38 Stati africani contro i gay, ma è sbagliato giudicare

Creato il 14 marzo 2014 da Uccronline

Il Vaticano, attraverso il presidente del Consiglio per la Giustizia e la Pace, card. Peter Turkson, ha preso giustamente una posizione ufficiale contro le leggi anti-gay dell’Uganda, facendo appello alla comunità internazionale affinché intervenga.

Molti altri lo hanno fatto ma la Chiesa è l’unica in grado di assumere una posizione coerente e razionalmente fondata in quanto è l’unico ente morale che si avvale di un concetto di bene e di male assoluti, precedenti all’uomo (legge naturale), e non relativi. Le società secolarizzate o post-secolarizzate non riescono infatti a giustificare la loro posizione in quanto, al contrario, si affidano ad una “morale laica”, ovvero fondata sul relativismo: non c’è più un Legislatore ultimo (Dio) a cui rendere conto, ma è l’uomo stesso -la maggioranza degli uomini con opinioni simili- che decide cosa è bene e cosa è male.

Michel de Montagne ha a lungo scritto sull’assenza di una verità assoluta, di un bene superiore, spiegando che i principi e i modelli in cui si deve identificare una civiltà, e lo stesso giudizio su di essi, dipendono dall’angolo visuale da cui li si guarda. In parole più semplici, la morale (la differenza tra bene e male) è semplicemente il costume del proprio paese e l’attuale sensazione dei propri coetanei: gli uomini aderiscono a norme o leggi “culturali” che si fabbricano con la loro cultura (i costumi).

Joel Marks, professore emerito di filosofia presso l’University of New Haven ha spiegato: «Anche se parole come “peccato” e “male” vengono usate abitualmente nel descrivere per esempio le molestie su bambini, esse però non dicono nulla in realtà. Non ci sono “peccati” letterali nel mondo perché letteralmente non c’è Dio e, quindi, tutta la sovrastruttura religiosa che dovrebbe includere categorie come peccato e il male. Niente è letteralmente giusto o sbagliato perché non c’è nessuna moralità». Il filosofo laico di Princeton, Peter Singer ha commentato a proposito della pedofilia: «Se a te piacciono le conseguenze allora è etico, se a te non piacciono le conseguenze allora è immorale. Così, se ti piace la pornografia infantile e fare sesso con i bambini, allora è etico, se non ti piace la pornografia infantile e fare sesso con i bambini, allora è immorale». I due celebri studiosi stanno applicando la morale laica in modo assolutamente coerente.

In un paradigma privo di Dio, Marks e Singer hanno ragione: come si fa a sostenere razionalmente che la pedofilia è e sarà sempre un male assoluto? Affermarlo significherebbe implicare un male e un bene predeterminati, superiori e precedenti all’uomo stesso, una posizione assai pericolosa per chi non crede a Dio. Per questo tutto è relativo, il giudizio è bandito e odiato perché implica la conoscenza della verità (Verità o “verità in tasca”, come si usa dire). «Tutti dovremmo rispettare le decisioni altrui, non giudicare, poiché non esiste il comportamento giusto in senso assoluto. Più procedo nella vita e nella professione, più comprendo l’importanza della sospensione del giudizio sulle scelte fatte dal nostro prossimo», si legge su un sito web di psicologi.

Se le cose stanno così, se non può esistere un bene e un male assoluto, se è sbagliato giudicare, se non esiste un comportamento ultimamente giusto o sbagliato, se tutte le decisioni altrui vanno rispettate allora questi giudizi morali (che pretendono di descrivere un comportamento giusto e dunque si auto-contraddicono) varranno ancora di più se a decidere di comportarsi in un certo modo -ad esempio per proteggere e salvaguardare le proprie tradizioni, i propri valori, la propria cultura, i propri costumi- non è una singola persona ma un intero Stato, anzi un intero Continente.

E’ il triste e drammatico caso dell’Africa, dove 38 Stati su 54 (sopratutto a maggioranza animista-islamica) hanno promulgato una legislazione per perseguitare le persone omosessuali (vietati gli incontri in gruppo di due o più, criminalizzati i club e gli eventi gay ecc.). Recentemente è toccato alla Nigeria e Reuben Abati, il portavoce presidenziale, ha affermato che i nigeriani erano felici della nuova legge. Ora, la questione è chiaramente tragica e non a caso la Chiesa cattolica è una delle poche voci presenti sul territorio ad opporsi drasticamente.

Ma la situazione si presta bene a riflettere sulla consistenza razionale della cosiddetta “morale laica”, incentrata necessariamente sul relativismo etico. Se è sbagliato giudicare, se la morale è il costume del proprio paese, se non esiste alcun comportamento giusto o sbagliato, allora con quale autorità morale gli attivisti occidentali pretendono far pressione sul continente africano perché cambi la sua morale, di cui pare soddisfatto, e si converta alla morale attualmente in voga (da poco tempo, oltretutto) in Europa e America? Forse allora esiste un bene precedente all’uomo verso il quale è giusto (e doveroso) orientarsi?

La conclusione ci pare una soltanto: se Dio esiste allora è un bene assoluto rispettare gli omosessuali (in quanto nostri fratelli), se Dio non esiste rispettare gli omosessuali è una scelta come un’altra e va rispettato chi la pensa diversamente e, a maggior ragione, se a pensarla diversamente è un Continente intero. Ovvero quasi 1 miliardo di persone con una morale diversa dalla nostra.

La redazione


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