Garzanti, 1980 (USA, prima uscita: 1934)
“È un piacere vedervi Gordon! Vi credevamo morti!..”
“Mai, finché avremo amici come voi pronti ad aiutarci!”
(dialogo tra re Barin e Flash Gordon)
Su un personaggio come Flash Gordon si è scritto e detto di tutto. E’ uno di quei personaggi che, come Charlie Brown, Tex o Asterix, non ha certo bisogno di presentazioni. E come è accaduto per questi personaggi, anche al biondo eroe, creato nel 1934 da Alex Raymond, non pochi libri sono stati dedicati nel nostro Paese. Volumi cartonati, brossurati, tascabili, allegati ai più noti quotidiani, edizioni amatoriali… insomma, quanto basta affinché Gordon possa sopravvivere al passare degli anni e non smetta di essere amato dai più nostalgici e riscoperto dalle nuove generazioni, grazie anche ai “remake fumettistici”. Vista l’importanza del personaggio e soprattutto del suo autore, non sarà questa l’unica occasione in cui parlerò dell’eroe che ha fatto sognare la generazione della “golden age” americana. Il volume “Flash Gordon” edito da Rizzoli merita davvero un posto di rilievo nella nostra biblioteca. Le ragioni sono molteplici: il formato a bandiera, rispettoso delle tavole domenicali americane (privo, quindi, degli odiosi montaggi eseguiti per alcune edizioni italiane negli anni ’70), la bellissima introduzione di Pierre Couperie e Édouard François che analizza le varie fasi dello stile raymondiano, la bellissima stampa a colori con effetto retinato stile retró e, naturalmente, la grande qualità dell’opera che racchiude tre storie significative della saga di Gordon. Aprire questo libro e scorrerne le pagine vuol dire essere immediatamente catapultati nell’universo di Flash Gordon. Nella prima storia del volume Il mare del mistero veniamo letteralmente immersi nella città sottomarina di Coralia, governata dalla bellissima regina Undina, che vuole trasformare Gordon in un essere che, come lei, può respirare solo sott’acqua. Subito dopo vediamo l’eroe in compagnia della sua fedele fidanzata Dale Arden e del suo compagno di ventura, il dottor Zarro, protagonista di una storia dal gusto puramente fantasy, Verso l’ignoto, in cui il terzetto si ritrova in una foresta a combattere contro delle creature a metà tra il fantastico e il preistorico. Nell’ultima storia, Il re della foresta, Flash, Dale e Zarro raggiungono Aurora, la città in cui regnano il re Barin e la regina Aura, amici di Gordon e come lui acerrimi nemici del perfido Ming, imperatore del pianeta Mongo che, invano, cerca di catturarli. E’ interessante sottolineare che il nemico numero uno di Gordon, Ming appunto, appare solo fugacemente in qualche vignetta, nonostante la sua malvagità sia costantemente avvertita dall’eroe (e dal lettore). Tale scelta rende ancora più bello questo volume, Raymond è infatti abilissimo a far ruotare le storie unicamente attorno alle figure di Gordon e dei suoi comprimari, liberando la sua fantasia nella creazione di una serie di personaggi davvero memorabili: oltre alla regina Undina vanno ricordati, almeno, il futuro re Tritone, il malvagio Plutone, gli Uomini Zanna, gli Uomini Scimmia, per non parlare di alcune bizzarre creature come gli scoiattoli volanti e l’elefante a due proboscidi.
Splendida tavola tratta dalla storia Il mare del Mistero.
Non mancano poi tutti quegli ingredienti che hanno fatto di Flash Gordon il più celebre eroe dei fumetti: le bellissime regine desiderose di conquistare Flash e che, per questo, suscitano la gelosia di Dale Arden, le sequenze d’azione sempre magistralmente orchestrare (su tutte, la battaglia nelle foreste con gli uomini scimmia, debitrice al Tarzan di Hal Foster) e le scenografie sempre cariche d’atmosfera in cui vengono perfettamente fuse fantascienza e preistoria. Ma quello che contraddistingue Flash Gordon da qualsiasi personaggio è sicuramente il disegno del suo autore, da molti considerato il più grande disegnatore di genere avventuroso.
Il fascino di Gordon non risparmia le varie principesse e regine del pianeta Mongo; il tutto sotto lo sguardo geloso di Dale.
In queste storie assistiamo al periodo “barocco” di Raymond. Se, nelle prime avventure di Gordon, il tratto mostrava una certa rigidità e linearità, in queste storie vediamo un grande realismo unito a un costante uso del tratteggio che quasi delinea le figure, riuscendo a rendere luoghi, oggetti e persone con una plasticità e dinamicità del tutto nuovi per l’epoca e che stupiscono ancora oggi; così come stupisce la plasticità “michelangiolesca” del corpo umano che Raymond regala ai suoi personaggi. Notiamo ancora l’accuratezza nella resa dei costumi (occhio al panneggio dei mantelli), dei razzi (molto più eleganti rispetto agli inizi) e delle architetture, un’accuratezza che si distacca nettamente dalle ingenuità iniziali per fondersi perfettamente con uno stile che troverà il suo punto di massima espressione con le avventure di Gordon nel regno di Frigia. Ma di questo parleremo prossimamente. Un volume, questo, che le nuove generazioni di lettori (e autori) dovrebbero possedere. Io custodisco gelosamente la mia copia fin da quando mi fu regalata nel lontano 1989. Sfogliandola mi si aprì davanti agli occhi un mondo del tutto nuovo: scoprii un grande personaggio, conobbi un artista per molti versi unico e soprattutto giurai al fumetto amore eterno.
