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Creato il 16 ottobre 2014 da Straker
La nostra società è guidata da psicopatici che perseguono degli obiettivi demenziali. (J. Lennon)

E’ accaduto di nuovo: il giorno 10 ottobre 2014 Genova è stata colpita da un violento nubifragio, ancora più distruttivo di quello che si era abbattuto sul capoluogo ligure e sul Levante nel 2011. Ancora una volta i danni sono ingenti: la cementificazione selvaggia di una zona soggetta a rischio idrogeologico rende Genova il teatro adatto per un attacco meteorologico. Non dimentichiamo, però, che i diluvi hanno sommerso in questi ultimi anni molte regioni d’Italia. Dopo che l’aggressione è stata perpetrata, subito sono grandinate le solite domande: a chi gioverebbe un’alluvione? Perché accanirsi contro la Liguria? Com’è possibile produrre una tempesta artificiale?
Premesso che, constatata l’indole criminale dei governi, porsi certe questioni, diventa ozioso, dobbiamo ricordare che dai flagelli dipendono spesso enormi profitti per i soliti noti. Si dichiara lo stato di calamità con cui le regioni aumentano le accise sui carburanti. Si progettano infrastrutture per la messa in sicurezza del territorio all’origine di appalti e subappalti milionari. Sono opere che non saranno mai completate, ma su cui si può lautamente lucrare. Si sprona la popolazione a donare denaro per mezzo di versamenti su conti correnti ad hoc, tramite cellulare e telefono fisso: queste somme generano un astronomico giro d’affari tra I.V.A. e percentuali che vanno ai gestori telefonici. Né si possono dimenticare tutti gli introiti gestiti dagli istituti di credito e magari reinvestiti in speculazioni: sono soldi che gli alluvionati ed i terremotati non ricevono mai o, nel migliore dei casi, essi beneficiano di una quota irrisoria di quanto raccolto con la beneficenza. Burocrati, usurai e profittatori sono emuli del democristiano Ciriaco De Mita. Egli, il re Mida dell’Irpinia, trasformò in oro il sisma che aveva devastato alcune zone della Campania nel 1980.

Per questo motivo, vorremmo convincere i lettori a non elargire neanche un centesimo per mezzo di versamenti su conti bancari ed offerte telefoniche: non è insensibilità, ma consapevolezza che il denaro generosamente donato finisce nelle tasche di banditi. Piuttosto bisogna aiutare le vittime in loco e con donazioni brevi manu. Lodevole il comportamento di quelle persone, spesso giovani, che subito si sono adoperate, dimostrando spirito di sacrificio, per liberare strade, scantinati ed alvei da detriti e fango, sopperendo alla colpevole inerzia della “Protezione civile” e dell’esercito.
Gli sfaceli “naturali” sono anche un potente strumento di propaganda, perché persuadono l’opinione pubblica che è necessario contrastare in ogni modo i cosiddetti “cambiamenti climatici”: si spiana la strada alla legalizzazione della geoingegneria ufficiale, come sta avvenendo in Germania dove il Ministero dell’istruzione ha di recente lanciato una campagna per spiegare ai cittadini che, se non saranno ridotte le emissioni di gas serra, si dovrà ricorrere alle classiche opzioni della geoingegneria.
Denaro e dominio quindi sono le parole-chiave per comprendere le motivazioni e le finalità che soggiacciono a queste catastrofi, oltre ad un insensato ed irrazionale impulso a distruggere e ad uccidere, istinto tipico delle sedicenti élites. Sui cittadini, invece, piove una gragnuola di danni che sono soprattutto di tre tipi.
1) Il danno diretto ed immediato della sciagura in termini di distruzione e talvolta di vite umane perse.
2) Il nocumento collegato alla dispersione aerea di composti chimici nocivi usati per concentrare e rinvigorire una perturbazione in un’area circoscritta.
3) Il collasso ambientale ed economico, come conseguenza della diuturna guerra climatica.
Fermiamo gli ingegneri dei fenomeni atmosferici, prima che sia troppo tardi, a prescindere dalla solita, superficiale obiezione: “A chi giova”? Di certo non giova alla gente onesta.

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