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3D, come funziona?

Creato il 28 aprile 2014 da Egosistema

 

Il 3D è una tecnologia diffusasi per la prima volta negli anni 50 del secolo scorso. Nonostante la spettacolarità di questa tecnica applicata al campo cinematografico la riproduzione 3D dalla sua creazione a oggi non è mai diventata il sistema di proiezione principale, o più apprezzato dal pubblico, ciò nonostante i vari tentativi da parte delle aziende produttrici di far tornare alla ribalta il cinema stereoscopico.

 

La sua ultima esplosione la si deve in gran parte ad Avatar, di James Cameron. Dalla sua uscita in poi infatti l’adozione della tecnologia 3D nel mercato consumer con televisori, smartphone (HTC Evo 3D, LG Optimus 3D e forse a breve anche il primo cellulare marchiato Amazon) e consolle (per lo più nelle periferiche mobile Nintendo) è stata accelerata notevolmente, anche in questo caso senza che questa diventasse una caratteristica imprescindibile secondo gli acquirenti.

Schermo 3D

Ma come funziona esattamente il 3D?

 

Innanzitutto bisogna fare una distinzione, in 3D con supporti, e senza.

Nella riproduzione stereoscopica con l’ausilio di occhiali si utilizzano tre tecnologie diverse:

- Sistemi anaglifici, non necessita di schermi predisposti, le immagini vengono filtrate con due colori diversi e tramite degli occhiali con filtraggio inverso il cervello recepisce le immagini in 3D (ricorderete tutti gli occhiali con una lente verde e una rossa).

- Alternate image , le due immagini che vanno a formarne una di stereoscopica vengono proiettate con framerate molto elevati (doppi o quadrupli rispetto alla normale riproduzione), in questo caso le elnti degli occhiali sono di tipo sincronizzante.

- Luce polarizzata , anche in questo caso le immagini vengono proiettate in rapida sequenza, con questa tecnica però la proiezione avviene su uno schermo riflettente, le immagini vengono discriminate da occhiali con lenti polarizzate orientate ortogonalemente una rispetto all’altra.

Per quanto riguarda l’autostereoscopia ( abbreviato AS-3D) invece i sistemi in uso sono quattro, di cui tre applicabili:

- Barriera di parallasse , tramite un filtro applicato sul display i pixel destinati ad uno o all’altro occhio vengono alternati per far si che il cervello recepisca le immagini in 3D, come con tutti i sistemi autostereoscopici è necessario che lo spettatore sia ben posizionato davanti allo schermo per un corretto funzionamento.

- Rete lenticolare , l’AS-3D è ottenuta tramite una rete di microlenti che posizionate sul display deviano la luce proveniente dallo schermo dando l’impressione che l’immagine sia tridimensionale, con questa tecnica si possono avere più punti di vista differenti dell’immagine stereoscopica, è quindi possibile visualizzare il contenuto in 3D da più posizioni (da 6 a 9, in base al modello specifico), e da ogni posizione l’immagine risulterà diversa.

- Autostereoscopia a schermo olografico , in cui l’illusione del 3D viene eseguita proiettando l’immagine su uno specchio convesso.

Attualmente quindi ci sono molti sistemi per ottenere immagini stereoscopiche, sfortunatamente nessuno esente da problemi, motivo per cui, una la diffusione su larga scala di questa tecnologia non è ancora iniziata.


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