Magazine Diario personale

332° giorno – Cricket

Da Ayertosco

Giornata cosi cosi…grigio…freddo, fisico semi-imbalsamato e indolenzito dall’allenamento di ieri, sonno…tanto sonno…stanotte un sogno in cui il mio cervello era collegato ad una macchina, elettrodi sulla testa. Poi qualcuno o qualcosa che di colpo strappava tutto e dal cranio ecco uscire spessi fili di rame piegati. Mi svegliavo e mi riaddormentavo sognando di provare a riattaccare quei fili…li vedevo come ingranditi del 200 percento…vedevo i singoli bulbi dei miei capelli a zero e quei pezzi di rame che non si raddrizzavano e tentavo con le mie dita troppo grosse di riunire i cavi, ristabilire quel collegamento…inconscio, connessioni, disconnessioni, strappi.

Si stava meglio ieri, parvenza di sole nel cielo almeno, meno stanchezza.

“Tieni…un pacchetto di cicche” dico ad Akhram.

Camminiamo nel parco per andare a mangiare assieme, Kebab dietetico che in dieta non andrebbe bene lo stesso ma non mi cambia nulla, l’ho deciso io che oggi si può, per quello che mangio ultimamente me lo posso anche concedere ogni tanto, che non ho più vent’anni ma fisicamente sento che tutto sta tornando come prima finalmente ed ho recuperato anche un sacco di roba che non mettevo più, pronta da provare, lì, in stanza…il compromesso giusto tra magrezza e muscoli per farmi andare bene tutto senza buttare nulla.

“Disposofobo!” mi dico

“Taci!” mi rispondo

Il Kebabbaro è un posto affascinante…non tanto per l’aroma speziato che ti rimane attaccato ai vestiti per quattro giorni ma per la gente che ci sta dentro…che chiedi da mangiare ad un egiziano e te lo porta una ragazza ucraina mentre fai conversazione con un pakistano, un muratore di varese, un indiano ed un marocchino.

Bello poi che l’argomento del giorno non sia il Franco che va su e l’Euro che va giù come in ufficio, dove tutti oggi avrebbero voluto essere più ricchi e frontalieri, ma di Febbraio che si avvicina e c’è il mondiale di cricket e io che di cricket non capisco nulla chiedo…mi fanno vedere i video di gente che tira sassate e che corre e gente che litiga e si mena…e poi mi dicono che l’altra settimana uno forte dell’Australia è morto che gli si è infilata la palla a duemila all’ora tra griglia e caschetto e tanti saluti.

Mi arrischio, faccio domande sulle regole..mi parlano di modi di gioco, di partita da qualche ora o da cinque giorni, di campo ovale, di erba lunga o corta, di dimensioni un po’ come cazzo ti pare, di ‘Spirito di gioco’ di mazze e palline, di 22 che corrono e lanciano e battono…tutto in un’ambiente che sa di surreale, un locale gremito dal nome italianissimo dove l’unico quasi-italiano sono io. Il kebab è buono anche se ce lo portano dopo trenta minuti…si discute del probabile vincitore…pare una lotta a tre tra Australia, India e Sudafrica.

“E il Pakistan?”

“Sta nel gruppo appena sotto con gli altri…nel cricket può succedere di tutto comunque…vedremo” dice Akhram

Che mica è detto che il più forte vinca sempre scopro…nel cricket ci sta che una giornata vada storta del tutto, è un gioco di passione il cricket, mi dicono che mi piacerebbe visto che gradisco il baseball…io dico che mi piacerebbe perché adoro le cose con un cuore.

Tra di loro ci giocano, tra amici, la domenica…usano un parcheggio…potrei andarci, se volessi, mi dicono.

Beh…forse…perché no?

E’ da un po’che non faccio qualcosa che non ho mai fatto.



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