32° Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Creato il 10 novembre 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore


32° DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO B
Antifona d'IngressoSal 87,3La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l'orecchio
alla mia preghiera.
 

CollettaO Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri,
giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio e vive e regna con te….

LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura 1 Re 17, 10-16La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia.

Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po' d'acqua in un vaso, perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va' a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d'Israele: "La farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra"». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia. - Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 145
Rit. : Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. - Rit.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. - Rit.
Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. - Rit.

Seconda Lettura Eb 9, 24-28Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti.
Dalla lettera agli Ebrei
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza. - Parola di Dio
Canto al Vangelo Mt 5,3 Alleluia, alleluia.Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
Vangelo Mc 12, 38-44Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». [Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».] - Parola del Signore
  • Suggerisco alcuni punti su cui riflettere per il lavoro personale, in famiglia, nei gruppi, in modo da tenere presente i richiami essenziali che il Signore ci fa con la sua Parola.

L’attenzione e l’amore di Dio per gli emarginati, i poveri e i non considerati è tale da rappresentare un rovesciamento che fa emergere la preferenza di Dio per loro. Nell’episodio raccontato nella prima lettura, vediamo come Dio risponde al bisogno della vedova e della sua famiglia. La fame e la sete vengono colmate attraverso l’intervento di Dio, che rompe gli schemi e non ubbidisce alle espressioni delle culture dei vari tempi dove i poveri ci sono in modo evidente e dove appare anche il disprezzo e il rifiuto. Dio fa un’opera non solo eccezionale, ma anche preferenziale, perché garantisce alla vedova un trattamento miracoloso, e questo suscita un’iniziativa che risolve il dramma di questa donna e del figlio. Questo atteggiamento, che l’esperienza profetica pone come richiamo, evidenzia il volto di Dio, che di preferenza non si china sui potenti, ma sui deboli. L’amore e l’iniziativa di Dio si orientano verso i poveri. Questo tema è una realtà grande che tocca anche la nostra esperienza. Noi siamo chiamati ad interrogarci con serietà e rigore, perché la posta in gioco è vitale.
Nel Vangelo viene ripreso questo tema. Ci sono due scene distinte che però convergono.
  • La prima ci mostra lo sguardo di Gesù sui personaggi più importanti, più in vista del tempo: farisei e scribi.
Gesù non ha un giudizio globale, perché sa distinguere il buono dal meno buono. In questo caso, il giudizio è su un comportamento che si presenta generalizzato. Questi personaggi si mettono in mostra, occupano un posto di rilievo e anche lo cercano; in apparenza sono persone affidabili, si direbbe persone piene di attenzione ai valori. In realtà non è così. Gesù mette in evidenza con chiarezza l’ambiguità che c’è nel loro cuore. Queste persone possiamo essere anche noi, perché siamo costantemente tentati verso i primi posti. Sta quindi a noi valutare se il nostro cuore è convertito o meno. Il testo ci offre l’opportunità di cogliere i criteri per un giudizio su di noi e sulla realtà che viviamo. Riprendendo il primo quadro del Vangelo, Gesù esprime dunque un giudizio severo. Cosa rimprovera Gesù? Guardatevi dagli scribi….”: state attenti e siate critici in senso positivo, cioè nel senso di svelare le ambiguità e gli inganni. “ … che amano passeggiare in lunghe vesti…”: la lunga veste è un segno distintivo di chi occupa una posizione di prestigio. È bello farsi notare ed emergere tra la folla, “…ricevere saluti nelle piazze…”: la gente ti stima, ti saluta, ti riverisce, ti considera importante. E così pure “… avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti…”, avere cioè posti di rilievo. Divorano le case delle vedove…”: le vedove, venendo a mancare la figura maschile del marito, non avevano nessuna importanza, erano indifese e quindi persone da poter eventualmente sfruttare, non certo da rispettare. Ora andiamo verso un crescendo: queste persone, oltre che a farsi vedere e notare, oltre che sfruttare la propria posizione per compiere fatti non proprio positivi, “…pregano a lungo per farsi vedere…”. La preghiera è utilizzata per mettersi in evidenza. Essi riceveranno una condanna più severa.” Gesù coglie l’ambiguità, la mette allo scoperto e la giudica. Questo ci aiuta a rivedere il nostro comportamento che non sarà certo così vistoso, ma che ha bisogno di essere svelato e purificato per poter avviare un processo di liberazione.
