Dire “credo nel risorto” vuol dire giocare la propria vita sulla persona di Gesù. Credere nella Resurrezione sarà sempre difficile, perché implica un mutamento di prospettiva sul valore e sul senso della vita non ovvio.
AMARE LA CHIESA
Tutti siamo invitati
a riconoscere e celebrare
nella chiesa il segno
e la bellezza di Cristo …
Tutti siamo tenuti
a concorrere
con la nostra autentica vita cristiana
a dare alla Chiesa
una più viva
ed operante capacità
d’irradiare lo splendore salvifico
e beatificante di Cristo.
   Papa PAOLO VI

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