Organi e strumenti nelle cantorie e nei palazzi a Venezia
38° stagione concertistica, 8-15-22-29 maggio 2011,
Duomo del Ss. Corpo di Cristo
I quattro appuntamenti della 38° stagione concertistica valvasonese che si svolgeranno nelle quattro domeniche di maggio, dall’8 al 29, sono dedicati quest’anno ad esplorare il mondo strumentale ed organistico della Venezia del 1500-600.
Il tema non è nuovo: già in passato il Duomo di Valvasone aveva ospitato alcuni concerti che avevano esposto alcuni aspetti della vita musicale e strumentale della Venezia cinque-seicentesca e anche negli ultimi anni alcuni concerti avevano offerto alcuni accenni. Da allora però sono passati più di vent’anni ed è venuto il momento di rifare il punto dell’interpretazione attuale e aggiornata di quel mondo musicale. A fare la differenza c'è anche il restauro dell’organo cinquecentesco di Vincenzo Colombi che è stato riportato all’impostazione e all’intonazione originaria di quando era stato costruito. È doveroso ricordare ancora una volta che l’organo del duomo è l’unico esemplare originale dell’organistica veneziana, per cui ogni proposta concertistica che voglia far rivivere quella musica è un appuntamento che gli appassionati non possono perdere e dovrebbe richiamare l’attenzione degli appassionati di musica in generale. Se si aggiunge che verrà riesaminata la prassi esecutiva alla luce delle più aggiornate ricerche storiche ed esecutive con esecutori di indubbio valore (anche internazionale), si comprende come l’invito sia più che allettante.
L’importanza economica e politica di Venezia cominciava a declinare sui territori e mercati d’oltremare, ma veniva ad essere compensata in campo musicale. A Venezia la musica è passione dilagante, pratica frequente, bisogno, abitudine. Essa si diffonde ovunque: satura le sedi liturgiche e devozionali, gli spazi scenici dei palazzi, dei teatri, delle piazze, s’insinua nella vita quotidiana e - in feste, cerimonie e spettacoli - funge da cassa di risonanza al mito di ricchezza e bellezza che si va diffondendo. La città vanta un “laboratorio” musicale in cui operano i più illustri musicisti dell'epoca, corredato da un'affermata editoria e da rinomate botteghe di liutai, cembalari ed organari. Venezia rinascimentale diviene crogiolo di interessanti scoperte sugli strumenti musicali, legate agli sviluppi della polifonia e alla nuova importanza espressiva che la melodia acquisterà nel primo Barocco.
Venezia all’epoca era uno dei maggiori – se non il maggiore – centri di produzione di strumenti musicali: dai flauti ai cornetti, dalle viole da gamba ai clavicembali, dagli ottoni agli organi fino allo studio della spazialità influenzata dall’architettura della basilica di San Marco e dalla tradizione esecutiva storica (policoralità di ascendenza aquileiese). A questo si aggiunga la presenza di musicisti di respiro internazionale (già abbiamo illustrato nelle passate edizioni l’importanza e l’influenza della musica e dei musicisti operanti in Venezia in ambito europeo) che trovavano nelle chiese (in particolare in San Marco) e nei palazzi dei nobili ospitalità e sostegno, non solo: ricerche d’archivio hanno dimostrato di quanti e quali strumenti disponessero molte famiglie e quindi di quanta musica si eseguisse in Venezia. La produzione strumentale era di alto livello sia tecnico dal punto di vista strettamente musicale, sia artistico dal punto di vista degli abbellimenti artistici: si pensi solo alle decorazioni delle portelle degli organi (quello di Valvasone lo avrete davanti gli occhi), ai trafori dei liuti e di altri strumenti a corda, alle decorazioni dei coperchi dei clavicembali, spinette, ecc. ecc. I produttori erano artigiani che assumevano apprendisti, i musicisti pure avevano i loro allievi: tutto produceva un indotto che aveva una sua rilevanza anche economica. Anche la sperimentazione strumentale ha la sua rilevanza: in campo tastieristico (e clavicembalistico in particolare), si propongono anche degli strumenti o “impossibili da suonare” come l’archicembalo (31 tasti per ottava contro i 12 usuali) o il cembalo cromatico, strumenti che abbiamo visto o di cui abbiamo trattato in una recente stagione concertistica, ovvero il claviorgano che un Fabricator d'Organi, abitante in Padova, Antonio Barcotto, nel 1652 afferma essercene molti in Venezia.
I quattro concerti qui programmati, lontani da una pretesa esaustiva, vogliono offrire un saggio sulle antiche prassi esecutive strumentali e sulle prime organiche aggregazioni “orchestrali” cui seppero dare singolare risalto i grandi compositori veneziani. La proposta culturale si avvale di musiche e di strumenti appositamente scelti per indicare il loro percorso evolutivo, di cui la viola da gamba, il cornetto e il violino sono tra i più emblematici.
Accanto alle articolate composizioni policorali dei Gabrieli, destinate ai fiati, si potrà cogliere il gusto e la diffusa pratica della diminuzione (tecnica di ornamentazione consistente nel variare semplici melodie con figurazioni più complesse) nell’utilizzo delle risorse sonore della viola da gamba e del cornetto. Infine, la voce del nostro organo, unita a quella di altri strumenti e la specifica competenza degli interpreti offriranno un saggio sul consumo musicale nella Venezia del Cinque- Seicento.
I quattro concerti, anche quest’anno ad ingresso gratuito e con inizio alle ore 17.0,0 vedranno affiancare all’organo cinquecentesco via via:
* l’8 maggio: i cornetti e i tromboni dei Pifferi del Doge, all’organo: Luigi Panzeri, un esecutore “abbonato” ai concerti valvasonesi e una garanzia di qualità interpretativa ed esecutiva; musiche di A. Padovano, G. Gabrieli, C. Merulo, A. Gabrieli, G.B. Riccio , G. Parabosco, G. Segni, T. Crecquillon, C. Monteverdi.;
* il 15 maggio il cornetto di Doron David Sherwin, all’organo il corregionale Manuel Tomadin che si esibisce frequentemente in concerti che mettono in luce la buona dotazione di organi della nostra regione;
* il 22 maggio le viole da gamba di Domen Marincic, esecutore sloveno direttore del Festival di musica antica di Radovljica (Slovenia) arrivato alla 28° edizione lo scorso anno, accompagnato all’organo da Tomaž Sevšek;
* il 29 maggio si chiude la rassegna con il graditissimo ritorno di Isabella Bison al violino barocco, accompagnata questa volta da Francesco Cera, celebrato organista presente già in Friuli in precedenti rassegne organistiche.