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Quelli che presentiamo oggi sono i numeri, ancora piccoli, di un “piccolo” successo. O “miracolo”: quello della Legge Controesodo, che nel solo 2011 è riuscita a riportare in Italia quasi 4000 connazionali “under 40″ residenti da almeno due anni all’estero, per motivi di studio o di lavoro.
Certo, nell’attuale situazione di crisi, il compito della legge appare realmente immane: un po’ come quello del bambino che prova a svuotare il mare con il secchiello. Per quanti secchielli d’acqua riesca a riempire, svuotandoli nella piscina di casa, a dieci metri c’è sempre un fiume che sfocia liberamente nel mare, rifornendolo di ettolitri d’acqua al secondo…
Metafore a parte, una riflessione che parta dagli ultimi dati dell’Ufficio Statistico Tedesco (Destatis), di cui vi abbiamo informato la scorsa settimana, è più che mai necessaria. 42mila italiani sono emigrati nel solo 2012 in Germania, con un incremento del 40%. Tutti i mezzi di informazione si sono soffermati su questo clamoroso -per quanto prevedibile- dato.
Nessuno si è mai chiesto invece quanto totalmente inadeguati siano gli strumenti ufficiali che monitorano la nostra “fuga dei talenti”: Aire e Istat. L’Aire in particolare, nei dati forniti in esclusiva alla trasmissione “Giovani Talenti” di Radio 24, pur ammettendo un incremento nel 2012 del flusso di espatri pari al 30%, stimava in diecimila (!) i connazionali emigrati quello stesso anno in Germania. UN QUARTO del dato reale!
A questo punto occorre essere realisti: sono davvero solo 78mila i cittadini italiani emigrati all’estero nel 2012??? Più probabile una stima cautelativa intorno ai 200mila, applicando -con moderazione- il modello tedesco di moltiplicazione per 4.
E i 20-40enni sono stati realmente solo 35mila??? Più probabile una stima sui 90-100mila…
Ecco perché il tentativo di reinvertire il flusso, rendendo l’Italia un Paese attrattivo, appare al momento molto difficile. Ma i dati che vi forniamo ora sulla Legge Controesodo dimostrano che -cominciando nel 2011- qualcosa è partito… Sorvoliamo su quanto sia stato difficile ottenere questi dati, in un italianissimo gioco di rimandi e rimpalli tra Ministero del Tesoro ed Agenzia delle Entrate… L’importante è averli avuti e averli resi pubblici:
I DATI SUI CONTROESODATI 2011
Donne e lavoratori dipendenti: questo l’identikit degli italiani che -nel 2011- hanno scelto di fare ritorno nella Penisola, usufruendo di incentivi fiscali, dopo almeno due anni di lavoro o studio all’estero.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, sono stati 3838 i connazionali che hanno beneficiato delle agevolazioni consentite dalla legge 238/10 (rientro dei lavoratori italiani residenti all’estero), nota come “Legge Controesodo”.
Di questi 3838, la stragrande maggioranza (93%) sono lavoratori dipendenti: 3576 in tutto. Solo una minoranza i redditi da lavoro autonomo e d’impresa: 262.
A differenza degli espatri dall’Italia, che vedono storicamente una leggera prevalenza maschile (il 56% nel 2012), nei rientri in patria con bonus fiscale si impongonole donne: 2263, il 59%. Percentuale che supera il 60%, nel caso dei lavoratori dipendenti (2167 donne, contro 1409 uomini).
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