Magazine Per Lei

4 anni e non sentirli

Da Wanderer @Inneres_Auge

Questa è una storia vera, struggente, strappalacrime e soprattutto strappatesticoli. Una storia che termina 4 anni fa, ed inizia 70 giorni prima. So bravo in matematica eh?
Luisa era una bella  e simpatica ragazza, ci scherzavo spesso nei viaggi tra il paese e la città, tra la città ed il paese. Ci vedevamo un'ora al giorno e forse è stato anche per questo che c'innamorammo. Il mio primo amore. Quando me ne resi conto avevo le farfalle nello stomaco e uno scoiattolo nell'orifizio anale. Il nostro primo bacio fu sull'autobus, un pomeriggio del 30 ottobre 2006 (dico un pomeriggio perchè di pomeriggi quel dì ne ho vissuti mille) verso le 14.42 quando stavo per arrivare alla mia fermata. Un bacio dal sapore di cioccolata calda, fragola con la panna, gelato al pistacchio, torta di more, motore Abarth. C'era stato tutto un discorsetto mocciano prima, avevo iniziato io. Io mi sono innamorato di una ragazza che prende l'autobus con me ma non so come dirglielo e lei Eh anch'io mi sono innamorata di un ragazzo che prende l'autobus con me e non so come dirglielo. Vabbè una minchiata per rompere il ghiaccio. Quel bacio durò una decina di secondi eppure per tutto il giorno continuò nella mia testa. Il mio primo bacio, fu talmente bello che pensai SE QUESTO SIGNIFICA ESSERE MAGGIORENNE, DIO FA CHE TUTTI NASCANO A 18 ANNI! Poi ho capito che dio non esiste e che i baci si possono dare anche da minorenne ma questa è un'altra storia. Il giorno dopo, che era martedì, andammo assieme al parco del sole.
L'avevamo deciso prima di fidanzarci ma a quel punto assumeva un altro sapore marinare la scuola. Ricordo che ci palpeggiammo a lungo, una perquisizione nei minimi particolari. Parlammo delle nostre merdose vite. Quando tornai a casa mi rimasero tre cose di quell'incontro: la consapevolezza che la sua famiglia fosse da manicomio criminale, il suo profumo ed il mio arrapamento. Nei 2 mesi seguenti lei non venne mai a trovarmi, toccava sempre a me andare nel suo paese. Ci infrattavamo nell'unico posto "isolato" se così si può dire, ovvero su una panchina sotto al campanile della chiesa. Questo aveva varie controindicazioni:
A- Si gelavano le chiappe
B- Diventavo sordo per 10 minuti buoni allo scoccare di ogni ora
C- Era pieno di vecchietti che non si facevano i cazzi loro
Lei era irritante, provocava ma non si faceva toccare: na monachella. Aveva quasi 16 anni (Mattè a quell'età so tutte zozze perchè maturano prima di noi mi avevano sempre detto quelli che sanno tutto) eppure ogni volta che le mettevo la mano sotto la mutandina minacciava di gridare. In quei 2 mesi e rotti m'avrà fatto na mezza sega.
Pomiciate, pomiciate e bla bla. Io non ne facevo un problema, ero paziente e troppo innamorato. Non ero ancora malato ed ero inesperto. Solo verso la fine della storia cominciavo ad avere voglia di fare l'amore. Il 4 gennaio 2007 fu l'ultimo giorno in cui uscimmo insieme e lei mi disse una frase sconvolgente: un giorno vorrei sposarti. Insomma, era il periodo più bello di tutta la mia vita, cosa potevo volere di più (oltre al sesso)? Il 7 era una domenica, stavo giocando a Scala 40 quando mi arrivò un sms che recitava più o meno così
Matteo io non ce la faccio ad andare avanti, non ti amo più, non mi meriti e bla bla bla è meglio che ci lasciamo (troia, sei che te che mi lasci!) e torniamo amici. 
Non siamo tornati amici giacchè non lo eravamo mai stati. Anzi c'è mancato poco che le staccassi la testa dal collo quando l'ho rivista e soprattutto quando, una settimana dopo avermi mollato, pomiciava beatamente col nuovo cretino d'accompagnamento alla fermata dell'autobus.

 Anche lei si chiama Luisa ma non si tira indietro
Già, l'autobus. Uno di quelli con i sedili in pelle umana che friggono quando c'è il sole pure se è gennaio e ghiacciano quando è nuvoloso pure se è agosto. L'autobus in cui ti puoi riscaldare in due modi: masurbandoti o baciando qualcuno. Quei viaggi duravano un sogno, come nelle pubblicità. Io mettevo sempre le mani dappertutto, oltre alla lingua naturalmente. Eh si, la speleologia è una mia passione. Ricordo anche l'invidia e le male parole del resto della ciurma. Era bello sapere che rosicassero quelle teste di clacson. Chissà quanti amori so nati sugli autobus (io sto a quota 2), quante coppie hanno rotto (in tutti i sensi), quanti baci, quanti risucchi, quanti accoppiamenti, quanti schizzi di liquido seminale sui sedili, quanti figli 9 mesi dopo! E chissà quante disgrazie a causa degli sms... io quella sera ad esempio, ne subii le conseguenze. Anzitutto perdendo schifosamente la partita ma soprattutto da quel giorno odio gli sms e sono diventato alcolizzato.
IMPARA L'ARTE E METTILA DA PARTE
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Torna la rubrica dell'arte, questa volta con quel gran furbacchione di Picasso. Massì, quello che gli hanno intitolato pure un modello (penoso per altro) di Citroen. Per chi non sapesse il francese o avesse seri problemi di vista (cioè i maschi che staranno guardando tutt'altro), questo dipinto si chiama "Le ragazze non sono morbide" ed è esposto a Londra, Tate Modern Museum. Notate i capezzoli della donna a destra, sono fantastici! Vi starete chiedendo come mai Picasso, che di solito dipingeva cose di cui ed in cui non si capiva un cacchio, abbia fatto questo lavoro in cui comunque non si capisce un cavolo. Semplice, u pilu è l'unica cosa chiara (anche se è scuro) del quadro.

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