Curiosità
L’incipit di Flash Gordon è stato probabilmente ispirato dal romanzo di Philip Wylie Quando i mondi si scontrano (da cui nel 1951 l’omonimo film diretto da Rudolph Maté). Flash Gordon (che Raymond modellò sulle fattezze del cognato) è laureato a Yale ed è un campione di polo ed è quasi sempre in compagnia della sua eterna fidanzata, la brunetta Dale Arden; a proposito di Dale, nelle prime avventure di Flash il suo cognome fu erroneamente tradotto come “Ardan” anziché con Arden. Le trame iniziali di Gordon non furono particolarmente memorabili, contrariamente al formidabile disegno di Raymond; per questo motivo il King Features Syndacate affiancò a Raymond uno sceneggiatore, Don G. Moore, assegnandogli il compito di costruire trame più ardite e scorrevoli. Pare che il contributo di Moore ebbe inizio con la celebre sequenza del torneo di Mongo. I modelli artistici di riferimento con cui Raymond realizza la saga di Gordon sono diversi: dal già citato Hal Foster, vero punto di riferimento per il giovane Alex, fino agli illustratori Franklin Booth, John La Gatta (soprattutto per i modelli femminili) e Matt Clark. Per le anatomie dei suoi personaggi (molto dettagliate e precise) Raymond si rifece non poco al pittore e anatomista George Bridgman. Ma non bisogna dimenticare Buck Rogers, il fumetto di Fantascienza capostipite del fumetto realistico (insieme al Tarzan di Foster) creato da Philip Nowlan e Dick Calkins; certo i disegni di quest’ultimo non potevano certo competere con quelli di Raymond ma di sicuro diverse soluzioni e personaggi presenti in Buck Rogers servirono come riferimento per la definizione dell’universo di Gordon. Alex Raymond disegnò unicamente le tavole domenicali di Gordon, senza mai volersi occupare della striscia giornaliera, fino al 1944, anno in cui venne arruolato nei marines come capitano di complemento. Congedatosi nel 1946 col grado di maggiore, preferì abbandonare del tutto Flash Gordon per dedicarsi ad un nuovo personaggio: Rip Kirby. A dare un seguito a Gordon fu prima il suo allievo Austin Briggs e poi, tra gli altri, Emanuel “Mac” Raboy, Don Barry, Rick Estrada e Al Williamson, forse colui che più di tutti riuscì ad imitare lo stile del maestro. Gordon ha chiuso i battenti nel 2003 dopo quasi 70 anni di vita. L’ultimo artista a disegnarlo fu Jim Keefe. Negli anni ’80 l’autore Dan Jurgens realizzò una mini serie su Flash Gordon edita dalla D.C. Comics. Molto recente è invece la versione elaborata da Brendan Deneen per la Ardden Entertainment.
La plasticità e la perfezione anatomica raggiunta nel disegno da Raymond; questa è forse la più famosa immagine di Flash Gordon.
Altre edizioni
?Non è difficile trovare queste storie nelle varie fiere del fumetto, su internet o nelle fumetterie più fornite. Sicuramente 3 sono le edizioni da tenere d’occhio: La prima risale al 1972, ad opera di Garzanti, con le tre storie in questione contenute in un bel volume in bianco e nero, cartonato con cofanetto contenitore. La seconda è ad opera del Club anni ’30 del 1976, che ristampò in volumi cartonati tutto il Gordon di Raymond, utilizzando il materiale tratto dalle patinate originali; tuttavia la sua reperibilità è più limitata e il suo costo più alto. La terza, forse la migliore, è quella realizzata all’inizio degli anni ’90 dalla casa editrice Comic Art, con una stampa che riprendeva le vecchie patinate originali, carta eccellente e veste grafica di tutto rispetto. Le storie in questione furono pubblicate nella collana “Special Mongo” n. 64, 65 e 73. Delle stesse fu fatta un ‘edizione economica per le edicole. Sconsiglio la riedizione ad opera dei Fratelli Spada negli anni ’70: non solo perché contiene tavole domenicali rimontate (e su questo potremmo anche soprassedere) ma perché le stesse vignette di Raymond vengono addirittura adattate al formato dell’edizione grazie all’intervento di artisti esterni… beh, questo proprio non si può perdonare. Inoltre la stampa è davvero di pessima qualità. Recentissima è invece l’edizione considerata “definitiva” curata da Peter Maresca e proposta in versione italiana dall’Editoriale Cosmo; buona cura editoriale, ma Rinaldo Traini e la sua Comic Art, 25 anni fa, avevano fatto di meglio.
Tre buone edizioni di Gordon in cui potete trovare le storie contenute nel volume consigliato. Da sinistra il volume pubblicato da Garzanti, al centro l’eccellente edizione realizzata dalla Comic Art e infine quella recente dell’Editoriale Kosmo.