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34° Edizione del Premio Letterario Nazionale “Flaminio Musa”.

Da Elisabettaricco

34° Edizione del Premio Letterario Nazionale “Flaminio Musa”.Sabato 28/9/2013 si è conclusa con le premiazioni la 34° Edizione del Premio Letterario Nazionale “Flaminio Musa” presso la Biblioteca dell’Abbazia di San Giovanni Evangelista a Parma.

Il Premio Letterario Nazionale è organizzato dalla LILT (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) sede di Parma ed  è aperto a medici e psicologi, giovani scrittori.

Ringrazio la Presidente LILT di Parma, nella persona della Prof.ssa Stefania Pugolotti e la giuria del Premio, che ha voluto riconoscere al mio breve scritto dal titolo “Per sempre Amici” il primo Premio nella sezione Psicologi.

Emozione, tanta gioia, per uno scritto semplice, che mi ha dato la possibilità di riportare in vita un mio caro amico della scuola superiore, morto di leucemia a soli 16 anni.

Lo scritto è disponibile per chi volesse leggerlo (richiederlo a Pasquale Tarantini via Email o FB).

E’ un brevissimo racconto, che fa riflettere su quanto le ferite della vita, la morte di una persona cara, possano lasciare il segno, indelebile, più o meno cosciente nelle persone. La chiamiamo elaborazione del lutto, quel breve percorso in cui una persona che ha subito una perdita, che ha vissuto un percorso di malattia e sofferenza, possa trovare nuove possibilità al di là del vuoto. Il protagonista, frutto della mia fantasia, che perde il suo migliore amico, si porterà per tutta la vita il segno della sofferenza, visibile sul proprio corpo. Concludo con la fine del racconto in cui l’ormai adulto amico superstite valuta alcuni aspetti della propria esperienza di vita:

“Sono ragioniere di una grande azienda, ho 48 anni e peso 140 chili. Non ho mai avuto figli, ma sono stato sposato. Lei si chiamava Elisabetta, era una donna fantastica, vitale. Siamo rimasti insieme per quattro anni tra fidanzamento e matrimonio, poi ci siamo lasciati, salutati in fretta, con la stessa fretta con la quale avevo perso Vincenzo e forse con la stessa determinazione con cui Ada(la mamma dell’amico morto di leucemia) mi aveva convinto ad andare

Elisabetta non capiva. Tante volte mi aveva detto preoccupata: “dai Roberto dimagrisci… pesi quanto due persone, non va bene, pensa alla tua salute”. Come avrebbe potuto capire il mio sorriso a quei commenti, la mia immobilità, il mio non reagire. Del resto credo che nessuno al suo posto avrebbe potuto capire e forse mai nessuno capirà fino in fondo che nel mio corpo, nei miei chili, nella mia mente e nel mio cuore, siamo rimasti in due: Roberto e Vincenzo, per sempre amici.

Grazie ancora a tutti per il vostro affetto e la vostra vicinanza.


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