  • La seconda parte del Vangelo sorprende, perché all’apparenza non è più Dio che manifesta il suo amore, ma la creatura che lo esprime.
Gesù vede ciò che la gente non vede. Tante persone sono lì insieme, pregano, ma non si accorgono di quella donna vedova, povera e indifesa, pure lei presente. Gesù la vede, e questo è un modo ulteriore per dire che Dio è attento ai poveri. Dio li vede ovunque sono, anche nei posti più nascosti. Se noi siamo presi dai nostri interessi emergenti, dal metterci in mostra per essere riveriti e per occupare i primi posti, certamente non ci accorgiamo dei piccoli e dei poveri. Noi stessi rischiamo di nascondere e di non svelare le nostre povertà. Gesù vede, e questo vuol dire che Dio, attraverso Gesù, mostra un interesse particolare per questa persona e segnala questa presenza. È molto bello questo particolare! Gesù, in questo modo, dice ai discepoli: “Guardate e imparate da lei; aprite gli occhi, perché intorno a voi c’è gente che ha bisogno di essere sostenuta, di essere capita e valorizzata, e voi rischiate spesso di non vederla. Quella donna ha tutti i titoli per essere sostenuta con amore, considerata e accolta, ma purtroppo ha anche tutti i titoli per essere ignorata. Anche su questo fatto dobbiamo interrogarci personalmente, all’interno della nostra famiglia e dei nostri gruppi: chi è il più considerato e il meno considerato? Anche noi rischiamo di far emergere chi ha dei titoli a scapito di chi non ne ha. Se uno ha delle difficoltà è tagliato fuori. Ecco allora l’importanza di valorizzare i doni. Cosa vuol dire valorizzare i doni? Valorizzarli vuol dire riconoscerli e non nasconderli, non spegnerli, ma far sì che emergano e che crescano. Gesù vede e aiuta a vedere. Questa è la scuola del Vangelo attraverso la quale il Signore ci insegna tante cose, e ogni giorno ci dice: “ Guarda, non fare finta di niente; magari puoi fare poco o nulla, però puoi ascoltare, parlare e già questo è fondamentale per sostenere i poveri, per accoglierli.” Il Vangelo ci dice la via e la prospettiva, e che vale la pena buttarsi ancora di più nella via del servizio. C’è poi un particolare: questa donna, che non ha nessun titolo per essere vista, e infatti dai più viene ignorata, racchiude in sé un mistero. Come si spiega che questa donna che ha bisogno di aiuto butti via, o meglio, doni quel poco che ha? Di fatto le poche cose che ha, le mette a disposizione. Gesù dice: “ aveva pochi spiccioli e quindi titolo per chiedere di essere aiutata; in realtà non cerca aiuto, ma offre a Dio quello che ha.” Questo vuol dire che ha coscienza dell’amore di Dio e sa di non rischiare, mentre rischia; cioè si fida di Dio e pensa che Lui non l’abbandonerà. Probabilmente è una donna che ha avuto molte prove, ma è anche una donna con molta fede, una fede reale che la spinge alla spogliazione totale. È una grande lezione che non si può chiudere, ma che resta aperta. Questa donna ha un senso di Dio corretto, profondo, pulito, autentico, e nasconde il mistero della percezione di Dio che non è una cosa comune, scontata, ma grazia da implorare e da riconoscere.
  • Marco colloca questo episodio alla fine della predicazione di Gesù, prima della passione. Cosa vuol dire rimarcare questa attenzione al povero prima del grande avvenimento della passione e morte di Gesù?
Quella donna, che Gesù accoglie in modo così profondo, è la figura stessa di Gesù. Quale uomo ha amato il Padre in modo così totale come Gesù? In quella donna c’è la prefigurazione di quello che farà Gesù: per amore totale tutto dona al Padre e a noi. Questo è l’aspetto più profondo e consolante, perché ci svela non solo l’amore di Dio per noi e la nostra risposta, ma ci aiuta anche a capire che siamo den­tro ad un movimento a volte inquietante, ma altrettanto vero e consolante. Dio ci ama contro ogni apparenza e ci chiede di rispondere a questo amore con altrettanto amore totale. Mi preme sottolineare che questo è un cammino e non un’illuminazione. Arrivare a capire con il cuore cosa si deve fare e cosa non si può fare, è gra­zia e conquista.
  • Abbiamo affrontato in altre tappe il mistero del Dio invisibile e della preghiera con il cuore come risposta all’invito di Gesù : Venite a me voi tutti che siete stan­chi e affaticati.
Propongo di dedicare il prossimo giovedì allo scambio, perché è importante aprire anche il nostro cuore. Lo scambio non vuol solo dire parlare, ma anche ascoltare. Questo ci permetterà anche di accostare l’avvento e il Natale con più impegno e di dare a questi incontri un tono di familiarità, non tanto nel senso affettivo, ma di aiuto nel portare la luce che il Signore ci offre nei nostri ambiti di vita per dare speranza.
DAL SUPERFLUO AL SEMPLICE NECESSARIO
Nel concitato cortile del tempio dove per mostrarsi i ricchi gettavano molti soldi, Gesù osserva. E vede quanto a tutti sfugge, discepoli compresi, attratti come sono dal sonoro luccichio delle monete.
Gesù vede una donna, povera e sola, che silenziosa apre la sua mano e nulla per sé trattiene. Vede, Gesù, e ne svela il mistero.
Non è la somma delle monete che conta ma la radicalità del dono di sé che essa esprime. In quella donna Gesù vede il suo cammino che liberamente a noi propone.


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