E sono 34 anni, 34 primavere, 34 Natali in attesa di Mister Klaus, 34 estati passate a mangiare lamponi e a spalmarmi di filtro protettivo totale.
E ho capelli che si arruffano e si ingarbugliano, magari seguendo il filo dei miei pensieri disconnessi, le stesse lentiggini, troppi tatuaggi forse, una sciammannata gestione dei soldi, qualche ferita sul cuore che ancora fa fatica a essere rimarginata, un carattere tendente agli alti e bassi, e anche per giunta al permalosismo.
Una vita un po' random, una passione per i viaggi, un'adorazione smisurata verso e per quegli amici che ormai sono famiglia, una cotta gigante per mio fratello e per mia sorella, una casa che in realtà è la versione italiana dell'appartamento spagnolo, quasi fosse anche questa un proseguo degli anni universitari, nella quale si cucina e si sfornano crostate e progetti come pane quotidiano, nella quale c'è un simpatico spiritello che accende e spegne le luci e c'è pure un piccione che ci ha fatto il nido sopra il balcone.
Due gambette toniche esercitate da 8 kilometri a piedi quotidiani, una certa agiatezza tra gli scaffali di Leroy Merlin così come tra quelli di Celine, un appetito pari a quello di uno scaricatore di porto e una sete che può essere facilmente associata a un membro onorario del club alpini.
Una folle sequela di continui colpi di fulmine per Giambattista Valli e Valentino, un'insana necessità di collezionare libri di ricette e macramè, il bisogno impellente di fotografare tutto e tutti, così che a questa memoria non sfugga niente, che niente possa e debba essere lasciato al caso e all'avaria del tempo.
Una dipendenza dalla lemon pie, dal burrocacao, dall'olio Nuxe, da Formentera, da Parigi in inverno, dal rossetto di Tom Ford e dallo smalto rosso.
Maniaca dei micro anelli e delle tende in lino, del fondant al cioccolato, del mare, delle magliette a righe e della focaccia di Recco.
Sognatrice selvaggia e avventurosa.
Non ho vie di mezzo ma faccio tanto yoga.
So a memoria Amedeo Minghi ma è facile trovarmi tra concerti di Club Dogo, Nutini, Fabri Fibra, Band of Horses e Bon Hiver.
Amo il cibo, amo cucinare, amo i grandi chef dei quali puntualmente mi innamoro, soprattutto se sono tatuati: però il mio cibo feticcio è il pan brioscè inzuppato nello stracchino e nel prosciutto cotto.
Incapace di sfilacciare il pesce e abbastanza negata a cambiare e modulare gli ISO della Canon.
Per tanto amore riceverò , per me non sarà mai abbastanza, ma basta poco, anzi pochissimo, per rendermi felice: un gesto,un bacio non chiesto, una telefonata.
Per tutto il cammino che ho fatto, per quello che ho imparato, per la donna che sono diventata, per le sfide affrontate.
Per aver capito che il più delle volte quelle che sembrano le tragedie più grandi in realtà accadono per ricordarti che chi ha le ali deve volare.
Qualcuno mi ha definita con disprezzo una fottuta naive: è il miglior complimento che mi abbiano mai potuto fare.
E così sono 34 anni.
E tutto quello che deve essere ancora raggiunto, tutto quello che devo imparare, migliorare risolvere, adesso è un nuovo traguardo, non più ostacoli, ma solo sfide che si fanno fluide nell'affrontare il tempo che passa.
Voglio poesia. Magia. Grazia. In ogni cosa. Voglio ogni cosa così illuminata.
Voglio nuove ricette da cucinare.
Voglio tempo per riempire di amore le persone meravigliose che mi stanno intorno in questo momento: famiglia reale e famiglia acquisita.
Voglio un gatto e forse anche un cane.
Voglio amore, sicuramente, di quello che sorprende, di quello che mi fa sentire femmina, di quello che ti dimostra che il miracolo è la coppia, che veramente l'unione fa la forza: io sarò tua, se tu sei mio. Una semplice storia d'amore, di quelle che non lasciano spazio a fraintendimenti ma solo a gesti che dimostrano le parole che incantano.
Voglio un Valentino macramè, va bene anche vintage, all'occorrenza, ma lo voglio vedere appeso nel mio armadio. Tanto quanto un Valli maculato.
Voglio pomeriggi pigri che sanno di piscina, di acqua salata, di sole e un po' di vento. Capelli che si arricciano quando fa estate, canzoni cantate a squarciagola in macchina, tuffi a bomba e cene improvvisate piene di risate e birra e baci e confidenze.
Voglio weekend in esplorazione di nuovi orizzonti, ma anche domeniche passate tra coccole e lenzuola e pancakes e caffè neri e tè bollenti e film noiosi.
Voglio continuare a fare le cose con così tanto amore nel mio cuore da non sembrarmi possibile il farlo in maniera diversa.
Come in una frase di Coletta: voglio circondarmi solo di cose belle di abbracci che fanno respirare, di persone che insegnano, di anime affini a me.
Voglio circondarmi e farmi abbracciare.
Voglio essere così serena da decidere in dolcezza chi accogliere dentro di me, dentro la mia, di anima. Voglio respirare questo amore intorno a me, con decisione e senza paura.
Perchè di Amore ce n'è tanto.
Perchè non vale mai la pena perdere un sorriso.
Voglio più libri e più tempo per leggerli, non solo in vacanza.
Come mi ha cantato Cesare, una come me ha una valigia per le scarpe e se chiude gli occhi vede il mare.
L'anno scorso qualcuno mi aveva mandato un augurio meraviglioso, che mi è rimasto scolpito nella memoria e credo sia la summa di quanto appena pensato e scritto.
Quindi:
Mi auguro tutto e niente.
Tutto quello che mi rende felice e nulla che mi faccia soffrire.