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#32 Teaser Tue—Thursday!

Creato il 22 gennaio 2015 da Chiara

#32 Teaser Tue—Thursday!

Chiusi il portatile, mi alzai, presi la giacca e uscii di casa. Non sapevo perché, e non sapevo nemmeno se ci fossero altri agenti nelle vicinanze. La mia fervidissima immaginazione materializzò un cecchino nascosto in un albero e un puntino rosso sulla mia fronte.
Sospirando, tirai fuori un paio di guanti dalle tasche della giacca e me li infilai. Avevo bisogno di fare qualcosa di fisico, così formai una palla di neve e cominciai a farla rotolare in giardino. Tutto era cambiato nell’arco di pochi mesi e di nuovo nel giro di pochi istanti. Dalla secchiona di turno mi ero trasformata in un mezzo alieno. Ero cambiata a livello cellulare: non vedevo più il mondo bianco o nero e la mia percezione di ciò che era giusto era profondamente cambiata.
Per esempio, il comandamento «non uccidere» aveva assunto tutto un altro significato. Per qualche ragione, uccidere due Arum, gli alieni malvagi, non mi aveva gettato nella disperazione, cosa che invece sarebbe successa di certo se avessi ucciso un uomo. Non mi sentivo in colpa, anche se, come diceva Daemon, una vita era sempre una vita, ma diciamo che non l’avrei messo nella descrizione del profilo sul mio blog.
Quando finii con la prima palla avevo i guanti completamente bagnati, ma passai comunque a farne una seconda. L’esercizio fisico non faceva altro che arrossarmi le guance. Che fallimento.
Alla fine, il mio pupazzo di neve risultò formato da tre parti, ma non aveva né braccia né un volto. Era un riflesso perfetto di come mi sentivo. Avevo un corpo, ma mi mancava la maggior parte dei pezzi fondamentali. Non sapevo più chi ero.
Facendo un passo indietro mi passai una manica sulla fronte e sospirai tremante. Mi faceva male tutto, ma rimasi lì finché la luna non fece capolino da dietro le nuvole, gettando una falce argentata sulla mia creazione incompleta.
Solo poche ore prima c’era un morto sul pavimento di camera mia. Mi sedetti al centro del giardino, sopra un mucchio di neve. Un altro cadavere, come quello di Vaughn, caduto vicino al vialetto, come Adam nel soggiorno. Un nuovo pensiero che avevo finora soffocato si fece largo nella mia mente: Adam era morto cercando di proteggermi. L’aria fredda mi faceva bruciare gli occhi. Se fossi stata sincera con Dee, se le avessi detto sin dall’inizio che cosa era accaduto veramente nella radura, la notte che avevamo combattuto contro Baruck, lei e Adam sarebbero stati più cauti. Avrebbero saputo di Blake, che era come me, ovvero capace di contrastarli e di vincerli. Avrei dovuto ascoltare Daemon. E invece no, volevo dimostrare quanto valevo. Volevo credere che Blake avesse buone intenzioni, mentre Daemon aveva già capito tutto. Avrei dovuto capire che era impazzito: era stato sul punto di accoltellarmi e mi aveva lasciata sola con un Arum. Ma era davvero impazzito? Non credevo. Era disperato, questo sì, voleva a tutti i costi tenere l’amico Chris in vita, intrappolato in ciò che era diventato. Blake avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere Chris, non perché avesse un legame coi Luxen, ma perché teneva al suo amico.
Forse era per quello che non lo avevo ucciso, perché perfino in quei momenti di puro caos, mi ero rivista in Blake.
Avrei volentieri ucciso suo zio per difendere i miei amici.
E Blake aveva ucciso un mio amico per difendere il suo.
Chi aveva ragione?


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